lo zoo di carta
gli animali tra realtà e fantasia nelle antiche edizioni illustrate della biblioteca panizzi
a cura di Maurizio Festanti
La rappresentazione degli animali costituisce, accanto alla raffigurazione dell’immagine umana, uno dei temi più antichi e universali della storia dell’arte figurativa.
La mostra ripercorre un tratto significativo di questa storia: i tre secoli, dal Cinquecento al Settecento, che vedono la nascita e l’affermazione dello studio della natura come disciplina scientifica.
Il percorso virtuale prende così le mosse dalle monumentali enciclopedie zoologiche del Gesner e dell’Aldrovandi e si snoda, attraverso le immagini tratte dal ricco patrimonio antico della Biblioteca Panizzi, fino alla grande opera di ordinamento e classificazione della natura che vide protagonisti scienziati come Linneo e Buffon.
l'enciclopedismo naturalistico
Il rinnovato interesse per la natura, mediato dalla riscoperta e dallo studio dei classici, da Dioscoride a Teofrasto e a Plinio, rappresenta uno dei tratti più caratteristici della cultura umanistica e rinascimentale.
Il Cinquecento in particolare si caratterizza per lo sforzo di raccogliere in monumentali enciclopedie tutte le conoscenze acquisite in ambito zoologico dall’antichità all’epoca moderna, per offrire da un lato il panorama completo delle cognizioni sull’argomento e per affermare, dall’altro, una rifondazione complessiva del sapere basata su nuovi ordinamenti, su nuovi metodi che consentano allo studioso di orientarsi nella materia.
Konrad Gesner
Tra il 1551 e il 1558 lo scienziato e umanista svizzero Konrad Gesner (1516-1565) pubblica la grande Historia Animalium in cinque volumi di complessive 4.500 pagine, illustrate da centinaia di incisioni.
Di ogni animale citato dagli autori antichi e moderni, il Gesner raccoglie ogni possibile conoscenza, non solo di carattere scientifico, ma anche letterario, storico, allegorico.
La trattazione segue la suddivisione aristotelica: quadrupedi vivipari, quadrupedi ovipari, uccelli, pesci e altri animali acquatici; in ogni gruppo le specie sono disposte in ordine alfabetico.
Ulisse Aldrovandi
Di questo naturalismo enciclopedico cinquecentesco è espressione tipica la ponderosa opera del bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) che nel 1599 inizia la pubblicazione di una monumentale enciclopedia di storia naturale con la stampa dei tre volumi dell’Ornithologia e del De animalibus insectis, mentre gli altri nove volumi dell’opera saranno pubblicati solo dopo la sua morte tra il 1606 e il 1668. Aldrovandi teorizza l’assoluta importanza dell’immagine come strumento di indagine e di approfondimento della realtà naturale, tanto da realizzare un “corpus” di circa cinquemila immagini a tempera, spesso utilizzate come prototipi per le illustrazioni xilografiche delle sue opere a stampa, commissionate ad un gruppo di artisti che operano sotto la sua direzione.
John Jonston
Un tardo continuatore seicentesco delle opere enciclopediche del sec. XVI è lo scozzese John Jonston (1603-1675) autore di una serie di volumi sugli animali di grande successo editoriale. Complessivamente si tratta di un’opera di compilazione, ampiamente debitrice delle opere di Gesner e Aldrovandi anche nell’apparato iconografico, nel quale tuttavia figurano non più xilografie, ma tavole incise su rame con grande perizia tecnica.
J. Jonston, Historiae naturalis de quadrupedibus libri Amstelodami, apud J.J. fil. Schipper, 1657.
l'osservazione scientifica
L’osservazione diretta della realtà e l’indagine “scientifica” della natura inducono al progressivo abbandono dell’apparato iconografico medievale e favoriscono la nascita dell’illustrazione scientifica moderna, che si afferma grazie anche allo sviluppo della nuova arte tipografica.
