Per ricordare Roberto Gervaso
Scrittore, giornalista, saggista, opinionista, commentatore politico e di costume e sagace aforista italiano. Con Indro Montanelli scrisse la celeberrima Storia d’Italia e per anni ha curato la rubrica di aforismi ogni lunedì sul quotidiano il Giornale.

La vita è troppo bella per viverla in due
Breve corso di educazione cinica
Un corso in forma di aforismi. Le materie sono varie e a frequenza libera: psicologia femminile, religione, antropologia (di casa nostra), economia, educazione sentimentale, medicina del corpo e dell’anima… Il diploma finale è tanto simbolico quanto prezioso: imparare a godersi la vita così com’è.
Siamo nati per morire: se l’avessi saputo prima!

Ho ucciso il cane nero: come ho sconfitto la depressione
e riconquistato la vita
Il racconto di un’ossessione senza fine, che non ti dà tregua, che non si placa mai, ma il male oscuro che ha torturato per anni un uomo, è stato con pazuenza sconfitto: e quell’uomo è riuscito finalmente a guarire.
L’aldilà preferisco non immaginarlo, per non guastarmi la sorpresa.

La regina, l’alchimista e il cardinale
Parigi 1785. La corte del re Luigi XVI sta per essere travolta dallo scandalo del secolo, passato alla storia come “l’affare della collana”. L’intrigo è ordito da una nobildonna decaduta assetata di denaro e bramosa di scalare i vertici dell’alta società parigina dell’epoca.
C’è una sola cosa peggiore di un amore che finisce: uno che ricomincia.

Lo stivale zoppo: una storia d’Italia irriverente dal fascismo ad oggi
Benito Mussolini non è morto in piazzale Loreto, ma è riuscito a fuggire, ed è tornato sotto mentite spoglie a Roma come inviato di un giornale svizzero per raccontare cosa accade in Italia. Con questo stratagemma narrativo Roberto Gervaso compone una storia particolareggiata e polemica del nostro Paese negli ultimi cento anni.
Buon politico è chi sa cosa dire; gran politico, chi sa cosa tacere.

Le cose come stanno: l’Italia spiegata alle persone di buon senso
Ci sono tre Italie: quella dei retori, quella dei denigratori, quella vera. L’Italia vera è vista da un travet del Prenestino, popolare quartiere romano: Cesaretto Mericoni, uno dei tanti, uno di noi, uno che guarda con i propri occhi, giudica con la propria testa, e vede le cose come stanno.
La solitudine ci dà il piacere di una grande compagnia: la nostra.