quattro-cinquecento
le antiche legature di pregio . QUATTRO – CINQUECENTO
INC. A 24 | INC. D 25 | INC. E 28 | INC. E 41 | INC. E 42 | INC. E 43 | INC. F 45 | INC. G 8 | INC. G 29 | INC. G 30 | INC. G 39 | INC. G 46 | MSS. VARI F 13
INC. A 24
Perotto, Niccolò. Cornucopiae linguae latinae, cur. Pirro Perotto; rev. Lodovico Odasio. [Con:] Commentariolus in prohemium Historiae naturalis Plinii. Venezia, Dionigi Bertocchi, 12 maggio 1494 f°.
Banda di cuoio bruno rifatta, caratterizzata da quattro scompartimenti muniti di due filetti incrociati con quattro losanghe dal margine concavo, su assi lignee di faggio decorata a secco. Tracce di due fermagli costituiti da due apposite sedi rettangolari nel piatto anteriore con bindella di restauro in testa e da altrettante contrograffe tetralobate in ottone di recupero, provviste di finestrella di aggancio laterale e di tre fori ornamentali, assicurate con quattro chiodi metallici a quello posteriore. Cuciture su tre nervi. Stato di conservazione: discreto. Volume restaurato.
Le assi in faggio e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita in Italia. Il restauro ha mantenuto l’originale verso di chiusura del volume, dal quadrante anteriore a quello posteriore.
Mezza legatura nella quale il materiale di copertura del dorso non ricopre interamente i piatti, solitamente un terzo circa, circostanza dettata dall’esigenza di limitare il costo di una delle principali componenti della legatura stessa: il materiale di copertura. In uso sin dal Medioevo, l’utilizzo prosegue fino ad almeno la fine del Settecento, dopo la Rivoluzione francese, periodo in cui il cuoio è divenuto costoso e di difficile approvvigionamento.
INC. D 25
Augustinus, Aurelius, santo. De civitate dei, comm. Thomas Waleys e Nicolas Trivet. Venezia, [Boneto Locatelli], ed. Ottaviano Scoto, 18 febbraio 1489. f°.
Legatura su assi alla quale sono stati applicati i piatti di una legatura in cuoio di capra bruno decorato a secco.
Cornici munite di raffaellesche e di motivi a cordame, anche a mazzo nello specchio. Scompartimenti del dorso provvisti di una coppia di fasci di filetti. Cucitura su cinque nervi. Sul taglio ant. iscrizione ms. di mano antica: “AVG. DE. CIVITATE. DEI”. Stato di conservazione: mediocre- discreto. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.
Le raffaellesche1, i cordami2 e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita nel Veneto.
INC. E 28
Ficino, Marsilio. Epistolae, [Norimberga], Anton Koberger, 24 febbraio 1497. 4°.
Legatura su assi alla quale sono stati applicati i piatti di una coperta in cuoio bruno decorato a secco. Cornice provvista di code di ermellino e di rosette quadrilobate e su sfondo losangato, queste ultime ripetute nello specchio e affiancate da motivi fitomorfi. . Due fermagli di restauro. Cucitura su tre nervi. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Cuoio stanco. Fiore scomparso.
L’impianto ornamentale a griglia di S. Lorenzo, le code di ermellino1, le rosette quadrilobate su base losangate2, e la data di stampa del testo concorrono ad attribuire la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita in Francia.
L’ornamentazione a griglia di San Lorenzo è una decorazione francese caratteristica della seconda metà del Quattrocento e del primo quarto del Cinquecento, caratterizzata da fasce o bande verticali parallele in numero da due a cinque, separate tra loro da filetti, delimitata da una cornice. Le fasce, decorate inizialmente con piastrelle quadrate, poi con rotelle, aumentano di dimensioni verso la cornice. Gli spazi interni alle bande sono decorati con gli stessi fregi ripetuti per tutta la lunghezza delle bande stesse. Talvolta i motivi (piastrelle quadrate con un Agnus Dei, un leone, uno scoiattolo) sono alternati a spazi lasciati vuoti al naturale, per evitare un troppo fitto ripetersi dei motivi. Ne deriva una caratteristica decorazione costituita da fasce verticali che simulano una griglia. Sono noti esemplari normanni e parigini caratterizzati da un’unica grande placca che copre l’intero piatto; questo tipo di esecuzione è riconoscibile per l’assenza di sovrapposizioni dei motivi agli angoli e per la perfezione dei filetti.
INC. E 41
Strode, Ralph. Consequentiae, comm. Alessandro Sermoneta; Obligationes. [Con:] Paolo da Pergola, Dubia. Gaetano Tiene, Declarativa. Richardus de Ferebrich, Consequentiae. Venezia, Boneto Locatelli, ed. Ottaviano Scoto, 11 febbraio 1493. 4°.
Banda di bazzana nocciola verosimilmente rifatta su assi lignee smussate sui contropiatti decorata a secco. Tracce di due fermagli costituiti dai lacerti di due bindelle in cuoio su anima costituita da lembi membranacei, collocati entro apposite sedi rettangolari nel piatto anteriore, ancorati tramite due chiodi in ferro a testa piatta e da altrettante contrograffe a forma di foglia stilizzata, in ottone, incise lungo il margine, provviste di un riccio vuoto di aggancio laterale, assicurate a quello posteriore con quattro chiodi metallici. Dorso munito di rosette singole e plurime disposte orizzontalmente. Cuciture su tre nervi. Tagli rustici, muniti al piede della scritta inchiostrata “Conseq. Strod. et alia in Logic.”. Stato di conservazione: discreto. Volume restaurato.