La raffigurazione degli animali, in particolare, si emancipa dall’interpretazione allegorica tipica dei “bestiari” medievali ed approda, nel corso del secolo XVI, ad una rappresentazione realistica che l’uso dell’incisione in rame rende sempre più raffinata. Nel Cinquecento, accanto ai trattati enciclopedici, si collocano così le opere monografiche di autori che, all’erudizione storico-filologica, antepongono l’osservazione diretta di ambiti più circoscritti della realtà naturale.
Pierre Belon
Al naturalista francese Pierre Belon (1517-1564) si deve una delle prime opere specifiche sui pesci e sugli animali acquatici, illustrata con immagini spesso tratte dal vero. Per ordine di Francesco I egli intraprende un viaggio scientifico nel bacino del Mediterraneo Orientale, raccogliendo nelle sue Observationes a stampa notizie e immagini su animali esotici, come la giraffa, il coccodrillo e il camaleonte.
Guillaume Rondelet
Il medico e professore Guillaume Rondelet (1507-1566) fu uno dei più vivaci rappresentanti dell’umanesimo francese. A lui si deve la pubblicazione del trattato De piscibus marinis, dove sono descritte circa 250 specie di animali marini, le cui peculiarità morfologiche sono illustrate da un ampio apparato iconografico.
Guillaume Rondelet, Libri de piscibus marinis in quibus verae piscium effigies expressae sunt Lugduni, excudebat M. Bonhomme, 1554
Carlo Ruini
Tra le opere monografiche un posto di particolare rilievo spetta, per la qualità delle immagini, al Dell’Anatomia e dell’infirmità del cavallo del bolognese Carlo Ruini (1530-1598), che può a giusto titolo essere considerato il primo trattato scientifico di anatomia veterinaria. Gli studi condotti sull’apparato iconografico dell’opera non hanno consentito di pervenire ad attribuzioni certe, anche se si può ragionevolmente supporre che le xilografie siano opera di valenti artisti che hanno operato sotto la diretta guida dello stesso Ruini.
i nuovi mondi
Nel corso del XVI secolo l’orizzonte naturalistico si amplia attraverso i viaggi e le avventurose esplorazioni dei “nuovi mondi” dell’Africa, delle Americhe e dell’Estremo Oriente che dischiudono alla conoscenza e all’osservazione una natura spesso “incognita” e “inaudita”. I naturalisti si improvvisano esploratori, a volte accompagnati da artisti capaci di fissare sulla carta le immagini di quelle nuove meraviglie naturali che andranno ad arricchire le collezioni di rarità e i gabinetti scientifici europei.
Giovanni Battista Ramusio
L’umanista, storico e geografo trevigiano Giovanni Battista Ramusio (1485 – 1557) raccolse nella sua celebre opera Navigationi et viaggi, seguendo un ordine storico-geografico, gli scritti e le relazioni di viaggio dei grandi viaggiatori ed esploratori di terra e di mare, dall’età classica ai suoi tempi. La monumentale opera si compone di tre grandi volumi pubblicati tra il 1550 e il 1559: nel primo, dedicato all’Africa, sono descritti animali esotici, tra cui l’iguana.
Olaf Stor
Le terre dell’Europa del Nord, per secoli inesplorate, sono descritte nell’Historia de gentibus septentrionalibus dello svedese Olaf Stor (1490-1557), detto Olao Magno, che mescola ad immagini tratte dalla realtà raffigurazioni di esseri mostruosi e leggendari, come il terribile “serpente di mare” e i “rangiferi”, le renne dotate di tre corna
Theodor De Bry
L’incisore ed editore Theodor De Bry (1528 – 1598) raccolse in un’opera monumentale intitolata America, pubblicata tra il 1590 e il 1618, le relazioni dei più importanti viaggi compiuti da esploratori e navigatori nel nuovo continente. Nelle centinaia di illustrazioni incise con grande perizia sono spesso raffigurati animali ancora poco conosciuti, come l’alligatore e il tacchino, o sono rappresentate scene di caccia, come quella ai “cani marini”.
