pagine e immagini del quattrocento
gli incunaboli illustrati della Biblioteca Panizzi a cura di Maurizio Festanti
La preziosa raccolta delle edizioni del Quattrocento della Biblioteca Panizzi, che conta 411 edizioni testimoniate da 455 esemplari (vedi il catalogo) consente di percorrere alcune delle tappe più significative dell’origine e dello sviluppo dell’illustrazione libraria, soprattutto per quanto riguarda la produzione italiana. Attraverso testimonianze particolarmente significative, gli incunaboli della Panizzi documentano nei suoi vari aspetti il complesso rapporto parola-immagine nella fase storica più decisiva per la civiltà moderna: quella che vede la nascita e l’affermazione della stampa.
Erede della miniatura, l’incisione, prima xilografica, poi calcografica, ne eredita anche la duplice funzione rispetto al testo: quella decorativa e quella esplicativa. L’immagine dunque come arricchimento della parola, ma non solo; il suo ruolo diventa ben presto autonomo nel rappresentare significati che la parola stessa non riesce a esprimere.
Aesopus . Agostino da Crema . Albubather . Albumasar . Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethius . Antonio da Padova, santo . Aquila volante . Aulus Flaccus Persius . Aurelius Augustinus, santo . Biblia, in latino . Bonaventura da Bagnorea, santo . Carmelitani . Chiesa cattolica Martyrologium . Chiesa cattolica Missale Romanum . Claudius Ptolemaeus . Domenicani . Filippo Barbieri . Giacomo Filippo Foresti . Giovanni Nanni . Giovanni da Capua . Gregorius I, papa . Herbarius . Herbarius latinus . Hyginus . Iacopo da Varazze . Ioannes de Sacrobosco 1488 . Ioannes de Sacrobosco 1491 . Ioannes de Sacrobosco 1499 . Isidorus Hispalensis, santo . Johannes Angelus . Johannes Eschuid . Luca Pacioli . Ludovicus de Prussia . Miracoli della Vergine Maria . Paolo Veneto . Publius Terentius Afer . Sebastian Brant . Titus Livius . Valerius Probus . Werner Rolewinck
Aesopus
Vita Aesopi [in latino]
trad. Rinuccio d’Arezzo [e in italiano], trad. Francesco Del Tuppo.
Venezia, Manfredo Bonelli, 27 marzo 14
Le Favole di Esopo, opportunamente “moralizzate” ad uso didattico, furono tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento uno dei testi più diffusi e più ripetutamente stampati sia in Italia che in altri Paesi. La fortuna delle Favole fece crescere l’interesse anche per la Vita dell’autore, anch’essa fantastica e leggendaria. In questa edizione, la Vita di Esopo è tradotta dall’umanista-tipografo napoletano Francesco Del Tuppo ed è illustrata da 23 silografie di ottima fattura.
Agostino da Crema
Historia S. Pantaleonis [in italiano]
Cremona, Bernardino Misinta e Cesare di Parma, 18 agosto 1493
Questo raro esemplare, non completo, della Storia di S. Pantaleone fu scoperto e ricomposto nel 1927 da Angelo Davoli che ne rinvenne quattro carte incollate nei piatti interni della legatura di un volume del Cinquecento. Il ritrovamento di altri esemplari nelle stesse condizioni fa presumere che la rimanenza della tiratura dell’opuscolo fosse utilizzata, all’interno del Convento degli Agostiniani di Crema, per rinforzare le legature dei volumi del Convento stesso: in questo modo si è conservata una preziosa testimonianza di quella produzione popolare destinata, per il suo largo consumo, alla quasi completa dispersione.
Albubather
De nativitatibus [in latino], cur. Antonio Lauro Palazzi
Venezia, Alvise di Santa Lucia, [1 giugno] 1492
Il frontespizio è un tipico esempio di riutilizzo di legni silografici: la cornice a fondo nero, infatti, è quella già impiegata per le Devote meditazioni del 1487, mentre l’immagine centrale è quella dell’edizione 1491 della Sphaera mundi del Sacrobosco. Sono poi stati aggiunti altri elementi decorativi (tre figure maschili e piccoli segni zodiacali) che risultano tuttaviaincongrui e che finiscono per compromettere l’armonia compositiva dell’insieme.
