paesi bassi
le antiche legature di pregio . il seicento
PAESI BASSI
13 A 213-221 | 13 A 439 | 13 L 496 | 15 A 428-432 | 15 A 435-436 | 15 A 444 | 15 F 219 | 15 G 620 | 15 H 1076 | 16 A 75 | 16 B 9 | 16 I 402 | 17 B 189-193 | 17 C 154-155 | Mss. Vari G 2
13 A 213-221
Critici sacri sive Annotata doctissimorum virorum in Vetus ac Novum Testamentum. Quibus accendunt tractatus varii theologico-philologici. Editio nova in novem tomos distributa, multis anecdotis commentariis, ac indice ad totum opus locupletissimo, aucta, Amstelaedami, excudunt Henricus & vidua Theodori Boom, Joannes & AEgidius Jansonii à Waesberge, Gerhardus Borstius, Abrahamus à Someren, Joannes Wolters; et Ultrajecti Guiljelmus van de Water, 1698. fol., 9 v. 
Pergamena rigida su cartone decorata a secco. Coppia di cornici concentriche a due filetti. Placca centrale di foggia orientaleggiante. Cucitura su sette nervi. Stato di conservazione: discreto. Bruniture ai piatti. La placca1 orientaleggiante impressa mediante il torchio e le note tipografiche assegnano la serie di 9 legature alla fine del secolo XVII, verosimilmente eseguite nei Paesi Bassi.
• note di dettaglio
13 A 439
Athenaeus Naucratita. Athenaiou Deipnosophiston biblia pentekaideka. Athenaei Deipnosophistarum libri quindecim. Cum Iacobi Dalechampii Cadomensis, Latina versione: necnon eiusdem adnotationibus & emendationibus, ad operis calcem reiectis. Editio postrema iuxta Isaaci Casauboni recensionem. Lugduni, sumptibus Ioannis Antonii Huguetan, & Marci Antonii Rauaud, 1657. fol., [52], 812, [48] p.
Pergamena decorata a secco e in oro. L’ampia cornice muta caratterizzata da due coppie di filetti. Minuto fregio fitomorfo negli angoli interni dello specchio. Ampia placca centrale alle armi della città di Leida. Cucitura su sei nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura in fase di distacco lungo il dorso. Angoli ricurvi. Le armi di Leida1 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al terzo quarto del secolo XVII, verosimilmente eseguita nella medesima città. L’ampia placca in rame giallo montata su di un ceppo ligneo è conservata nel Stedelijk Museum di Lakenhal in Leida: era particolarmente utilizzata per ornare i premia scribendi, consegnati agli allievi premiati nelle competizioni di calligrafia.
13 L 496
Hermanns, Hugo, Pia desideria tribus libris comprehensa. 1. Gemitus animae poenitentis. 2. Vota animae sanctae. 3. Suspiria animae amantis. Antverpiae, Apud Lucam de Potter,1676. 24°, [12], 346 p., ill. |
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15 A 428-432
Jansson, Jan. Novus atlas, sive Theatrum orbis terrarum in quo tabulae & descriptiones omnium regionum totius universi accuratissime exhibentur. In quinque tomos distinctus. Amstelodami, apud Ioannem Ianssonium, 1649-1656. fol., 5 v., c. geogr.
Pergamena rigida con falda su cartone decorata in oro. Coppia di cornici di soggetto fitomorfo collegate negli angoli. Cartella losangata centrale caratterizzata da volute fogliate e da rosette quadrilobate. Dorso liscio. Tracce di due coppie di lacci. Capitelli dall’anima in pelle allumata arrotolata passante. Cucitura su sei nervi passanti in pelle allumata. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Angoli ricurvi. Doratura parzialmente scomparsa. Il genere di manufatto (cfr. 15 A 435-436) e le note tipografiche consentono di attribuire la serie di legature al terzo quarto del secolo XVII, eseguita nei Paesi Bassi. Gli atlanti geografici, generalmente di grande formato, denominato per l’appunto “atlantico”, divennero nel Seicento una prerogativa olandese: editi da Blaeu, Hondius, Kaer, per evitare errori in legatoria erano venduti legati dall’editore, di solito in pergamena rigida decorata in oro con quattro angolari e una placca centrale di foggia orientaleggiante. Limitate le differenze nell’utilizzo dei ferri1. Gli atlanti, su richiesta, potevano essere ottenuti in fogli sciolti oppure provvisti dello stemma e del monogramma del committente impressi sui piatti. Il confezionamento della legatura era ritenuto piuttosto complesso, specie se i tagli dovevano essere dorati. Fornire all’acquirente il volume già assemblato costituiva un vantaggio per il cliente che non era pertanto costretto a cercare un artigiano, generalmente presente solo nelle grandi città, in grado di realizzare il lavoro2. L’ampia produzione seriale è testimoniata della diffusa presenza nelle biblioteche italiane. Solitamente in evidenza i nervi passanti3, i lacci4 e i capitelli dalle tonalità squillanti atte a contrastare il colore monocromo avoriato del materiale di copertura, i tagli anche muniti di orpelli in corrispondenza di quelli superiore e inferiore limitatamente all’area prossima alle cuffie, i rimbocchi rifilati con cura ribattendo i risvolti laterali sopra quelli di testa e di piede (come d’uso per questo genere di materiale), l’eccessivo peso del blocco rispetto alla struttura della coperta. La Biblioteca civica di Como custodisce un esemplare5 analogamente ornato.
