chi sono io?

rappresentazione dell’infanzia tra otto e novecento

Il titolo della mostra prende spunto dal romanzo Alice nel paese delle meraviglie (1865) di Lewis Carroll, matematico, scrittore, fotografo, che a seguito di alcune bizzarre esperienze della sua giovane protagonista le fa pronunciare: “Mamma mia! Che cose strambe mi son capitate oggi! E pensare che ieri sera era tutto normale. Magari sono stata scambiata durante la notte! Ragioniamo: ero la stessa quando mi sono svegliata stamattina? Mi pare quasi di ricordare che mi sentivo un tantino diversa. Ma se non sono più la stessa, prima di tutto occorre rispondere alla domanda: “Chi sono io?” Questo è il problema!”.

Alice cominciò a passare in rassegna tutte le altre bambine che conosceva, della sua età, per capire se era stata scambiata per una di loro. È una citazione, quel grido di Alice, che Loris Malaguzzi, pedagogista e rifondatore dei nidi e delle scuole di infanzia del Comune di Reggio Emilia, amava citare nell’illustrare il suo progetto pedagogico e educativo che sostanzialmente consiste nel mettersi dalla parte dei bambini, capire il loro punto di vista per costruire un percorso di apprendimento e di relazione verso il mondo fatto dagli adulti.

Un mondo, quello rappresentato in fotografia, che ci è restituito per la maggior parte dagli adulti e molto raramente dagli stessi bambini. La più celebre eccezione fu Jacques Henri Lartigue (1894 –1986), che iniziò a fotografare dall’età di 7 anni grazie alla lungimiranza del padre, anch’egli appassionato di fotografia.

La mostra è suddivisa nelle sezioni: Bambini nel tempo, L’educazione nel tempo e Narrazioni, e da un capitolo dedicato ai photobook.

bambini nel tempo

 

Una galleria delle prime tipologie di immagini fotografiche: dagherrotipi e ferrotipi, per rappresentare la ritrattistica tipica dell’epoca, i cui codici linguistici ed estetici si rifacevano a modelli accademici della pittura di fine Ottocento. Il ritratto di famiglia rispetta la rappresentazione frontale al fine di restituire la fisionomia e il ceto sociale, a scapito dello stile del fotografo. È una immagine che poco concede all’intimità della famiglia e al mondo degli affetti, si tratta di una “messa in posa” dettata dal fotografo, da un professionista che regola la “scena” determinandone un modello che viene ripetuto, con piccole varianti per tutte le classi sociali, o almeno per quelle che si potevano permettere un ritratto fotografico. Generalmente, nell’Ottocento, ma anche all’inizio del Novecento il farsi fotografare coincideva con un evento pubblico come il battesimo, la cresima, il fidanzamento e altri riti familiari, incluse le vacanze e le visite a parenti. Rare sono le fotografie “domestiche”.

Famiglia Vercellone di Sordevolo (Biella), ca. 1850

Ritratto di donna seduta con due bambine, ca. 1855

Ritratto femminile con bambina, ca. 1840

Ritratto femminile con bambina, ca. 1850

Maria Baronj Baschieri con le figlie, la balia e la cuoca a Roncolo, ca. 1900

Giuseppe Fantuzzi Famiglia, ca. 1890

Pellegrino Orlandini Arles Casali, ca. 1900

Francesco Pastore Arturo d’Aversa, ca. 1898

Giuseppe Fantuzzi Alda e Amelia Veneri, ca. 1900

 

L’infanzia idealizzata della Belle Epoque

Cartoline postali, ca. 1900, Berlino, Neue Photographische Gesellschaft . Raccolta Anna Maria Lucchesini

L’infanzia dal primo Novecento al Fascismo

L. Vaccari

Arturo, Paolo, Ada Barbanti, ca. 1920

gelatina bromuro d’argento, 8×13 cm
Famiglia Baronj-Veneri

De Pietri V.