Albumasar
Introductorium in astronomiam [in latino], tr. Hermannus Dalmata
Augsburg, Erhard Ratdolt, [7 febbraio] 1489
Prima edizione dell’Introduzione all’astronomia di Albumasar, astronomo e astrologo musulmano del IX secolo, le cui opere furono tradotte in latino da Ermanno Dalmata e Giovanni di Siviglia. Illustrano l’opera 43 xilografie d’argomento astrologico, tra cui si distinguono le raffigurazioni delle costellazioni e dei pianeti secondo la loro immagine mitografica con personaggi abbigliati secondo la moda del tempo.
Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethiusr
Opera
Venezia, Giovanni e Gregorio De Gregori, in 2 parti, datate: I) 18 agosto 1492; II) 26 marzo 1491
Le opere di Boezio (480 – 525 d. Cr.) costituirono per il Medio Evo la più ricca fonte di conoscenza in materia di logica, di aritmetica, di geometria e di musica. Attraverso i suoi trattati, come il De arithmetica, il De musica, il De geometria, tutti compresi in questa edizione assieme alla sua opera più celebre: il De consolatione philosophiae, la scienza antica fu trasmessa al mondo moderno. Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico di oltre 270 figure geometriche.
Antonio da Padova, santo
Vita e miracoli
[Venezia, Bernardino Benali?, c. 1493 – 1495]
Registrato anche come: [Verona, Paul Fridenperger]
Le prime due pagine di questa edizione recano due xilografie di ottima fattura: la prima è una rappresentazione simbolica della S. Trinità, sorretta dai santi Pietro e Paolo; la seconda raffigura il miracolo di S. Antonio che parla ai pesci presso la città di Ravenna.
Aquila volante
Venezia, Pellegrino Pasquali, 6 giugno 1494
Di quest’opera, più volte ristampata nel Cinquecento, si conoscono quattro edizioni del Quattrocento: questa si deve al tipografo Pellegrino de’ Pasquali, nativo di Scandiano (dove pubblicò 4 opere tra il 1495 e il 1500) e attivo prima a Treviso (1482), poi a Venezia (1484-1494). Il frontespizio di questa edizione è illustrato da una silografia a piena pagina raffigurante, entro una cornice di foglie su fondo nero, un’aquila araldica ad ali spiegate, sormontata da una corona e da un nastro recante il titolo dell’opera.
Aulus Flaccus Persius
Satyrae
comm. Giovanni Britannico e Bartolomeo Della Fonte; cur. Bartolomeo Merula.
Venezia, Giovanni Tacuino, 14 febbraio 1494
La fortuna di Persio, letto, trascritto e commentato nel Medio Evo come “aureus auctor”, non diminuisce nel Rinascimento, come stanno a dimostrare i numerosissimi codici umanistici delle sue opere e i commenti di letterati come Bartolomeo della Fonte (1480) e Giovanni Britannico (1481) che sono raccolti in questa edizione, illustrata appunto da una classica immagine di Persio in cattedra affiancato dai suoi due commentatori.
Aurelius Augustinus, santo
De civitate dei
comm. Thomas Waleys e Nicolas Trivet.
Venezia, [Boneto Locatelli], ed. Ottaviano Scoto, 18 febbraio 1489
L’opera è illustrata da una silografia iniziale a tutta pagina, suddivisa in due comparti: nella parte superiore è rappresentato S. Agostino nel suo studio, vestito con gli abiti pontificali, accompagnato da due angeli che sorreggono rispettivamente il pastorale e un libro aperto; nella parte inferiore sono raffigurate le due città di Gerusalemme e di Babilonia, opposta l’una all’altra, con i loro simbolici fondatori: Abele e Caino.
Biblia latina
comm. Nicolas de Lyre, Guillelmus Brito, Pablo de Santa Maria, Matthias Döring.
