le antiche legature di pregio . il settecento
EMILIA-ROMAGNA
8 F 245
Riforma degl’Istituti Pii della Città di Modena. Modena, Eredi di Bartolomeo Soliani, s. a., [1787?]. 8°, VII, [1], 221, [3] p.
Cuoio rosso su cartone decorato in oro. Cornice provvista di rosette tetralobate alternate a fogliami. Dorso liscio. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Angoli parzialmente sbrecciati.
L’argomento di interesse locale, la probabile limitata diffusione del volume, gli inediti fregi assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. In evidenza l’utilizzo della rotella nell’ornamento del riquadro, come illustra l’accenno di accavallamento de motivi negli angoli1 e la presenza dell’unghino2, piccolo taglio obliquo, a smusso, praticato ai quattro angoli interni dei piatti adiacenti il dorso che ha la funzione di alleggerire la tensione del cuoio in questi punti durante l’apertura dei piatti e permette di modellare meglio le cuffie.
10 C 126/1-6
[Miscellanea di 7 opere numismatiche:] Abati Olivieri Giordani, Annibale degli. Della zecca di Pesaro e delle monete pesaresi dei secoli bassi. In Bologna, per Lelio dalla Volpe impressore dell’Istituto delle scienze, 1773. fol., LXIV p., IV c. di tav. calcogr.; Mengozzi, Giovanni. Sulla zecca e sulle monete di Fuligno dissertazione epistolare diretta al … sig. Annibale degli Abati Olivieri Giordani. In Bologna, per Lelio dalla Volpe impressore dell’Istituto delle scienze, 1775. fol., XXXIX, [1] p., [1] c. di tav., ill.; Zanetti, Guid’Antonio. Delle monete di Faenza dissertazione. In Bologna, per Lelio dalla Volpe impressore dell’Istituto delle scienze, 1777. fol., [6], CX p., [1] c. di tav. calcogr. ripieg.; Zanetti, Guid’Antonio. Delle monete forlivesi dissertazione. In Bologna, per Lelio dalla Volpe impressore dell’Istituto delle Scienze, 1778. fol., XX, [2] p., [1] c. di tav. calcogr., ill.; Zanetti, Guid’Antonio. Delle monete di Piombino dissertazione dedicata … al cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi. In Bologna, nella stamperia di Lelio della Volpe, 1779. fol., XXII, [2] p., [3] c. di tav., ill.; Abati Olivieri Giordani, Annibale degli. Illustrazione di un sigillo della zecca di Orvieto. In Bologna, nella stamperia di Lelio dalla Volpe, 1782. fol., 8 p.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Cornice costituita da rettangoli muniti di fogliami tetralobati entro una coppia di nastri a serpentina. Coppia di corolle stilizzate su sfondo fogliato negli angoli dello specchio. Dorso liscio. Ampia corolla fitomorfa stilizzata centrale entro cerchielli pieni e volute fogliate negli scompartimenti del dorso. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura in fase di distacco al piede del dorso. Cerniere indebolite. Gli inediti fregi ai piatti, i fioroni centrali1 lungo il dorso segnalati in legature settecentesche emiliane2, le note tipografiche costituite da sette opere tutti impresse a Bologna, l’assenza di studi circa le legature realizzate in questa città inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Conforme al gusto settecentesco il decoro confinato lungo la cornice.
10 F 159
Alfieri, Vittorio. Panegirico di Plinio a Trajano nuovamente trovato, e tradotto da Vittorio Alfieri da Asti. In Venezia, presso il Foglierini, 1787. 8°, 70, [2] p.
Cuoio marmorizzato in policromia su cartone decorato in oro e a colori. Cornice costituita da due filetti, ondivago e rettilineo. Margine interno dello specchio provvisto di greche attraversate da un’asta fogliata. Un busto antropomorfo di profilo destro (araldico sinistro) entro un serto di alloro affiancato da una coppia di fogliami. Ampio stemma centrale con scudo tripartito colorato sormontato da corona nobiliare: in testa lo stendardo provvisto della scritta “LIBERTAS” sormontato da un’aquila ad ali patenti, al piede banda trasversale scaccata entro una coppia di fregi fitomorfi. Dorso liscio. Cucitura su due nervi. Tagli spugnati di rosso e blu. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Angoli ricurvi. Le greche attraversate da un’asta fogliata1 (cfr. 8 F 109) e le note tipografiche propongono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Negli angoli, il busto del poeta laureato Vittorio Alfieri2 (?) (cfr. 10 G 229/1-2) con intento allusivo al testo (?).
• note di dettaglio
10 G 151
Paradisi, Agostino. Elogio del principe Raimondo Montecuccoli … Edizione seconda (Bologna, dalla stamperia di Lelio dalla Volpe, 1776). 8º, [2], 85, [3] p., [1] ritr.