15 A 435-436
Cellarius, Andreas. Harmonia macrocosmica seu Atlas universalis et novus, totius universi creati cosmographiam generalem, et novam exhibens. Amstelodami, apud Ioannem Ianssonium, 1661. fol., 2v., ill.
Pergamena rigida con falda decorata in oro. Coppia di cornici di soggetto fitomorfo collegate negli angoli. Ampia placca centrale caratterizzata da Atlante (?) che solleva la sfera armillare entro volute fogliate. Dorso liscio. Tracce di due coppie di lacci. Capitelli dall’anima in pelle allumata arrotolata. Cucitura su sei nervi passanti in pelle allumata.Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Marginali tracce nerastre. Angoli ricurvi. Il genere di manufatto e le note tipografiche consentono di attribuire la coppia di legature al terzo quarto del secolo XVII, eseguita nei Pesi Bassi. Per il commento cfr. 15 A 428-432. Placca centrale presente anche nella legatura di cui alla segnatura 15 A 442.
15 A 444
Ortelius, Abraham. Theatro del mondo di Abrahamo Ortelio da lui poco inanzi la sua morte riueduto, & di tauole nuoue, et commenti adorno, & arricchito, con la vita dell’autore. Traslato in lingua toscana dal sig.r Filippo Pigafetta. In Anuersa, si vende nella libraria Plantiniana, 1612. fol., 3 pt. ([29] c., 128 c. di tav. doppie, ill.; [8] c., 38 c. di tav. doppie; 30, [6] p.). |
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15 F 219
Schulteto, Abramo. Gli Evangeli della Domenica con le introduzioni e postille del Dott. Abramo Schulteto. Amsterdam, Tipi Jacobsen, 1643. 8°, 2 vol.
Cuoio di vitello bruno su assi smussate sui piatti e contropiatti decorato a secco. Filetti concentrici. Cornice esterna caratterizzata da archetti incrociati sormontati da palmette, interna da busti antropomorfi entro medaglioni su sfondo fogliato. Specchio muto. Coppia di fermagli costituiti da due contrograffe in ottone assicurate al piatto anteriore tramite due chiodi metallici e da altrettante bindelle in cuoio con graffa ancorate a quello posteriore munite di una staffa fissata con tre chiodi metallici. Dorso arrotondato. Cucitura su quattro nervi. Tagli colorati in blu. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Fiore parzialmente scomparso. Cerniere indebolite. Le contrograffe1 e le note tipografiche consigliano di assegnare la legatura che mantiene le caratteristiche dei volumi cinquecenteschi di area tedesca, alla metà del secolo XVII, verosimilmente eseguita nei Paesi Bassi2.
15 G 620
Plemp, Vopiscus Fortunatus. De fundamentis medicinæ libri sex, Louanii, Typis ac sumptibus Iacobi Zegersii, 1638. 4°, [8], 525 [i.e. 527], [25] p.
Cuoio di bazzana marrone su cartone decorato a secco. Cornice caratterizzata da doppie palmette. Specchio muto. Cucitura su quattro nervi in pelle allumata. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura in fase di distacco lungo il dorso. Angoli ricurvi. Il genere di manufatto, le palmette1 in particolare (cfr. 17 B 189-193), e le note tipografiche assegnano la legatura al secondo quarto del secolo XVII, verosimilmente eseguita nei Paesi Bassi2.