Venezia, [Boneto Locatelli], ed. Ottaviano Scoto, 8 agosto 1489
È la Bibbia, il libro per eccellenza, il primo volume uscito dai torchi di Johann Gutemberg a Magonza nel 1455. Già quindici anni dopo, nel 1471, ne viene pubblicata la prima edizione illustrata. Anche questa edizione del 1489, in quattro volumi, è adorna di belle silografie, come ad esempio la creazione di Eva, all’inizio del primo volume, e la veduta della città riservata alle dodici tribù, nel terzo volume.
Carmelitani
Constitutiones Fratrum Ordinis Carmelitarum, cur. Giovanni Maria Polucci
Venezia, [Johann Emerich], ed. Lucantonio Giunta, 29 aprile 1499
Le Costituzioni dei Frati Carmelitani furono raccolte per ordine di Fra Giovanni Balistario, eletto nel 1358 Priore Generale dell’Ordine. In questa edizione sono pubblicate sulla base della revisione letteraria curata da Fra Giovanni Maria de Poluciis di Novellara. L’immagine della Vergine del Monte Carmelo che la adorna è di squisita fattura ed è certamente attribuibile ad uno dei migliori xilografi veneziani.
Chiesa cattolica
Martyrologium
Venezia, Johann Emerich von Speyer, ed. Lucantonio Giunta, 1498
La prima edizione del Martirologio, secondo l’elaborazione del Monaco Usuardo (m. 877), risale al 1475. Questa è la prima edizione illustrata che riproduce il testo tradizionale rielaborato da Fr. Belinus da Padova e che avrà numerose ristampe. Di particolare pregio la xilografia che rappresenta i santi in adorazione della Trinità e che rivela un ottimo disegno e un fine intaglio.
Chiesa cattolica
Missale Romanum, cur. Philippus de Rotingo
Venezia, Ottaviano Scoto, 31 agosto 1482
L’edizione è illustrata da una grande silografia, di ottima fattura, raffigurante la Crocifissione. Alcuni elementi della composizione, ed in particolare la figura della Vergine, inducono a ritenere che l’autore possa essere un artista tedesco, legato a moduli arcaici. All’eleganza con cui vengono mossi i panneggi della Vergine e di S. Giovanni si contrappongono i tratti rigidi e un po’ rozzi del corpo di Cristo.
Claudius Ptolemaeus
Cosmographia [in latino]
tr. Jacobus Angelus; cur. Nicolaus Germanus.
Roma, Pietro della Torre, 4 novembre 1490
La riscoperta della Geografia di Tolomeo (100 – 178 d. Cr.) agli inizi del Quattrocento segna il punto di partenza per la geografia del Rinascimento. L’opera riscosse uno straordinario successo: se ne conoscono 148 esemplari manoscritti in greco e latino e 24 edizioni a stampa comprese tra il 1477 e il 1548. Alle 27 carte geografiche tradizionali che corredano il testo, si aggiungono progressivamente nuove tavole “moderne”, frutto dell’evolversi delle conoscenze e delle scoperte geografiche. In questa edizione romana del 1490, la carta del mondo riproduce l’immagine delle terre conosciute prima della scoperta dell’America: l’errore più vistoso è rappresentato dalla concezione dell’Oceano Indiano come mare chiuso: l’Africa e l’Asia sono collegate da una lunga costa rettilinea di “Terra Incognita”.
Domenicani
Processionarium Ordinis Fratrum Praedicatorum
Venezia, Johann Emerich, ed. Lucantonio Giunta, 9 ottobre 1494
È questo il primo Processionale speciale per i Domenicani illustrato che sia stato pubblicato. Oltre a varie vignette, l’edizione è adorna di una bella xilografia raffigurante la Crocifissione, con la Maddalena abbracciata alla croce, la Vergine Maria a terra svenuta e sorretta dalle compagne e S. Giovanni con altri due personaggi che parlano tra loro indicando la croce.
Filippo Barbieri
Discordantiae sanctorum doctorum Hieronymi et Augustini; Sibyllarum et prophetarum de Christo vaticinia
[Roma, Georgius Teutonicus (Georg Herolt o Lauer?) e] Sixtus Riessinger, [c. 1482]
L’opera di Filippo De Barberis, teologo e inquisitore del S. Uffizio in Sicilia nella seconda metà del Quattrocento, si distingue come uno dei migliori prodotti della tipografia romana del Quattrocento per l’eleganza e raffinatezza della stampa. L’edizione è adorna di tredici silografie raffiguranti le Sibille e Proba, che rivelano la mano di un valente artista probabilmente di origine tedesca. L’immagine della Sibilla Persica reca da un lato lo stemma della città di Salisburgo, patria del tipografo Riessinger, e dall’altro la marca tipografica.