Le contrograffe a forma di foglia stilizzata1 e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura alla fine del secolo XV- inizio XVI, eseguita in Italia. Per la nozione di mezza legatura cfr. INC. A 24.
In evidenza le assi smussate sui contropiatti2, conformi alle italiche usanze del tempo, la scritta inchiostrata lungo il taglio di piede2 a testimoniare la collocazione del volume a piatto nella teca e i lacerti delle bindelle la cui anima è stata ricavata dal riutilizzo di lembi membranacei di uno o più manoscritti3.
INC. E 42
Gordon, Bernard de. Practica, seu Lilium medicinae; De ingeniis curandorum morborum; De regimine acutarum aegritudinum; De prognosticis. Venezia, Giovanni e Gregorio De Gregori, ed. Benedetto Fontana, 16 gennaio 1496. f°.
Legatura su assi alla quale sono stati applicati i piatti di una coperta in cuoio bruno decorato a secco. Cornice munita di rosette su base losangata. Specchio delimitato da quattro scompartimenti, ciascuno munito di un mazzo di crocette e cerchielli. Coppia di fermagli di restauro. Cucitura su tre nervi. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre-discreto. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Apprezzabili spellature ai piatti.
Le rosette su base losangata1, le crocette2 e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita nell’Italia settentrionale.
INC. E 43
Caracciolo, Roberto. Sermones de laudibus sanctorum, rev. Gasparino Borro. Venezia, Bernardino Benali, 1 ottobre 1490. 4°; Caracciolo, Roberto. Sermones quadragesimales de peccatis. Venezia, Giovanni e Gregorio De Gregori, 11 maggio 1490. 4°.
Legatura in cuoio bruno su assi alla quale è stato applicato il piatto anteriore di una coperta in cuoio nocciola decorato a secco. Cornice esterna caratterizzata da ampi nodi, interna da barrette cordonate diritte e ricurve; filetti incrociati nello specchio. Tracce di quattro fermagli in cuoio assicurati all’asse anteriore tramite due chiodi in ottone dalla testa a stella. Rinforzo del dorso liscio tramite un lembo in corame marrone. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura originale scomparso lungo il dorso. Fiore assente. Supporto anteriore in vista. Angoli sbrecciati. Volume restaurato.
Gli ampi nodi1 e le note tipografiche assegnano la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita a Padova2.
INC. F 45
Caracciolo, Roberto. Opera, cur. Philippus de Rotingo.Venezia, Giorgio Arrivabene, ed. Bernardino Rasina e Benedetto Fontana, 16 maggio 1496. 4° e 8°
La cornice a meandri1 e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita nell’Italia settentrionale. Il taglio inchiostrato2 testimonia la collocazione del volume a piatto nella teca.
INC. G 8
Le palmette1 e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, eseguita nell’Italia centrale (?). Compatibili con il periodo, le contrograffe tetralobate2. La scritta sul taglio di piede3 illustra la collocazione a piatto del volume nella teca.
INC. G 29
Bernardus Claravallensis. Opuscula . [Precede:] Theophilus Brixianus. Carmen de vita S. Bernardi. Brescia, Angelo e Jacopo de’ Britannici, 18 marzo 1495.8°.
I fregi correnti1, non caratterizzanti, inusuale2 e le note tipografiche consigliano di assegnare la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, eseguita in Italia.
INC. G 30
Bernardus Claraevallensis, santo. Modus bene vivendi in christianam religionem. Venezia, Bernardino Benali, 30 maggio 1494. 8°; Bernardus Claraevallensis, santo. Meditationes de interiori homine. “Strasburgo” [i. e. Venezia, Bernardino Benali, dopo il 1492]. 8°.
Le rosette1 (motivo corrente), le contrograffe a trapezio2 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, eseguita in Italia.
INC. G 39
Antonino, santo. Confessionale “Defecerunt scrutantes scrutinio”; Titulus de restitutionibus; Conclusiones et decisiones in foro conscientiae, Versus decem praeceptorum ac septem peccatorum mortalium. Venezia, Pietro Quarengi, 29 novembre 1497. 8°.
INC. G 46
Bibbia. Vecchio Testamento. Salmi, Antologia, in latino. Psalmi poenitentiales; Orationes. Venezia, Pellegrino Pasquali, 28 febbraio 1493. 16°.
L’impianto ornamentale, la cornice1 in particolare, e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita nell’Italia settentrionale2.
Mss. Vari F 13
Conti, Antonio de’. De moribus studiorumque vita. [1490-1510 ca.] Membr. (cart. le c. I e II); 210 x 140 mm; c. I + 32 c. n.n., di cui bianche le c. 1-2, 30-32 + c. II; grafia umanistica a inchiostro bruno, 20 righe di testo a piena pagina, tit., notabilia e inizio dei cap. a inchiostro rosso, lettera dedicatoria in maiuscola umanistica a inchiostro rosso.
Le cartelle latamente circolari costituite da occhi di dado1, i cartigli polilobati2 e il periodo di redazione sembrano assegnare la legatura alla fine del secolo XV – inizio XVI, verosimilmente eseguita nell’Italia centrale. Cuoio di buona qualità.