francia
le antiche legature di pregio . il settecento
FRANCIA
6 E 121-122 | 10 A 121-123 | 13 B 436 | 16 A 371 | 16 G 142-143 | 16 G 1127 | 17 E 565 | 17 G 533
6 E 121-122
Basan, Francois. Dictionnaire des graveurs anciens et modernes, depuis l’origine de la gravure, mise par ordre alphabetique, consirablement augmentée et ornée de cinquante estampes par differens artistes celebres … Tome premier (-second). Seconde édition. A Paris, chez l’auteur, rue & hotel Serpente; Cuchet, libraire, même maison; Prault, imprimeur du roi, quai des Augustins, a l’immortalité, 1789. 8º, 2 v., ill.
Cuoio di capra verde su cartone decorato in oro. Cornice costituita da tre filetti. Armi caratterizzate da aquile bicipiti coronate munite di scudo ovale con tre gigli e tre bande orizzontali, riferibili alla famiglia Durazzo1. Nel secondo e terzo scompartimento due tasselli in cuoio rosso recitano “DICTIONNA/DES/GRAVEUR”; in quelli residui rosetta entro sfondo circolare affiancata da quattro corolle stilizzate e perle degradanti, stelline a cinque bracci e cerchielli pieni. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Cerniere indebolite. Angoli ricurvi.
Il genere di manufatto e le note tipografiche suggeriscono di assegnare le legature alla fine del secolo XVIII, verosimilmente eseguite a Parigi, città egemone nel commercio librario transalpino. Caratteristica del periodo la presenza di due tasselli indicanti gli estremi dell’opera e il numero del tomo.
• note di dettaglio
10 A 121-123
Dantine, Maur Francois. L’ art de verifier les dates des faits historiques, des chartes, des chroniques, et autres anciens monumens, depuis la naissance de Notre-Seigneur, par le moyen d’une table chronologique, … avec deux calendriers perpetuels… Tome premier [-troisieme]. Troisieme edition. Par un religieux Benedectin de la Congregation de s. Maur. A Paris, chez Alexandre Jombert jeune, rue Dauphine, près du Pont-Neuf, 1783-1787. fol., 3 v.
Cuoio marmorizzato marrone e nero su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da tre filetti, grasso entro due magri, centrati da un cerchiello pieno in punta d’angolo. Nel secondo e quarto scompartimento entro un tassello in cuoio nero le scritte “L’ART DE / VERIFIER / LES DATES” e “1[-3]”; un motivo fitomorfo centrale entro fogliami stilizzati in quelli residui. Cucitura su sei doppi nervi. Tagli marmorizzati. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Grana del cuoio diffusamente svanita. Angoli ricurvi. Supporto in vista sul piatto posteriore.
Il genere e le note tipografiche consentono di attribuire la serie di 3 legature alla fine del secolo XVIII, verosimilmente eseguite a Parigi stante il ruolo egemone svolto dalla ville lumière nel commercio librario transalpino.
La tonalità contrastata del materiale di copertura non necessita di decoro aggiuntivo, come attesta la minuta cornice.
La marmorizzazione del cuoio riguarda la tecnica volta a ottenere sul cuoio particolari effetti cromatici che richiamano le venature del marmo o le macchiettature del granito, ottenuti con l’applicazione a spugna, a tampone o a spruzzo di colori o di acidi mordenti, come potassa, solfato di ferro, acido acetico e acido nitrico. Il pellame usato più di frequente è il vitello nei colori nocciola e marrone scuro, in quanto più adatto alla maculatura. La marmorizzazione può essere eseguita direttamente dalla conceria al momento della tintura ma anche dai legatori stessi, sia prima di eseguire la legatura sia su legature già eseguite, quando la marmorizzazione deve essere limitata a riquadri o cornici. La marmorizzazione, che si presta a rendere meno visibili eventuali imperfezioni della pelle, può assumere molteplici aspetti. Se è caratterizzata da numerose macchie scure, piccole e irregolari viene detta granité; se le piccole macchie sono molto fini, di colore vivo, viene detta jaspé; e se sono più ampie moucheté. Se la venatura più scura imita l’aspetto dei nodi del legno, si chiama radica o raciné; se ricorda il carapace di una testuggine, écaille; se imita i cerchi concentrici di un tronco sezionato, tree-calf.