Gianfranco e Umberto Levrini, 1933
gelatina bromuro d’argento, 8×13
Famiglia Lucia Levrini

Mario Bertoldi

All’egregio Sig. Prof. Bertolini Cav. Renato il frutticoltore, 1935
gelatina bromuro d’argento su cartoncino, 20×25 cm
Ferraboschi Paride

I bambini e il periodo bellico

L’educazione nel tempo

 

La fotografia di classe entra nell’album dei ricordi per immortalare momenti ufficiali della vita scolastica dei figli, che si svolge in spazi esterni da quello privato della famiglia. La sezione non contempla solamente il mondo della scuola, ma anche l’assistenza e l’avviamento al lavoro, quel mondo fatto di norme, di codici istituzionalizzati per educare l’infanzia per condurla nel mondo degli adulti. Le fotografie delle classi scolastiche colpiscono, per lo più, per omogeneità di stile: esse appartengono ad un rito di socializzazione davvero particolare. Ogni stampa fotografica passava di mano in mano ad ogni singolo alunno, che apponeva la propria firma sul retro della fotografia, a ricordo di quell’anno scolastico, per poi ritornare al legittimo proprietario.
A volte, queste fotografie sono state inserite nel diario personale, oltre che nell’album di famiglia, oppure si scopre una breve descrizione apposta da un genitore o una persona cara nel retro della fotografia stessa (p.106). Il bambino, anche se non in maniera pienamente consapevole, attraverso questo semplice “rito laico”, crea una sinergia tra il gruppo sociale, la classe, e la sua appartenenza familiare. Dal punto di vista della memoria personale, che si struttura nel tempo, tutto ciò si trasforma in un ricordo indelebile. Sono immagini molto significative per la storiografia dell’educazione, che di recente ha basato i suoi studi sul patrimonio fotografico storico. Queste immagini raccontano infatti molto delle condizioni sociali e della vita scolastica quotidiana, perché permettono di ricostruire le reali pratiche pedagogiche ed educative al di là delle regole e dei principi teorici.
Le fotografie delle scolaresche ritratte nelle aule mostrano, ad esempio, attraverso l’arredo scolastico, l’impostazione della didattica frontale, che comportava l’ascolto passivo degli allievi. La disposizione in doppie file a posti multipli dei banchi erano destinati a ospitare il maggior numero dei ragazzi in aule non sempre salubri e spaziose, dominate dalla cattedra in alto. (p.105 e 107) L’iconografia del ritratto di classe è destinata a mutare nel tempo.
Nell’Ottocento il modello consisteva nel far sedere i bambini di bassa statura in prima fila e, a scalare, gli altri nelle file retrostanti; a volte il fotografo componeva figure geometriche come la piramide della scolaresca femminile del 1890 ca.

Sal. Domenegani Scolaresca femminile, 1890 ca.

Sal. Domenegani Scolaresca femminile, 1890 ca.

A.V. Scolaresca, 1900 ca.

A.V. Scolaresca, 1900 ca.

Classe del seminario di Marola con don Ezio Ferrari, 1943

Classe del seminario di Marola con don Ezio Ferrari, 1943

Foto Artoni Scuola elementare De Amicis, 1947-1950

Foto Artoni Scuola elementare De Amicis, 1947-1950

Foto Artoni Scuola elementare De Amicis, 1947-1950

Foto Artoni Scuola elementare De Amicis, 1947-1950

Madre che assiste i figli durante i compiti scolastici, 1920 ca.

Madre che assiste i figli durante i compiti scolastici, 1920 ca.

Renzo Vaiani Celebrazioni fasciste in Piazza della Vittoria, 1940

Renzo Vaiani Celebrazioni fasciste in Piazza della Vittoria, 1940

Renzo Vaiani Leva fascista, 1943-1944

Renzo Vaiani Leva fascista, 1943-1944

Opera Nazionale Maternità e Infanzia, scuola di economia domestica, 1940 ca.

Opera Nazionale Maternità e Infanzia, scuola di economia domestica, 1940 ca.