Giacomo Filippo Foresti
Supplementum chronicarum
[in italiano, Cronicha de tuto el monde vulgare], tr. Francesco Cei
Venezia, Bernardino Rizzo, 8 ottobre 1491
Il Supplementum chronicarum del padre agostiniano Giacomo Filippo da Bergamo (1434-1520), della nobile famiglia Foresti, tende alla ricostruzione di una storia generale di tutti i tempi, fondendo le narrazioni degli storici e dei cronisti del passato. L’opera, pubblicata nel 1483, fu tradotta in volgare nel 1491 e conobbe un notevole successo, nonostante riproponesse, in pieno Umanesimo, gli schemi della tradizione cronachistica medievale. L’apparato iconografico è una significativa testimonianza della silografia veneziana del Quattrocento ed è costituito da tre illustrazioni (raffiguranti la creazione del mondo, la cacciata di Adamo ed Eva e l’uccisione di Abele) e da 51 vignette di diversa grandezza con vedute di città, spesso immaginarie.
Giovanni Nanni
Auctores vetustissimi
Roma, Eucario Silber, 10 luglio, 3 agosto 1498
Prima edizione di quest’opera, stampata superbamente in caratteri gotici e illustrata da un’interessante incisione in legno, raffigurante una veduta di Roma antica, elaborata sulla testimonianza di Fabius Pictor. Il volume reca un’annotazione manoscritta che attesta come sia stato donato al convento reggiano di S. Domenico dal celebre umanista Lancillotto Pasio che, nei primi anni del Cinquecento, insegnò a Reggio, dove pubblicò anche alcune sue opere.
Giovanni da Capua
Directorium humanae vitae
[Strasburgo, Johann Pruss, c. 1489]
Tra il 1262 e il 1278 Giovanni da Capua tradusse in latino dalla versione ebraica del rabbino Joel un’opera diffusa in tutto l’Oriente con il titolo Calila e Dimna, una specie di romanzo morale che raccoglie una serie di apologhi di origine indiana e che ha per protagonisti gli animali e in particolare i due sciacalli dal cui nome trae origine il titolo dell’opera. La traduzione fu pubblicata per la prima volta verso il 1486 in un’edizione adorna di molte figure di carattere popolare.
Gregorius I, papa
Dialogorum liber secundus de vita et miraculis S. Benedicti
Venezia, Bernardino Benali, 17 febbraio 1490
Le cinque vignette che illustrano questa piccola edizione in 16° si avvicinano, per gusto e composizione, ai legni della Bibbia del Mallermi edita nello stesso anno da Lucantonio Giunta e illustrata da 384 figure intagliate con rara maestria. Le immagini si riferiscono alla presentazione al Papa della regola dell’Ordine benedettino e a episodi della vita di S. Benedetto.
Herbarius
Venezia, Simone Bevilacqua, 14 dicembre 1499
Pubblicata per la prima volta nel 1491, quest’opera, che venne attribuita erroneamente al medico spagnolo del sec. XIII Arnaldo da Villanova, rappresenta il primo erbario a stampa italiano. Le immagini xilografiche dei vegetali, di cui si elencano le proprietà medicinali, sono ancora rozze e stilizzate, del tutto analoghe a quelle contenute nei manoscritti medievali.
Herbarius latinus
Magonza, Peter Schoeffer, [14] 84
Al tipografo tedesco Peter Schoeffer, socio e successore di Gutemberg a Magonza, si deve la pubblicazione, tra il 1484 e il 1485, di due erbari, uno in latino e uno in tedesco, che rappresentano una tappa importante nel generale risveglio dell’interesse naturalistico che caratterizza la cultura umanistica. In questa successiva edizione dell’erbario latino, ogni essenza vegetale è illustrata da un’immagine tratta dalla tradizione iconografica degli horti sanitatis medievali e corredata da una descrizione che ne mette in evidenza le virtù terapeutiche.