Legature in cuoio marmorizzato venivano già eseguite nel secolo XVI. Coperte marmorizzate sono state segnalate su un’aldina del 1503, legata non prima del 1513; su alcune legature di Jean Grolier, verso il 1540; di Enrico ii, verso il 1550 (la biblioteca reale di Fontainebleau ne conserva esemplari di differente colore); di Tommaso Maioli, verso il 1550-1560; e su una legatura di Jacques-Auguste de Thou, della fine del secolo. L’invenzione di questo tipo di marmorizzazione è da assegnare ai legatori veneziani verosimilmente inseriti nell’orbita di Aldo Manuzio, intenzionati a imitare i disegni dei marmi antichi che allora affascinavano gli umanisti2. A Venezia, nel Rinascimento, le legature venivano marmorizzate anche a spugna o a spruzzo, con il pennello solitamente intriso di colore nero. Una legatura alla greca, in pelle colorata di marrone, marmorizzata di nero a tampone, è stata segnalata alla Biblioteca Marciana di Venezia su un testo stampato dalla bottega di Aldo Manuzio nel 1503. Quando la marmorizzazione veniva realizzata dopo il montaggio del cuoio sulla legatura, i risvolti sull’unghiatura venivano tinteggiati; sui rimbocchi il colore poteva essere ripreso con una serie di pennellate dello stesso colore.
Fu nel XVIII secolo che la marmorizzazione venne di gran moda e fu spesso direttamente eseguita nei riquadri centrali delle coperte (marmorizzazione a spruzzo nello specchio), nelle cornici e a pieno campo.
L’impiego di acidi si è però rivelato nel tempo, come per questo esemplare, causa di degrado del cuoio che, a seconda della concentrazione, col tempo presenta corrosioni e bruciature anche gravi. Il legatore Marius-Michel non esitò a bollare questa pratica come invenzione diabolica poiché il cuoio bruciato, sbriciolato, non tarda a cadere in polvere, sorte alla quale sfuggono in parte i raciné, prodotti con acidi molto diluiti, e, naturalmente, i cuoi marmorizzati con pigmenti anziché con acidi.
Esistono, anche se più rare, legature in cuoio marmorizzato con la stessa tecnica usata per le carte, mediante l’impiego di colori posati in sospensione su una base gelatinosa: una tecnica che non produce effetti corrosivi sul cuoio. In genere le coperte marmorizzate hanno poche decorazioni in oro: una semplice filettatura a volte dentellata, un sottile merletto o una greca lungo il bordo dei piatti. Inoltre la stessa marmorizzazione viene talvolta ripetuta con un elegante effetto cromatico sui tagli.
• note di dettaglio
13 B 436
Eusebius Caesariensis. Thesaurus temporum Eusebij Pamphili Caesareae Palaestinae episcopi Chronicorum canonum omnimodae historiae libri duo, interprete Hieronymo, … Eiusdem Eusebij vtriusque partis Chronicorum canonum reliquiae Graecae, … Opera ac studio Iosephi Iusti Scaligeri … Eiusdem Iosephi Scaligeri notae & castigationes in Latinam Hyeronymi interpretationem, & Graeca Eusebij. Eiusdem Iosephi Scaligeri Isagogicorum chronologiae canonum libri tres. Lugduni Batauorum, excudebat Thomas Basson, sumptibus Commelinorum, 1606 (Lugduni Batauorum, ex typographia Thomae Basson, 1606). fol., [44], 197, [21], 70, 403, [1], 192 [i.e. 292], [28], 342, [6] p.
Cuoio di vitello su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata dal decoro a dente di topo. Fregi fitomorfi lungo il margine interno dello specchio. Supra libros al centro del piatto. In testa e al piede del dorso il tassello in cuoio rosso recita “EUS: PAMPHILI / THESAURUS / TEMPORUM” e “LUGD. BATAV.1606.”; fiorone centrale su base quadrata entro fregi fitomorfi a mensola in quelli residui. Cucitura su sei nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura parzialmente scomparso in testa al dorso. Cerniere fortemente indebolite. Alcune bruniture.
Il decoro1 confinato lungo la cornice consente di attribuire la legatura al secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Francia2. L’accavallamento del decoro negli angoli testimonia l’utilizzo della rotella. Supra libros impresso in epoca posteriore a quella di confezionamento del manufatto, stante la diversa doratura rispetto a quella circostante, e presente in altri manufatti custoditi in questa Biblioteca (cfr. 6 A 98).
• note di dettaglio
16 A 371
Plinius Secundus, Caius. Historiae mundi libri XXXVII. Omnia observationibus conquisita Iacobi Dalecampii. Lugduni, apud Bartholomaeum Honoratum, 1587. fol., 2 v. in 1.
Cuoio marrone su cartone decorato a secco e in oro. Cornici concentriche munite di archetti costituiti da serpentine incrociate. Nel secondo scompartimento del dorso la scritta in caratteri capitali “LVGDVNI/1587.”; motivo floreale su base quadrata entro fregi a mensola costituiti da volute e da filetti filigranati in quelli residui. Cucitura su sette nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Fiore in parte scomparso. Supporti in parte assenti. Angoli ricurvi.