Dante Badodi Attività scolastiche per bambini dell'ospedale psichiatrico San Lazzaro, 1931

Dante Badodi Attività scolastiche per bambini dell'ospedale psichiatrico San Lazzaro, 1931

Manifestazione per l'Otto marzo,  1950-1955

Manifestazione per l'Otto marzo, 1950-1955

Manifestazione per la pace, 1950-1955

Manifestazione per la pace, 1950-1955

Vernon Richards Bambini al lavoro a Napoli, 1946

Vernon Richards Bambini al lavoro a Napoli, 1946

Gabinetto fotografico  del Comune di Reggio Emilia Bambini nelle scuole d'infanzia, ca. 1970

Gabinetto fotografico del Comune di Reggio Emilia Bambini nelle scuole d'infanzia, ca. 1970

Gabinetto fotografico  del Comune di Reggio Emilia Bambini nelle scuole d'infanzia, ca. 1970

Gabinetto fotografico del Comune di Reggio Emilia Bambini nelle scuole d'infanzia, ca. 1970

 

Narrazioni

 

La sezione si apre con i ritratti dei figli di Denis Matthews (1919-1988) (p.134), famoso pianista e musicologo londinese, di spirito libertario e anarchico, amico di Vernon Richards. Di umili origini, Matthews divenne una celebrità nel campo della musica classica e come intellettuale frequentò il circolo degli anarchici e dei libertari insieme a molti intellettuali, come lo storico dell’arte Herbert Read, noto anche per aver scritto un importante manuale rivolto all’infanzia dal titolo Educare con l’arte (1943) e grande entusiasta dell’arte infantile, il filosofo Bertrand Russell, Jankel Adler, Kingsley Martin, George Orwell e, tra gli italiani Giancarlo De Carlo, Cesare Zaccaria, Carlo Doglio, inviato a Londra da Adriano Olivetti come corrispondente della rivista “Comunità”40. Le fotografie dei figli di Matthews sono state pubblicate in Beauty is More Than in the Eye of the Beholder: Photographs of Women and Children41 del 1999. E’ uno sguardo intimo e personale rispetto all’osservatore oggettivo del Weekend Photographer’s Notebook (1966) e A part-time Photographer’s Portrait Gallery (1999).
Queste immagini, rivelano il lato più intimo, affettuoso e romantico della sua personalità che va ad arricchire la sua storia personale di attivista politico anarchico e libertario, proprio attraverso i ritratti delle persone a lui più care.
I ritratti dei bambini, i nudi di donne sono ricerche formali che si rifanno, in particolare, alla scuola americana, in particolare alla ricerca di Edward Weston, compagno della fotografa Tina Modotti (1896-1942), anch’essa fotografa e attivista anarchica, o di Bill Brandt, che Vernon Richards ben conosceva. Sono immagini che non raccontano solamente una ricerca formale ed estetica, ma tentano di cogliere e di restituire la loro bellezza interiore, una bellezza che alberga in tutta l’umanità vagheggiata, così come enunciata dall’ideologia anarchica e libertaria.
Afferiscono a questo approccio le immagini della serie At the funfair (p.135) del 1957. Sono immagini che ben si accostano a quelle di un fotoamatore anonimo che ritrae dei bambini intenti a giocare. L’autore è interessato alla bambina che è intenta a studiare la macchina fotografica ( p. 133). Sarebbe davvero intrigante poter vedere le immagini da lei scattate per cogliere il punto di vista di chi, da sempre, è stato soggetto più che autore.

Vernon Richards

I figli di Herbert Read e Denis Matthews
1950-1960

Mario Dondero

Il mondo della scuola
Lombardia, anni Sessanta

Stanislao Farri

Prima comunione
1958

Renzo Vaiani

Bambini ai giardini pubblici
1950-1960

Gianni Berengo Gardin

Za ad uno spettacolo dei burattini di Sarzi
Luzzara, 1973

Sammallahti Pentti
Barnhemsgatan Kampen, 1965

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