Hyginus
Poetica astronomica, cur. Giacomo Sentini e Johann Lucilius Santritter
Venezia, Tommaso de’ Blavi, 7 giugno 1488
Con ogni probabilità l’autore, non ben identificato, è uno scrittore latino del I secolo d.Cr. che si rifà a fonti greche. Il suo Poeticon astronomicon, in quattro libri, si propone come manuale divulgativo dei Fenomeni di Arato ed è uno strumento indispensabile alla conoscenza dell’antica mitologia e alla ricostruzione di opere greche andate perdute. L’opera è illustrata da 46 raffigurazioni allegoriche delle principali costellazioni, dei pianeti e dei segni zodiacali.
Iacopo da Varazze
Sermones de tempore et de sanctis et Quadragesimales, cur. Nicolaus Campanus
e Hieronymus de Cherio. Pavia, Giacomo Pocatela, in tre parti, datate: I)
14 novembre 1499; II) 8 gennaio 1500; III) 2 settembre 1499
Il domenicano Giacomo da Varazze (1228-1298), teologo e vescovo di Genova, si distinse per la calda eloquenza della sua predicazione nelle varie città d’Italia. I suoi Sermoni sono prediche sulla quaresima, su Maria Vergine, sulle feste religiose e sono frutto di attento e meditato studio. Lo stesso autore è raffigurato in questa edizione mentre svolge il suo magistero rivolto a un pubblico di fedeli.
Ioannes de Sacrobosco 1488
Sphaera mundi
Venezia, Johann Lucilius Santritter e Hieronymus de Sanctis, 31 marzo 1488
Il trattato dell’astronomo e matematico inglese John Holywood (che latinizzò il proprio nome in Sacrobosco), fiorito nella prima metà del XIII secolo, fu tra i primi testi di astronomia ad essere stampati e divenne una delle opere basilari per l’insegnamento dell’astronomia fino a quasi tutto il Seicento. L’illustrazione iniziale, di cui sono autori gli stessi tipografi, raffigura l’Astronomia in trono con ai lati la “musa celeste” Urania e il “principe degli astronomi” Tolomeo, sotto una volta stellata con la luna e il sole.
Ioannes de Sacrobosco 1491
Sphaera mundi
Venezia, Guglielmo Anima Mia, 14 gennaio 1491
Il frontespizio riproduce, con lievissime varianti, l’immagine dell’Astronomia dell’edizione del 1488. Anche questa edizione, come quella del 1488 di cui riproduce, con lievissime varianti, il frontespizio, è illustrata da figure astronomiche e diagrammi: di particolare interesse alcune silografie raffiguranti i moti dei corpi celesti stampate a tre colori.
Ioannes de Sacrobosco 1499
Sphaera mundi
Venezia, Simone Bevilacqua, 23 ottobre 1499
Questa edizione raccoglie alcuni dei più importanti commenti al trattato del Sacrobosco: quelli compilati da Francesco Stabili (1269-1327), più noto come Cecco d’Ascoli, insegnante di astrologia in varie città italiane; da Francesco Capuano, docente di astronomia e scienze fisico-matematiche all’Università di Padova e dal teologo francese Jacques Le Fevre (“Faber Stapulensis”, 1450-1537). L’opera è illustrata dall’immagine della sfera astronomica,retta da una mano che sporge da una nuvola, e da numerose figure astronomiche.
Isidorus Hispalensis, santo
Etymologiae; De summo bono
Venezia, Peter Löslein, 1483
Al vescovo spagnolo Isidoro di Siviglia (570-636) si deve la compilazione della più antica ed importante enciclopedia medievale: le sue Etymologiae costituiscono la summa più vasta delle conoscenze di fonte classica e cristiana allora acquisite e conobbero per molto tempo una vastissima diffusione. L’immagine che adorna l’edizione riproduce l'”arbor consanguinitatis” e spiega i diversi gradi di parentela.