Cuoio marmorizzato marrone e nero su cartone decorato in oro. Cornice fitomorfa. Un melograno negli angoli interni dello specchio. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Spellature ai piatti. Supporti stanchi. Gli inediti fregi, il carattere economico del volume e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Paradisi, Agostino – Salandri, Pellegrino. Paradisi e Salandri rime. Tomo 1. (In Reggio, nella stamperia di Giuseppe Davolio, 1785). 12°, 2 parti: VIII, 76; 8, 166, [2] p.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da un filetto ondivago entro due rettilinei. Busto centrale del poeta laureato rivolto verso destra (sinistra araldica) entro un serto circolare di alloro su sfondo circolare. Tagli spruzzati di blu. Stato di conservazione: discreto – buono. Marginali spellatura. Angoli ricurvi. Il busto centrale1 e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna2.
Herodotus. Delle guerre de Greci & de Persi, tradotto di greco in lingua italiana per Mattheo Maria Boiardo. Venetia, per Bernardino de Bindoni, ad instantia de Marchio Sessa, 1539. 8°, 304, [4] c.
Cuoio di bazzana marrone su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da un decoro a dente di topo e da un filetto continuo. Margine interno dello specchio munito di palmette alternate a fregi fioriti e fogliati. In testa al piatto anteriore tre gigli borbonici sormontati dalla scritta a placca “BIBLIOTHECÆ REGIÆ/PARMENSIS”. Tagli marmorizzati. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura parzialmente svanito lungo il dorso. Angoli ricurvi e sbrecciati. Il decoro lungo il margine dello specchio1 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita a Parma. Volume appartenuto alla Biblioteca Palatina di Parma2.
Divozioni, ovvero Esercizi sacri da praticarsi da ogni fedel cristiano, ede in fine i Sette Salmi Penitenziali spiegati in lingua volgare, Reggio, Giuseppe Davolio, s. a. 8°, 144 p.; dolori et allegrezze della Beata Vergine Maria, Reggio, per il Davolio, s. a. 8°, 12 p.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Cornice costituita da due filetti muniti di motivi fioriti. Una stella a sei punte negli angoli interni dello specchio. Dorso liscio. Un fiorone centrali negli scompartimenti del dorso liscio, costituiti da coppie di tre filetti orizzontali Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura in fase di scomparsa in testa del dorso. Apprezzabili spellature ai piatti. Angoli ricurvi. Gli infrequenti motivi e le note tipografiche sembrano assegnare la legatura al secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
12 F 111
Phaedrus. Phaedri Augusti liberti, et Fl. Aviani Fabulae cum adnotationibus ad utrumque. Accedunt fabulae graecae latinis respondentes, et Homeri Batrachomyomachia in usum scholarum Seminarii patavini Bassani sed prostant Venetiis, apud Remondini, 1775. 12º, 272 p.
Cuoio marrone rossiccio su cartone decorato Cornice caratterizzata da cestini fogliati alternati a fogliami. Triangoli dal margine superiore tremulo con due losanghe. In testa al piatto anteriore la scritta “PRAEM. SUMM. / DILIGENT. / in schol. / SUPER GRAMM. / MVTINEN.”, “ANNO / MDCCLXXVII / INSTAVR. ARCHIG. / MVT. ANN. V”. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre. Fiore parzialmente scomparso. Cerniere indebolite. Angoli parzialmente sbrecciati e ricurvi. Libro premio dell’Università di Modena del 1777, verosimilmente eseguita in quella città. L’università fu rifondata dal Duca Francesco III d’Este nel 1772: le Constitutioni per l’università di Modena pubblicate nel settembre del 1772 stabilivano l’organizzazione dello Studio in quattro facoltà o classi: teologia, giurisprudenza, medicina e filosofia1. Il libro è il premio più comunemente distribuito agli alunni più meritevoli, alla fine d’ogni anno scolastico, nei collegi della Compagnia di Gesù od in altri istituti similari, specie nei ginnasi olandesi. Si incominciò ad offrirlo a partire dalla fine del xvi secolo: il più antico esemplare conosciuto è un libro premio donato dai Gesuiti di Liegi (Belgio) nel 1597. Questo tipo di pubblicazione contiene di solito testi educativi, edizioni di classici o libri di storia. L’usanza, molto diffusa nel Seicento e nel Settecento, si è perpetuata fino quasi ai nostri giorni. Il libro premio è caratterizzato dalla costante presenza, al suo interno, della menzione del premio, generalmente in latino, e del sigillo a secco dell’istituto. Nel secolo XVII, questa menzione era in genere manoscritta, posta sulla prima pagina di guardia. È verso la fine di quest’ultimo secolo che compaiono le menzioni prestampate per le parti fisse, lasciando in bianco quelle variabili, incollate sul contropiatto anteriore. Queste menzioni comportano, generalmente e secondo un ordine variabile, il nome del Collegio, il nome ed i titoli del donatore, la disciplina oggetto del premio, il nome dello studente, la sua classe di appartenenza, una firma, generalmente riferibile al prefetto o ad un professore. Queste menzioni sono in gran parte scomparse, poiché molti nuovi possessori hanno cancellato i riferimenti ai proprietari precedenti. Se i Gesuiti solevano regalare libri pubblicati da membri dell’Ordine, negli altri collegi predominano i testi di autori classici. Curiosa la differenza tra la data di stampa del testo e la data di conferimento del volume, a volte, anche di decenni posteriore. Sulla coperta sono impresse le armi