Theodor De Bry Americae pars VIII [Frankfurt, Theodor De Bry], 1599
la zoologia fantastica
Il confine tra realtà e fantasia è molto labile in tutti i trattati naturalistici dei secoli XVI e XVII. Un ampio corredo di mostri e di animali fantastici accompagna il lento e faticoso affermarsi della zoologia come scienza: draghi, centauri, chimere, pesci monaci, idre, unicorni, leoni marini e gli altri esseri prodigiosi dell’immaginario medievale popolano le pagine delle opere “scientifiche” di Gesner, Belon, Rondelet e dello stesso Aldrovandi, al quale si devono due opere come la Serpentum et draconum historia e la Monstrorum historia pubblicate postume rispettivamente nel 1640 e nel 1642.
Giovanni Antonio Cavazzi
La “zoologia fantastica” si arricchisce anche grazie ai racconti dei missionari che intraprendono lunghi viaggi in terre lontane. È il caso del padre cappuccino bolognese Giovanni Antonio Cavazzi (morto nel 1680) che nella sua Historica descrizione de’ tre regni Congo, Matamba e Angola descrive e illustra anche il “pesce-donna”
Athanasius Kircher
Il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602 – 1680) raccoglie i racconti e le testimonianze di viaggio in Cina nella sua opera China monumentis, dove raffigura anche lotte tra tigri e draghi. Ma nella vastissima produzione di padre Kircher altri titoli rivestono un interesse di carattere naturalistico, come l’Arca Noe, dove, accanto alla ricostruzione dell’Arca di Noè, sono descritte le circa trecento specie animali che vi furono ospitate, o come il Mundus subterraneus, nel quale sono illustrate le varie specie di draghi che popolano le viscere della terra.
Furtunio Liceti
L’interesse che il Seicento riserva alla teratologia è del resto ampiamente confermato dal grande successo editoriale dell’opera di Fortunio Liceti, il De monstris, pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1665.
al microscopio
Il Seicento vede nascere però anche un nuovo gusto per le scienze esatte e un inedito filone di ricerca naturalistica: quello dell’osservazione dell’infinitamente piccolo, resa possibile dall’invenzione del microscopio. Solo un esiguo gruppo di scienziati sanno tuttavia sfruttare le grandi potenzialità del nuovo strumento, considerato per oltre un secolo una pura curiosità.
Francesco Stelluti
La prima descrizione di anatomia microscopica di un insetto si deve al naturalista, letterato e fondatore dell’Accademia dei Lincei Francesco Stelluti (1577 – 1646) che nel suo Persio tradotto edito nel 1630, inserisce la celebre tavola raffigurante un’ape ingrandita circa venti volte.
Francesco Stelluti, Persio tradotto in verso sciolto In Roma, appresso G. Moscardi e M. Greuter, 1630.
Francesco Redi
Al medico e poeta Francesco Redi (1627 – 1697) spetta in particolare il merito di aver operato, con l’applicazione del “metodo galileiano”, una svolta decisiva nell’ambito della storia della biologia. Le sue Esperienze intorno alla generazione degli insetti, edite nel 1668, sono corredate da accurate incisioni in rame: quelle che riproducono i pidocchi o “pollini” sono state – come avverte l’autore – miniate al microscopio da Filizio Pizzichi, in modo da evitare “un lungo e sazievol catalogo nel descriverle”.
Francesco Redi, Esperienze intorno alla generazione degli insetti Firenze, all’insegna della Stella, 1668
Jan Swammerdam
Sulla scia di Francesco Redi e al suo fianco nella battaglia contro il mito della generazione spontanea, si pone il fiammingo Jan Swammerdam (1637 – 1682), le cui riproduzioni di insetti, nell’opera Biblia Naturae pubblicata in prima edizione nel 1685 e riedita nel 1737, raggiungono livelli altissimi di cura e di precisione.