Johannes Angelus
Astrolabium
Venezia, Johann Emerich, ed. Lucantonio Giunta, 9 giugno 1494
Johann Engel di Aichach (Baviera), più noto come Johannes Angelus, fu astronomo celebre ai suoi tempi; insegnò a Vienna e Ingolstad, morì nel 1512. La sua opera ebbe varie ristampe nel corso del Quattrocento. Il particolare pregio dell’edizione si deve alle moltissime xilografie che la illustrano e che, oltre a raffigurare simbolicamente i pianeti e le costellazioni, offrono schemi interpretativi per l’elaborazione degli oroscopi.
Johannes Eschuid
Summa astrologiae iudicialis
Venezia, Johann Lucilius Santritter, ed. Francesco Bollano, 7 luglio 1489
La rappresentazione del globo terrestre riprodotta in questa edizione si fonda sulle teorie geografiche di Macrobio, molto diffuse nel Medio Evo: entro un cerchio, attraversato da un ampio tratto di mare (“Alveus Oceani”) sono raffigurati i tre continenti conosciuti (Europa, Asia, Africa) che occupano l’emisfero superiore, mentre nella parte inferiore si distende un continente sconosciuto. Il globo è poi suddiviso, secondo la teoria di Parmenide, in 5 fasce climatiche: due ghiacciate vicino ai poli, una zona torrida a cavallo dell’equatore e due zone temperate, le sole abitabili.
Luca Pacioli
Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalità
Venezia, Paganino Paganini, 10-20 novembre 14[9]4
L’edizione occupa un posto di primo piano nella storia della matematica perchè è il primo trattato generale di aritmetica, di aritmetica pratica e di algebra che sia stato stampato. L’autore, il celebre matematico Luca Pacioli (1445-1509 c.), vi condensò i risultati di studi e ricerche che egli aveva condotto in precedenza e che aveva illustrato in trattati non dati alle stampe. L’opera si segnala anche perchè per la prima volta viene trattata la tenuta dei libri a partita doppia e per i primi esempi di calcolo delle probabilità.
Ludovicus de Prussia
Trilogium animae, cur. Paulinus von Lemberg
Norimberga, Anton Koberger, 6 marzo 1498
L’edizione di quest’opera, la sola conosciuta nel Quattrocento, si deve al celebre tipografo-editore tedesco Anton Koberger, il quale a Norimberga creò e sviluppò tra il 1470 e il 1513 forse la più grande impresa editoriale del tempo. Il testo è suddiviso in tre parti che trattano rispettivamente delle potenze dell’anima, delle passioni e dei costumi ed è illustrato da una curiosa immagine del cervello umano suddiviso in 5 “ventricoli”, sedi dell’immaginazione, del senso comune, della fantasia, della facoltà estimativa e della memoria.
Miracoli della Vergine Maria
Venezia, Bernardino Benali e Matteo Capcasa, [8 maggio 1491]
Alla rozza xilografia dell’Annunciazione che apre il volume, si contrappone l’elegante scena della risurrezione di Lazzaro nel verso della stessa carta. Quest’ultima immagine fa parte di una serie di 11 xilografie già impiegate l’anno precedente dal Benali per le Devote Meditazioni di S. Bonaventura e considerate una delle espressioni artisticamente più alte della xilografia veneziana del tempo per l’armonia della composizione, per la raffinatezza del disegno, per l’espressività dei volti e per la sicurezza con cui vengono disegnati gli elementi architettonici e paesaggistici.
Paolo Veneto
Expositio in Aristotelem De generatione et corruptione et De mundi compositione, cur. Iacopo Battista Aloisi
Venezia, Boneto Locatelli, ed. Ottaviano Scoto, 21 maggio 1498
Il monaco eremitano Paolo Nicoletti, detto Paolo Veneto (1372-1429) acquisì grande fama nel Quattrocento e nella prima metà del secolo successivo come commentatore di Aristotele. A lui viene attribuito in quest’edizione anche il trattato De compositione Mundi che è invece un rifacimento latino dell’opera di Ristoro d’Arezzo. Il trattato è illustrato da numerose silografie di carattere astronomico, molte delle quali sono tratte dalle edizioni del 1488 del Poeticon astronomicon di Igino, della Sphaera mundi del Sacrobosco e dell’Astrolabium di Johannes Angelus.