del Collegio, della città, delle Amministrazioni locali o dell’eventuale protettore che offre il libro: vescovo o notabile locale. Il valore del libro dipende esclusivamente dalla generosità del donatore, un tempo denominato con voce sapiente, ora desueta, di agonoteta (da agon, combattimento e tithèmi porre) che designava nell’antica Grecia i giudici che vigilavano sul buon andamento dei pubblici spettacoli e decretavano il premio ai vincitori. Generalmente le legature dei libri premio offerti da Collegi sono di modesta fattura, sia per quanto riguarda i materiali, bazzana o pergamena, sia per la decorazione: in Olanda nel Seicento e nel Settecento, i premi scolastici legati in pergamena, erano di solito ornati con lo stemma della città in cui era ubicata la scuola. Le legature dovute alla liberalità di un donatore erano in genere costituite da materiali più nobili (vitello o marocchino) con ricche decorazioni. Nel XVII secolo, in Francia ad esempio, si conoscono lussuose legature decorate a seminato. Gli stemmi impressi su queste legature non sono simboli di appartenenza. La maggior parte dei libri di premio non è mai appartenuta ai personaggi dei quali recano le armi. Quando presentano, sopra il medaglione centrale, le armi di Francia, queste indicano l’originale reale del Collegio. In Italia libri premio dal XVI al XVIII secolo sono state segnalati da Claude Sorgeloos (Sorgeloos 1993, pp. 30-31) e, più recentemente, da Francesco Malaguzzi (Malaguzzi 1994, pp. 151-152). Ne esistono in gran numero e sono oggetto di collezionismo. Nel XIX secolo si ebbero in Europa, e specialmente in Francia, molte edizioni di libri premio per le scuole, forniti di legature editoriali in cartonaggio con impresse decorazioni policrome o in oro.
•
note di dettaglio
13 D 288-289
Scotti, Davide. Il Davide. Lezioni sacre dell’abate Davide conte Scotti. Parte prima [-seconda] Bologna, nella stamperia di S. Tommaso d’Aquino, 1793. 4°, 2 v.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Cornice costituita da tre filetti. Fregio fitomorfo negli angoli interni dello specchio. Nel secondo e terzo scompartimento del dorso una coppia di tasselli in cuoio rosso e verde recita “SCOTTI/IL DAVIDE” e “TOM. I. (-II.)”; melograno centrale entro fogliami accantonati in quelli residui. Tagli marmorizzati. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Angoli ricurvi. I melogranI1 e le note tipografiche consentono di assegnare la coppia di legature alla fine del secolo XVIII, verosimilmente eseguite a Parma2. Caratteristica del periodo, la coppia di tasselli in cuoio dalla diversa tonalità nel secondo e terzo scompartimento del dorso.
Olivieri, Maurizio Benedetto. De sacro Hebraico textu sub augustis auspiciis Ferdinandi 1. r. Hispaniarum infantis … disputationem publice instituit fr. Mauritius Benedictus Oliveri ordinis praedicatorum facta cuilibet contradicendi potestate. Parmae, ex regio typographio, 1793. 4º, [2], VI, 70, [2] p.
Cuoio marmorizzato marrone e bruno su cartone decorato in oro. Cornice costituita da tre filetti. Giglio borbonico negli angoli interni dello specchio. Stemma centrale Borbone – Parma. Dorso liscio. Fregio fitomorfo centrale negli scompartimenti. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto – buono. Angoli ricurvi. La cornice a tre filetti, le armi Borbone – Parma a piastra1, proprie del luogo di esecuzione del manufatto, i fregi fitomorfi centrali2 e le note tipografiche assegnano la legatura alla fine del secolo XVIII, eseguita a Parma.
Diocesi di Faenza. Officia propria sanctorum celebranda in civitate et dioecesi Faventina ex indulto apostolico, & S.R.C. decretis edita iussu … d.d. Dominici Manciforte .. Editio præ cæteris admodum emendatior complectens officia usque ad hanc diem concessa eidem civitate, & dioecesi. Faventiæ, typis Josephi Antonii Archii impressoris episcopalis, 1790. 12º, 155 [i.e. 255], [1] p.
Cuoio testa di moro su cartone decorato in oro. Cornice costituita da un filetto. Margine interno dello specchio caratterizzato da fregi fitomorfi. Motivo fogliato negli angoli interni dello specchio ripetuto al centro degli scompartimenti del dorso. Cucitura su quattro nervi. Stato di conservazione: buono. Gli inediti motivi, il carattere locale ed economico della pubblicazione suggeriscono di assegnare la legatura alla fine del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Torselllini, Orazio. De vita S. Francisci Xaverii libri sex quam emendatissimi editi. Bononiae, apud Thomam Colli ex Typ. S. Thomae. 1746. 8°, XXXI, [1], 404 p., 1 ritr.
Cuoio marmorizzato marrone e nero su cartone decorato in oro. Cornice costituita da un filetto provvisto esternamente di un decoro a dente di topo, internamente da fregi fitomorfi. Fiorone negli angoli interni dello specchio. Cucitura su cinque nervi; motivo floreale centrale negli scompartimenti. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Cerniere indebolite, specie al piede del dorso. Spellature al piatto posteriore. La probabile limitata diffusione del volume stante l’argomento, i fioroni1 di gusto romano2 (noto è il reciproco influsso stilistico tra i capoluoghi capitolino e felsineo), l’infrequente decoro della cornice3 e le note tipografiche assegnano la legatura alla metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Scotti, Giovanni. Dies sacra per loca divinae scripturae progrediens. Bononiae, ex typ. Laelii a Vulpe, 1736. 12º, 156, [12] p.