L’impianto ornamentale e i motivi floreali su base quadrata entro lo sfondo circostante muto consiglia di attribuire la legatura al secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Francia. L’importante intervallo temporale tra l’anno di stampa del testo e il presumibile periodo di confezionamento del manufatto sembra implicare l’esistenza di una o più precedenti coperte.
16 G 142-143
Lenglet Du Fresnoy, Nicolas. Tablettes chronologiques de l’histoire universelle, sacrée et profane, ecclésiastique et civile, depuis la création du monde jusqu’à l’an 1775 … A Paris, chez les frères De Buere, libraires, quai des Augustins; P. M. Delaguette, libraire-imprimeur, rue de la Vielle-Draperie, 1778. 8º, 2 v.
Cuoio marmorizzato nocciola su cartone decorato in oro. Cornice costituita da un filetto. Armi caratterizzate da quattro campi provvisti di una coppia di leoni rampanti e di bisce coronate ingollanti il bambino con scudetto centrale connotato dal toro rampante; sovrastante corona marchionale cimata. Cucitura su cinque nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Cuoio parzialmente scomparso. Cerniere indebolite. Angoli ricurvi.
Le note tipografiche suggeriscono di ritenere le legature proprie dell’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguite a Parigi stante il ruolo egemone della ville lumière nel commercio librario transalpino. Supra libros impresso in epoca posteriore alla produzione del manufatto in considerazione della diversa doratura rispetto a quella circostante.
16 G 1127
Chiesa cattolica. L’ office de la Semaine Sainte, selon le Messel et Breviaire romain; avec la concordance du Missel et Breviaire de Paris de la traduction de M. de Marolles. Ensemble l’explication des Sacres Mystères représentés par les céremonies de cet Office par Fr. Daniel de Cicongné. A Paris, Comp. des libraires associés, 1763. 8°, 770 p.
Cuoio bruno su cartone decorato in oro. Coppia di cornici concentriche costituite da due filetti. Fiorone vuoto negli angoli esterni del riquadro interno. Specchio muto. Tracce di due fermagli. Cucitura su quattro doppi nervi in canapa. Capitelli in fili écrus su anima circolare. Tagli colorati in nero. Stato di conservazione: pessimo. Materiale di copertura diffusamente scomparso lungo il dorso. Fiore assente. Angoli sbrecciati.
Il fiorone vuoto accantonato1 e le note tipografiche consigliano di ritenere la legatura propria del terzo quarto del secolo XVIII, probabilmente eseguita a Parigi2 o in Inghilterra3. Decoro del genere latamente à la Du Seuil (per la nozione cfr. Inc. D 46).
• note di dettaglio
17 E 565
Catalogue des livres de feu le Chevalier Rouillon dont la vente se fra à l’amiable le 17 mars 1759 e jours suivans, depuit huit heures du Matin jusqu’au soir. Paris, R. Davits,1759. 8°, 164 p.
Cuoio marmorizzato marrone, bruno e verde su cartone. In testa al piatto anteriore la placca recita “BIBLIOTHECÆ REGIÆ/PARMENSIS”. Dorso rivestito da un lembo in tela amaranto. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura del dorso probabilmente scomparso. Angoli ricurvi e parzialmente sbrecciati.
La diffusione del cuoio marmorizzato (cfr. 8 B 560) e le note tipografiche consigliano di attribuire la legatura al terzo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita a Parigi stante il ruolo egemone svolto dalla ville lumière nel commercio librario transalpino. L’ampio supra libros si affianca qui al decoro policromo del materiale di copertura senza eccessivo impatto. Volume appartenuto alla Biblioteca Palatina di Parma (cfr.10 G 401).
17 G 533
Marmontel, Jean-Francois. Contes moraux. Nouvelle edition, revue, corrigée & considerablement augmentée. Paris, chez J. Merlin. 1778. 12°, 3 v. in 1 v.
Cuoio di capra rosso su cartone decorato in oro. Cornici costituita da corolle allungate alternate a rosette esalobate. Ampio fogliame negli angoli dello specchio. Cucitura su tre nervi. Nel secondo scompartimento del dorso entro il tassello in cuoio nocciola, la scritta in caratteri capitali “MARMONTEL/CONTES/MORAUX”; fiorone entro fogliami accantonati in quelli residui. Tagli colorati in blu. Stato di conservazione: discreto. Apprezzabili bruniture ai piatti. Cerniere indebolite.
A fronte del decoro che non richiama alcuna bottega in particolare, le note tipografiche sembrerebbero assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita a Parigi, stante il ruolo egemone svolto dalla ville lumière nel commercio librario transalpino; la particolare foggia della cornice1 non esclude tuttavia l’avvenuta produzione nei Paesi Bassi.
• note di dettaglio