Publius Terentius Afer
Comoediae comm. Aelius Donatus; Guy Jouennaux; Josse Bade e Giovanni Calfurnio, cur. Josse Bade
Venezia, Lazzaro Soardi, 7 novembre 1499
Oltre che da 152 vignette silografiche, l’edizione è arricchita da due illustrazioni a piena pagina, raffiguranti rispettivamente Terenzio con i suoi commentatori e l’interno di un teatro antico, visto dalla scena e con gli spettatori rappresentati negli abiti veneziani della fine del Quattrocento. Le due grandi silografie sono considerate tra le più belle illustrazioni dell’epoca: la loro magistrale esecuzione rivela una rara sicurezza di mano e una perfetta padronanza tecnica, tanto che l’abilità del loro autore non pare inferiore a quella dell’artista dell’Hypnerotomachia Poliphili, il libro illustrato più celebre del Rinascimento italiano.
Sebastian Brant
Das Narrenschiff [in latino, Stultifera navis], tr. Jacobus Locher Philomusus
Basilea, Johann Bergmann, 1 marzo 1497
Pubblicato per la prima volta nel 1494, il poema in ottonari Das Narrenschiff (La nave dei folli) dello scrittore tedesco Sebastian Brant (1427-1521) è una satira moraleggiante sui vizi e sui difetti umani, sviluppata in forma allegorica. Ognuno dei 122 capitoli in cui è suddivisa l’opera prende di mira un particolare tipo di follia che viene impersonato da uno dei tanti pazzi diretti, sulla nave comandata da Venere, verso il Paese della Follia. L’opera del Brant ebbe un immediato successo, tanto da annoverare in un ventennio ben 36 edizioni in varie lingue. Al successo editoriale contribuì senza dubbio il notevole apparato iconografico, rappresentato da una serie di xilografie delle quali alcune sono attribuite al giovane Dürer.
Titus Livius
Historiae Romanae decades [in italiano]
Venezia, Giovanni Rosso, ed. Lucantonio Giunta, 11 febbraio 1493
La prima edizione illustrata di Tito Livio si deve al grande editore veneziano Lucantonio Giunta che ripropone un modello editoriale da lui già sperimentato con la Bibbia volgare tradotta dal Mallermi (1490): traduzione italiana, grande formato, impaginazione a due colonne, ricco apparato iconografico. L’opera è infatti corredata da tre grandi silografie, poste ciascuna all’inizio di ogni Deca, e da 420 vignette, in parte originali, in parte tratte dalla Bibbia. Alcune di queste vignette sono siglate dai monogrammi “F” e “b”: due maestri riconducibili all’ambito veneto e lombardo della fine del Quattrocento e collegabili alla scuola del Bellini o del Mantegna.
Valerius Probus
De interpretandis Romanorum litteris, cur. Giovanni Bonardo
Venezia, Giovanni Tacuino, 20 aprile 1499
Questa seconda edizione quattrocentesca dell’opera di Probo è illustrata da una bella figura di Sibilla, in piedi sotto un arco con il braccio alzato, firmata con la sigla “b. M.”. Con ogni probabilità ne è autore l’incisore vicentino Benedetto Montagna, attivo tra la fine del Quattrocento e la prima metà del secolo successivo anche nell’ambito dell’illustrazione libraria veneziana e appartenente a quella scuola artistica padovano-veneziana che annovera maestri come Bellini e Bonconsiglio.
Werner Rolewinck
Fasciculus temporum
Venezia, Erhard Ratdolt, 24 novembre 1480
Lo straordinario successo di quest’opera nel sec. XV è testimoniato dalle 28 edizioni in latino e dalle 7 edizioni in francese e tedesco che furono pubblicate tra il 1474 e la fine del secolo. La Biblioteca Panizzi ne possiede tre edizioni (1480, 1481, 1485), tutte stampate dal tedesco Erhard Ratdolt che operò a Venezia tra il 1476 e il 1486 e che in seguito rientrò nella sua città natale, Augusta, riportandovi materiali tipografici ed un gusto decorativo tipicamente italiano. Al successo dell’opera contribuì certo anche il notevole corredo iconografico, costituito per la maggior parte da numerose vedute di città e di monumenti celebri.