Cuoio bruno su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da un decoro a pizzo ripetuto orizzontalmente lungo il dorso. Specchio muto. Dorso su cinque nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Angoli ricurvi. La probabile limitata diffusione del volume considerato l’argomento e le note tipografiche suggeriscono di assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Conforme al periodo il decoro confinato lungo la cornice il cui accavallamento negli angoli rivela l’utilizzo della rotella.
Barbieri, Giuseppe Filiberto. Considerazioni sopra alcune verità principali della nostra santa fede, e discorsi spettanti alle stesse composti, e detti in Bologna nella chiesa di S.ta Lucia. Bologna, per Lelio dalla Volpe, 1722.12°, [12], 612 p.
Cuoio di capra bruno su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da fregi fitomorfi e stilizzati. Motivo fogliato sormontato da corolla con pistillo filigranato. Dorso su tre nervi. Tassello in cuoio rosso con gli estremi dell’opera. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Angoli ricurvi. Gli infrequenti fregi, la probabile limitata diffusione del volume considerato l’argomento e le note tipografiche suggeriscono di assegnare la legatura alla prima metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Conforme al periodo il decoro confinato lungo la cornice.
Ravenna <Arcidiocesi>. Officia propria sanctorum sanctae metropolitanae ecclesiae Ravennae ejusque dioecesis et aliorum a Sac. Rit. Congreg. adprobat. Nunc denuo illustrissimi ac reverendissimi d.d. Antonii Cantoni ejusdem sanctae Raven. ecclesiae archiepiscopi, et principis jussu edita. Editio prae caeteris admodum emendatior complectens officia usque ad hanc diem concessa. Faventiae, ex typis Josephi Antonii Archii, 1779. 12°, XII, 168.
Cuoio marmorizzato marrone e bruno su cartone decorato in oro. Cornice costituita da un filetto. Margine interno caratterizzato dal decoro a dente di topo. Cucitura su quattro nervi. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Spellature ai piatti. Angoli ricurvi. Il carattere economico del volume, l’argomento del testo e le note tipografiche assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
15 I 754
Serassi, Piero Antonio. Dissertazione sopra l’epitaffio di Pudente Gramatico. Edizione seconda riveduta e corretta. 1787. 8º, [10], 120 p. [Nota: opera stampata a Parma da Bodoni, cfr.: Brooks, n. 333].
Cuoio marmorizzato marrone decorato in oro. Cornice costituita da ovali alternati a coppie di fregi fitomorfi. Specchio muto. Fiorone entro quattro cerchielli pieni negli scompartimenti del dorso. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura in fase di distacco in testa del dorso. Fiore parzialmente scomparso. Angoli sbrecciati. L’infrequente decoro della cornice, la presumibile limitata diffusione della pubblicazione e le note tipografiche sembrano assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Il ministero di Guglielmo Pitt. Traduzione. In Modena, nella stamperia Montanari, 1768. 8º, [8], 279, [1] p.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Cornice fitomorfa di gusto rococò. Melograno fogliato negli angoli interni dello specchio. Fregio fiorito centrale entro scompartimenti negli scompartimenti del dorso. Cucitura su quattro nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Angoli ricurvi. Il decoro della cornice
1, notato in foggia analoga in un’altra coperta
2 (cfr.
17 A 96) presente in questa Biblioteca e riferibile alla medesima bottega (come attestano tra l’altro i melograni accantonati), la probabile circoscritta diffusione del volume considerato l’argomento, e le note tipografiche consigliano di assegnare la legatura alla seconda metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Modena. Decoro della cornice del genere rococò (per la nozione cfr.
10 C 50). Usuale specchio sostanzialmente libero settecentesco.
Accademia di scienze, lettere e arti <Modena>. Prose e poesie degli Accademici Ducali Dissonanti di Modena recitate nella solenne adunanza … per celebrare il compimento del primo secolo dell’accademia e l’avvenimento al trono del serenissimo Ercole III. In Modena, per gli eredi di Bartolomeo Soliani stampatori ducali, 1781. 4º, 202, [2] p.