Jannes Swammerdam, Biblia Naturae sive Historia insectorum Leydae, apud I. Severinum, B. et P. Vanderaa, 1737
la classificazione della natura
Nel Settecento diventa viva l’esigenza di ordinare in una visione d’insieme la mole, tanto ingente quanto caotica, dei dati e dei materiali relativi alle scienze naturali.
Tutto il secolo è proteso alla laboriosa opera di sistemazione delle conoscenze acquisite e trova nella classificazione di Carlo Linneo il più ambizioso e vasto tentativo di ordinamento sistematico dei tre regni della natura, ripreso, approfondito e ampliato per tutto il secolo XIX.
George-Louis Leclerc de Buffon
Accanto a Linneo, ma in posizione per molti aspetti antitetica a lui, si colloca la figura di un altro protagonista dello studio della natura: George-Louis Leclerc de Buffon (1707-1788), la cui grande Histoire naturelle générale et particuliére esce in 44 volumi, di cui gli ultimi otto postumi, tra il 1749 e il 1804. Illustrata da oltre 1.200 tavole di ottima fattura, l’opera persegue l’obiettivo di descrivere tutta la natura, con un interesse prevalente per le abitudini di vita, l’habitat, gli istinti, la morfologia di ogni organismo vivente e con una visione dinamica e aperta del mondo naturale, non statica e puramente classificatoria come invece è in Linneo.
Encyclopédie
L’opera di Buffon influenza in modo decisivo le parti dedicate alle scienze naturali della grande Encyclopédie di Diderot (1713-1784) e di d’Alembert (1717-1783), il monumento editoriale dell’epoca dei Lumi. Ne è un esempio evidente l’articolo Animal, redatto dallo stesso Diderot, in cui ci si limita a commentare il testo che Buffon qualche tempo prima aveva pubblicato nella sua Histoire Naturelle. Molte delle stesse tavole dell’Encyclopédie dedicate agli animali sono direttamente ispirate ai disegni realizzati da Jacques de Séve et Buvée per l’opera di Buffon.
Luigi Ferdinando Marsigli
Il bolognese Luigi Ferdinando Marsigli (1658 – 1730) condusse nel corso dei suoi viaggi studi e ricerche di carattere geografico e naturalistico, raccogliendo libri e materiali scientifici con cui arricchì l’Istituto delle Scienze da lui fondato a Bologna nel 1711.
Tra le sue opere maggiori figura il Danubius Pannonico-Mysicus, edito all’Aja e a Amsterdam nel 1726 ed illustrato da 107 tavole che lo stampatore bolognese Petronio dalla Volpe, molti anni dopo la morte dell’autore, ripubblicò in forma anonima con il titolo: Pesci che nascono nel Danubio e volatili che vivono lungo d’esso.
[Luigi Ferdinando Marsigli] Pesci che nascono nel Danubio e volatili che vivono lungo d’esso. Diligentemente delineati ed incisi in tavole CVII. In Bologna, nella stamperia di Lelio dalla Volpe, s.a. [dopo il 1756].
le gallerie di animali
Oltre ai trattati teorici e alle opere scientifiche, nel Settecento l’interesse per il mondo degli animali si traduce anche nella pubblicazione di atlanti zoologici illustrati, vere e proprie “gallerie” di immagini, spesso colorate a mano, che, per la raffinatezza dell’esecuzione e la cura tipografica si collocano tra i migliori prodotti editoriali del secolo.
È il caso, ad esempio, della Storia naturale degli uccelli, pubblicata a Firenze, tra il 1767 e il 1776, dagli incisori Saverio Manetti, Violante Vanni e Lorenzo Lorenzi; oppure dei quattro volumi di Quadrupedi disegnati, incisi e miniati al naturale, stampati a Venezia tra il 1771 e il 1775 per iniziativa di Innocente Alessandri e di Pietro Scattaglia che incidono le duecento tavole dell’opera e ne curano la pubblicazione in dispense mensili.