15 H 1076
Barclay, John. Argenis, nunc primum illustrata, Lugd. Bat., ex officina Francisci Hackii, 1659. 8º, [28], 637, [19] p., ill. |
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16 A 75
Aguilon, François d’. Opticorum libri sex philosophis iuxta ac mathematicis vtiles. Antuerpiae, ex Officina Plantiniana, apud viduam et filios Io. Moreti, 1613. fol., [48], 684, [44] p., ill.
Cuoio di vitello marrone su cartone decorato a secco e in oro. Filetti concentrici. Fregio fitomorfo accantonato negli angoli della cornice cordonata entro una coppia di filetti. Specchio muto. Cucitura su cinque doppi nervi in canapa. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore parzialmente assente. Angoli sbrecciati. L’impianto ornamentale caratterizzato da un fregio fitomorfo accantonato negli angoli della cornice cordonata1 e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura al primo quarto del secolo XVII, verosimilmente eseguita nei Paesi Bassi.
16 B 9
Stephanus Byzantinus. De urbibus quem primus Thomas de Pinedo Lusitanus latij jure donabat … His additae praeter ejusdem Stephani Fragmentum Collationes Jacobi Gronovii cum codice Perusino, unà cum gemino rerum & verborum indice ad Stephanum & Thomae de Pinedo Observationes. Amstelodami, typis Jacobi de Jonge, 1678. fol., [20], 800, [84] p., ill.
Pergamena rigida su cartone decorata a secco. Cornice costituita da filetti incrociati. Tracce di due lacci in tessuto nero. Placca centrale di foggia orientaleggiante. Dorso arrotondato. Cucitura su sei nervi. Tagli con tracce di spruzzatura in azzurro. Stato di conservazione:discreto Avvallamenti del materiale di copertura. Il genere di manufatto caratterizzato dall’usuale placca centrale di foggia orientaleggiante1 e le note tipografiche assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XVII, eseguita nei Paesi Bassi.
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17 B 189-193
Quevedo, Francisco de. Obras. En Brusselas, por Francisco Foppens, [1660-1670]. 4°, 5 v.
Cuoio di bazzana marrone su cartone decorato a secco. Fasci di tre filetti concentrici bruniti. Cornice caratterizzata da due coppie di archetti filigranati incrociati sormontati da palmette. Specchio muto. Cucitura su quattro nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Alcune spellature. Angoli ricurvi. Il genere di manufatto, le palmette1 in particolare (cfr. 15 G 620), e le note tipografiche assegnano la serie di legature alla seconda metà del secolo XVII, verosimilmente eseguite nei Paesi Bassi.
17 C 154-155
Diogenes Laertius. De vitis, dogmatibus et apophthegmatibus clarorum philosophorum libri 10. Græce et Latine. Cum subjunctis integris annotationibus Is. Casauboni, Th. Aldobrandini & Mer. Casauboni. Latinam Ambrosii versionem complevit & emendavit Marcus Meibomius. Seorsum excusas Æg. Menagii in Diogenem observationes auctiores habet volumen 2. Ut & ejusdem Syntagma de mulieribus philosophis; et Joachimi Kühnii ad Diogenem notas. Additæ denique sunt priorum editionum præfationes, & indices locupletissimi. Amstelædami, apud Henricum Wetstenium, 1692. 4º, 2 v.
Pelle di porco su assi lignee decorata a secco. Cornici munite di volute ondivaghe fogliate, fiorami, serpentine e rami fronzuti. Mandorla centrale di foggia orientaleggiante impressa a placca. Nel secondo e terzo scompartimento del dorso la coppia di tasselli in cuoio evidenzia gli estremi dell’opera. Dorso arrotondato. Cucitura su cinque nervi. Tagli spruzzati di rosso. Stato di conservazione: discreto. Marginale scomparsa del materiale di copertura. Diffuse bruniture ai piatti. Supporti tarlati. Il genere di manufatto, affrancato dal decoro di carattere biblico imperante nel secolo precedente, e le note tipografiche suggeriscono di assegnare le legature alla fine del secolo XVII, verosimilmente eseguite nei Paesi Bassi: l’assenza di sistematici studi riguardanti questo evo non ne consente la fondata individuazione dell’artefice.
Mss. Vari G 2
Psalmi, Proverbia, Ecclesiastes, Canticum Canticorum, Sapientia, Ecclesiasticus. Antuerpiae, ex officina Plantiniana, 1629. [1801-1804 ca.] Note: libretto appartenuto a Ugo Foscolo di cui reca l’ex-libris a penna: “Ugo Foscolo. Parigi, luglio 1804” e alcuni appunti nelle ultime due carte, autografi. |
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