Cartone avoriato xilografato decorato in inchiostro nero. Cornice caratterizzata da un’asta filigranata munita di festoni. Fregi stilizzati lungo il margine dello specchio. Ampio stemma sul piatto anteriore mentre su quello posteriore campeggia l’emblema dell’Accademia dei Dissonanti costituita dalla cetra sormontata dall’aquila provvista di ali abbassate entro un nastro dalla iscrizione in caratteri capitali “Digerit in numerum DUCALIS DISSONANTIUM ACCAD.”. Dorso liscio. Stato di conservazione: discreto. Angoli ricurvi. L’argomento locale del testo e il carattere economico del volume consentono di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII. Le coperte tipografiche1 compaiono a Parigi con i fratelli Brasseur verso la metà del XVIII secolo. Sono coperte in cartoncino più o meno spesso, decorate con minuscoli fregi che, variamente combinati, formano cornici, cartigli e motivi di vario tipo. Si generalizzano in questa forma dal primo quarto dell’Ottocento. A questo genere di legatura è stata accordata relativamente scarsa attenzione, spesso per la modestia della decorazione. Tuttavia esse sono importanti in quanto rivelano date, nomi e cognomi di editori e stampatori, annunci librari e sono talvolta ingentilite sui piatti o sul dorso, da vignette a volte inedite e non riprodotte nel testo. Il loro aspetto è peculiare per ogni Paese e interessa di solito almanacchi, libri di scuola, messali o periodici. La stampa sulle coperte è caratteristica della fase preindustriale legata allo stampatore-editore. Lo stesso volume può esistere con differenti copertine. La legatura in carta doveva consentire anche all’acquirente con pochi mezzi l’acquisto di un libro economico, dignitoso, esteticamente gradevole. La coperta stampata, spesso a vivaci colori, era provvista di decorazioni, semplici o complesse, del titolo del volume o dell’elenco di altre pubblicazioni della stesso editore. Pierre Simon Fournier Jeune (1712-1768), uno dei maggiori creatori di caratteri del secolo XVIII, si servì pure dei caratteri utilizzati nel suo Manuel typographique (1764-66) (1991-Cambridge) per stampare le coperte tipografiche da lui prodotte. Dal punto di vista tecnico, queste legature presentano numerose varietà secondo i paesi di origine. Generalmente sono in brossura (semplice coperta di carta o cartoncino incollata solo lungo il dorso) o in cartonato (vera e propria legatura editoriale eseguita con la tecnica della legatura a cartella) o alla Bradel. I margini dei volumi sono di rado rifilati, a comprovare che si tratta di legature provvisorie destinate a essere successivamente dotate di una legatura definitiva. Giova ricordare che bibliofili e bibliotecari, specie di biblioteche nazionali e universitarie, hanno non raramente provveduto nel corso degli anni a sostituire queste coperte provvisorie. La Biblioteca civica Passerini Landi di Piacenza custodisce un analogo esemplare2.
Per la solenne dedicazione della statua equestre innalzata dal pubblico di Modena all’immortale memoria dell’altezza serenissima di Francesco III gloriosamente regnante applausi poetici consecrati alla medesima A. S. In Modena, per gli eredi di Bartolomeo Soliani stampatori ducali, 1774. fol., [12], CCIII, [1] p., [1] c. di tav., 1 ritr.
Cuoio rosso su cartone decorato in oro. Cornice fitomorfa di gusto rococò. Melograno e coppia di fregi a culla entro fogliami negli angoli interni dello specchio. Armi della città di Modena caratterizzate da uno scudo sannitico di color oro con una croce azzurra dietro cui vi sono due trivelle incrociate, sovrastato da una corona ducale. Cucitura su cinque nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura in fase di distacco lungo il dorso. Marginali spellature. Diffuse bruniture ai piatti. Angoli ricurvi e parzialmente sbrecciati. Il decoro della cornice1 notato in foggia analoga in un altro manufatto2 (cfr.
16 D 446) presente in questa Biblioteca e riferibile al medesimo atelier (come attestano tra l’altro i melograni accantonati), la probabile circoscritta diffusione del volume considerato l’argomento, lo stemma della città di Modena3 e le note tipografiche consigliano di assegnare la legatura alla seconda metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Modena. Decoro della cornice del genere rococò (per la nozione cfr.
10 C 50). Usuale specchio settecentesco sostanzialmente libero da decoro.
Theophrastus. Characterum ethicorum Theophrasti Eresii capita duo hactenus anecdota quae ex cod. ms. Vaticano saeculi 11. Graecae edidit Latine vertit praefatione et adnotationibus illustravit Iohannes Christophorus Amadutius. Parmae, ex Regio typographeo, 1786. 4º, 128, [10] p., [1] ritr.
Cuoio di bazzana marmorizzata marrone e turchese su cartone decorata in oro. Cornice caratterizzata da tre filetti. Specchio muto. Bande fitomorfe in testa e al piede del dorso. Ghianda centrale entro fogliami accantonati negli scompartimenti. Cucitura su cinque nervi evidenziati dalla coppia di filetti orizzontali in testa e al piede. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Materiale di copertura parzialmente scomparso. Angoli ricurvi. Le ghiande
1, il testo dalla probabile limitata diffusione e le note tipografiche suggeriscono l’attribuzione della legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Goldoni, Carlo. Il filosofo di campagna dramma giocoso per musica di Polisseno Fegejo Pastor Arcade da recitarsi nel Teatro dell’Illustrissimo Pubblico di Reggio il Carnovale dell’anno 1760. In Reggio, per Giuseppe Davolio, [1760]. 12°, 60 p.
Cuoio di capra bruno su cartone decorato a secco in oro. Fasci di filetti concentrici. Margine interno della cornice provvisto di fregi stilizzati, volute azzurrate e motivi fitomorfi. Cucitura su quattro nervi. Contropiatti rivestiti da un foglio di carta xilografata a raffigurare fiorami rossi e blu. Indorsatura realizzata tramite lembi cartacei azzurri. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Nervi in fase di cedimento. Marginali spellature. Angoli ricurvi. Il carattere locale ed economico della pubblicazione propone di attribuire la legatura al terzo quarto del secolo, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Antiphonarium Franciscanum festivum proprium Sanctorum dal giugno all’Avvento.[Sec. XV (fine)]. Membr. (cart. le c. I-IV); 565 x 410 mm; c. 214. Provenienza: Madonna della Ghiara.
Cuoio marrone rossiccio su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici e ampia losanga ingentiliti da piccoli fregi fogliati. Ampie lastre piatte dal margine ad archetti muniti di piedi di sostegno nella porzione inferiore, affiancati da borchie in foggia di cappello cardinalizio. Coppia di fermagli costituiti da lacerti di due bindelle in pelle allumata (sparita quella di testa), collocati in apposita sede nel piatto anteriore, assicurate con quattro chiodi metallici a testa piatta e da due contrograffe sotto forma di accenno a triangolo collegato ad archi con tenone centrale (assente quello di piede), ancorate a quello posteriore. Cucitura su cinque nervi protetti da un’ampia banda in corame lungo il dorso fissata con due coppie di chiodi in ottone alle estremità. Etichetta cartacea con il titolo dell’opera al piede del piatto posteriore. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura diffusamente scomparso al piatto anteriore. Volume restaurato1. Legatura eseguita nel maggio 1719 da Fra Domenico da Varano, come indicato dalla nota manoscritta sulla carta di guardia posteriore2, verosimilmente in Emilia-Romagna. In evidenza le borchie sotto forma di cappello cardinalizio3, dalla foggia conica in ottone: il chiodo di fissaggio al supporto di cui si nota l’affossamento (è incluso in occasione della procedura di fusione del metallo) e le contrograffe4.
Graduale del Tempo dalla prima domenica di Avvento alla terza domenica in Quadragesima, in latino. 1464. Membr. (cart. le c. I e II); 560 x 380 mm; c. I + 170 c. + c. II; copiato da: Giovanni da Perugia, grafia gotica corale a inchiostro bruno, 5 righe di testo a piena pagina, indicazioni liturgiche a inchiostro rosso.
Cuoio di bazzana marrone su assi lignee in corrispondenza dei tagli. Ampie lamine in ottone lungo il margine dei piatti a formare fogliami stilizzati negli angoli, assicurati tramite chiodi e bulloni dalla testa emisferica. Margherita centrale stilizzata a otto petali. Tracce di due fermagli costituiti da due lacci un cuoio su anima in pelle allumata agganciati al centro del quadrante posteriore. Al piede del piatto posteriore, la lunetta cartacea inquadrata entro quattro laminette in ottone, sormontata dalla lettera “D” indica gli estremi dell’opera. Cucitura su sei nervi. Tagli spugnati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Volume restaurato1.
Sull’ultima carta si legge: «Questo graduale fu scritto nel 1464 in un sol tomo. Fu poi diviso per la troppa grossezza in due tomi nel 1700 e ristaurato da P. Angelo da Modena per ordine del P.M.R. Luigi della Mirandola Guardiano nel 1779»
2, verosimilmente in Emilia-Romagna. Costituiva un unico volume con
Corali 17 A 139 scisso nel secolo XVIII.
Graduale feriale dalla Quadragesima al Giovedì Santo inclusive [Parte II del Graduale collocato in 17 A 138].
Cuoio bruno su assi lignee munito di cinque bulloni dalla testa emisferica, fermaglio in cuoio di restauro e di due piedi stabilizzatori in ottone. Tagli spugnati in rosso. Stato di conservazione: mediocre. Diffuse bruniture del materiale di copertura Dorso rifatto. Volume restaurato da Mario Bertani nel 1933
1. Le note graduali che costituiscono la Parte II del
Graduale collocato in
Corali 17 A 138 inducono ad assegnare la legatura al secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Messe e Antifone per Coro dei Minori Osservanti di Modena. [Sec. XVIII]; cartaceo; 505 x 380 mm; c. 181. A c. 1r: dedica di Fra Girolamo “de Borrupto” [Boretto?] che formò il volume nell’anno 1735.
Cuoio marrone su assi lignee decorato a secco. Filetti incrociati muniti di fregi fitomorfi. Archetti filigranati lungo il margine dei cantonali piatti in ottone con bottone centrale vuoto due dei quali scomparsi al piatto anteriore. Umbone ovale centrale caratterizzato dal margine a cerchielli. Al piede del piatto posteriore l’etichetta cartacea connotata “I”. Tracce di due fermagli caratterizzati dai lacerti di altrettante bindelle in cuoio su anima in pelle allumata e dal paio di contrograffe latamente circolari munite di tenone. Al piede dei labbri, punte e chiodi ferrei. Tagli spruzzati di blu. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura del dorso scomparso. Apprezzabili spellature. Volume restaurato1. L’argomento del testo, le successive provenienze (il Coro di S. Margherita2 dei Minori Osservanti di Modena, quello della Ghiara di Reggio poi) suggeriscono di ritenere la legatura propria del secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Kyriale; Sequenziario; Graduale per messe speciali, in latino. [1458 ca.]. Membr. le c. VI-X, 1-152; cart. le c. I-V e XI; 495 x 360 mm; grafia gotica corale a inchiostro bruno, grafia moderna a imitazione della gotica a inchiostro nero alle c. I-IX, Xv e XI, 5 o 10 righe di testo a piena pagina nelle carte della sezione orig., numero variabile nelle carte aggiunte, indicazioni liturgiche a inchiostro rosso, molte carte palinseste.
Cuoio di bazzana marrone su assi lignee in corrispondenza dei tagli. Ampie lamine in ottone lungo il margine dei piatti, assicurati tramite chiodi. Cinque bulloni dalla testa emisferica. Due fermagli. Al piede del piatto posteriore, l’etichetta cartacea provvista dalla lettera “A”. Due coppie di piedi stabilizzatori lungo i labbri inferiori. Cucitura su cinque nervi. Tagli colorati in blu. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Restauro della Soprintendenza Bibliografica Emilia, giugno 19601.
Nell’interno dell’ultimo piatto nota manoscritta: «Questo volume fu rilegato da me Padre Gian Domenico da Varano Minore Osservante del 1715 a dì 9 ottobre»2, verosimilmente in Emilia-Romagna.
Antiphonarium Romanum cum omnibus Sanctorum Seraphici Ordinis S. Francisci.1744. Cartaceo; 500 x 375 mm; c. 456 + 8. Redatto nel 1744 da Don Lorenzo Francesco Gozzi.
Cuoio testa di moro su assi decorato a secco. Cornici concentriche caratterizzate da losanghe filigranate incrociate, cerchielli vuoti. Specchio delimitato da due filetti incrociati. Cinque borchie in ottone dalla testa emisferica, centrale affiancata da occhi di dado accorpati. Al piede del quadrante anteriore, l’etichetta cartacea reca la lettera “R”. Cucitura su cinque nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Volume restaurato1. Il periodo di redazione suggerisce di attribuire la legatura alla metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Volume proveniente dalla Ghiara.
Vesperale proprium nonnullorum Sanctorum et Beatae Virginis Mariae. 1702. Cartaceo; 500 x 390 mm; p. 118. Redatto nel 1702 da Don Francesco Giuseppe Franchi.
Cuoio marrone su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici collegati negli angoli. Tracce di cinque borchie su base circolare e di due fermagli. Dorso liscio. Tagli colorati in blu. Stato di conservazione. mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Volume restaurato negli anni Settanta del Novecento1. Il periodo di redazione suggerisce di assegnare la legatura al primo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Volume proveniente dalla Cattedrale di Reggio Emilia.
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note di dettaglio
Corali 17 A 158
Antiphonarium proprium de Tempore a Sabbato ante Dominicam 1a Adventus usque ad feriam IV Hebdom. Palmarum inclus. ad usun tantum Cathedralis Regii. Liber I°. 1738. Cartaceo; 570 x 410 mm; p. 291. Redatto nel 1738 da Don Francesco Giuseppe Franchi.
Cuoio marrone goffrato su assi lignee, decorato a secco. Filetti concentrici, anche nello specchio a formare un’ampia losanga. Tracce di quattro cantonali dalle estremità arcuate, e di un umbone su base circolare. Tracce di due fermagli. Cucitura su sette nervi. Tagli spugnati di rosso. Stato di conservazione: mediocre. Apprezzabili spellature ai piatti. Banda orizzontale di rinforzo in testa al dorso. Volume restaurato negli anni Settanta del Novecento1. Il periodo di redazione suggerisce di assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Volume appartenuto alla Cattedrale di Reggio Emilia.
Antiphonarium proprium de Tempore a fer. V in Coena Domini ad Officium Tenebrarum intra S. Hebdomadam usque ad Dominicam XXIV post Pentecostem ad usun tantum Cathedralis Regii. Liber II°. 1738. Cartaceo; 570 x 410 mm; p. da 292 a 446. Redatto nel 1738 da Don Francesco Giuseppe Franchi.
Cuoio marrone goffrato su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici, anche nello specchio a formare un’ampia losanga. Tracce di quattro cantonali dalle estremità arcuate, e di un umbone dalle estremità a punte su base circolare. Tracce di due fermagli. Cucitura su sette nervi. Tagli colorati in blu. Stato di conservazione: mediocre. Apprezzabili spellature ai piatti. Volume restaurato1. Il periodo di redazione suggerisce di assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Volume appartenuto alla Cattedrale di Reggio Emilia.
Antiphonarium Sanctorum ad uso del coro di S. Andrea di Gualtieri dell’Ordine francescano. 1730. Cartaceo; 420 x 260 mm; c. 147. Scritto da Fra Girolamo “de Borrupto” [Boretto?] nel 1730 nel convento di S. Spirito di Reggio ad uso del coro di S. Andrea di Gualtieri.
Cuoio marrone su assi smussate decorato a secco. Filetti concentrici. Cantonali di foggia latamente triangolare assicurati al supporto con chiodi adeguati in numero. Al piede del piatto posteriore l’ampia etichetta cartacea raffigura la lettera “L”. Piedi di sostegno in ottone nei labbri inferiori. Cucitura su cinque nervi. Tagli spugnati di rosso e blu. Volume restaurato nel 1978 dal Laboratorio Scianna di Castrocaro1. La data di redazione suggerisce di assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia.
Repertorio della Libreria di Santo Spirito di Reggio fatto l’Anno 1732, [1732]. Cart., 430 x 295 mm, 459 c.
Cuoio bruno su cartone decorato a secco. Cornice e ampia losanga centrale ingentilite da fregi fitomorfi. Cinque borchie emisferiche dalla testa piatta in ottone su base circolare. Coppia di due fermagli costituiti da due bindelle in cuoio dall’anima in pelle allumata con puntale metallico assicurate al piatto posteriore tramite quattro chiodi metallici e a quello anteriore a mezzo di base quadrangolare ancorata tramite quattro chiodi pure metallici da cui spunta il tenone. Cucitura su cinque nervi evidenziati da una coppia di filetti convergenti ai piatti. Tagli spugnati in verde e rosso. Iscrizione inchiostrata parzialmente scomparsa lungo il taglio di gola. Stato di conservazione: mediocre-discreto. Fiore del materiale di copertura parzialmente scomparso ai piatti, interamente lungo il dorso arrotondato. L’argomento del testo di spiccata valenza locale, suggerisce di attribuire la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita a Reggio. Di semplice esecuzione ma dal suggestivo effetto i tagli spugnati colorati1.
Novena della gloriosa Madre Sant’Anna che si fa nell’Oratorio di S. Carlo. Reggio, pel Davolio, s. d. [sec. XVIII]. 32°, pp. 8.
Cuoio blu a grana lunga su cartone decorato in oro. Cestino fiorito negli angoli dello specchio. Cornice caratterizzata da fogliami mossi. Ampio melograno centrale fogliato. Dorso liscio. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Gli inediti fregi e l’argomento del testo di interesse locale inducono ad assegnare la legatura alla seconda (?) metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Officio picciolo di S. Giuseppe con brevi Meditazioni de’ Sette Dolori et Allegrezze di detto Santo. In Reggio, per li Vedrotti, [1753]. 32°, 30 p.
Cuoio di bazzana marrone marmorizzato su cartone decorato in oro. Cornice ondivaga a filetti spezzati. Fregio fitomorfo negli angoli interni dello specchio. Ripetuti in quattro addossati al centro della cartella entro ampi fogliami e quattro farfalle. Stato di conservazione: mediocre- discreto. Diffuse spellature ai piatti. Angoli sbrecciati. Il carattere locale della pubblicazione dalla probabile limitata diffusione e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura al terzo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna.
Orazioni. [1701-1800 ca.]. Cart.; 247 x 190 mm; 2 c.
Cuoio marmorizzato marrone e bruno su cartone decorato in oro. Margine della cornice a due filetti caratterizzato da volute fogliate e fiorami. Coppia di volute fogliate e farfalla negli angoli interni dello specchio, ripetuti nella cartella centrale, affiancati da stelle mute, altri fogliami e cerchielli. Dorso liscio munito di corolla dal pistillo allungato negli scompartimenti delimitati da coppie di filetti. Contropiatto anteriore rivestito da una carta spugnata policroma; su quello posteriore un foglio cartaceo manoscritto dal contenuto religioso. Stato di conservazione: discreto. Se il margine frastagliato dei fogliami1 evidenzia il gusto rococò del manufatto, le corolle negli scompartimenti del dorso notate in legature settecentesche parmensi, inducono ad attribuire la legatura alla metà (?) del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna. Blocco scollegato rispetto alla coperta.
“Metodo per le processioni a’ santi nostri Protettori Grisanto, e Daria, Prospero, e Sebastiano. Ad uso de’ devoti che cantano le lodi sotto le Loggie dell’Illustriss. Communità di Reggio avanti ad un’Imagine della B.V. Maria posta ivi l’anno 1712. D. Franchi scriveva 1741”. 1741. Cartaceo; 215 x 145 mm; 42 p.
Cuoio di bazzana marrone su cartone decorata a secco e in oro. La cornice a filetto provvista di un ampio giglio accantonato esterno, delimita la cartella centrale caratterizzata rispettivamente da tre e quattro coppie di rosette esalobate e di grottesche. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: discreto. Spellature ai piatti e lungo il dorso. Gli inediti fregi1, l’argomento del testo di interesse locale e l’epoca di redazione inducono ad assegnare la legatura alla metà del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in Emilia-Romagna
Paciaudi, Paolo Maria. Descrizione delle feste celebrate in Parma l’anno 1769. Per le auguste nozze di sua altezza reale l’infante Don Ferdinando colla reale arciduchessa Maria Amalia. In Parma, nella Stamperia reale, [1739]. fol., [8], 76 p., [37] c. di tav., ill.
Cuoio marmorizzato marrone su cartone decorato in oro. Armi Borbone – Parma entro un serto di fogliami. Cucitura su sette nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Marginale scomparsa del materiale di copertura. Alcune spellature ai piatti. Le armi impresse a piastra (non realizzate a filetti), l’argomento del testo e le note tipografiche suggeriscono di assegnare la legatura al terzo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita a Parma.