altre zone d’italia
le antiche legature di pregio . il quattrocento
ALTRE ZONE D’ITALIA
INC. A 18 | INC. A 19 | INC. B 16 | INC. E 9 | INC. E 26 | 8 D 77 | Corali 17 A 134 | Corali 17 A 141 | Corali 17 A 150 | Mss. Turri D 4 | Mss. Turri F 31 | Mss. Vari E 28 | Mss. Vari F 6 | Mss. Vari G 6
INC. A 18
Chiesa cattolica. Missale Romanum, cur. Philippus de Rotingo. Venezia, Ottaviano Scoto, 31 agosto 1482. f°.Legatura su assi lignee alla quale sono stati applicati i piatti di una legatura in cuoio bruno decorato a secco. Cornice caratterizzata da aquile ad ali patenti. Specchio munito di filetti incrociati e centrati. Tracce di due filetti. Scompartimenti del dorso provvisti di due fasci di filetti incrociati e centrati. Cucitura su cinque nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore assente. Volume restaurato. Il decoro prevalentemente imperniato sulle aquile ad ali patenti1, fregio non particolarmente diffuso nei manufatti italiani coevi2, e le note tipografiche consentono di ritenere la legatura propria dell’ultimo quarto del secolo XV eseguita in Italia
INC. A 19
Foresti, Giacomo Filippo. Supplementum chronicarum. Brescia, Bonino Bonini, 1 dicembre 1485. f°.Legatura su assi lignee alla quale sono stati applicati i piatti di una legatura in cuoio bruno decorato a secco. Cornici caratterizzate da crocette. Negli angoli dello specchio, occhi di dado accorpati entro quarti di cerchio a coppia di filetti. Cartella centrale delineata da occhi di dado. Tre fermagli di restauro. Scompartimenti del dorso provvisti di una coppia di filetti incrociati. Capitelli in fili écrus su anima circolare. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore parzialmente scomparso. Volume restaurato. L’impianto ornamentale costituito da sole crocette e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. Anche la cartella centrale1 delineata da occhi di dado, non caratterizzanti, non fornisce fondate indicazioni circa il luogo di produzione.
• note di dettaglio
• note di dettaglio
INC. B 16
Maius, Junianus. De priscorum proprietate verborum, cur. Bartolomeo Partenio. Venezia, Ottaviano Scoto, 3 giugno 1482. f°.Banda di cuoio bruno rifatta, caratterizzata da una serie di nodi moreschi disposti verticalmente nello specchio, su assi lignee decorato a secco. Tracce di tre fermagli costituiti da altrettante bindelle di restauro in cuoio, munita quella centrale di un puntale a graffa, assicurate all’asse anteriore con due, tre e cinque chiodi metallici e da una contrograffa pentalobata in ottone, provvista di margine inciso, finestrella di aggancio laterale e tre fori ornamentali, assicurata con tre chiodi metallici a quello posteriore. Scompartimenti del dorso munito di filetti incrociati. Cuciture su tre nervi. Sul piatto ant. iscrizione ms. di mano antica: “IVNIANVS”. Stato di conservazione: discreto. Volume restaurato. La chiusura a tre fermagli e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. Per la nozione di mezza legatura cfr. Inc. A 24.
INC. E 9
Piazza, Francesco. Opus restitutionum, usurarum, excommunicationum. [Venezia], Bartolomeo da Cremona, 1472. 4°.Legatura su assi alla quale sono stati applicati i piatti di una coperta in cuoio bruno decorato a secco. Cornice caratterizzata da mazzi di rosette. Croce calvaria costituita da barrette cordonate diritte e ricurve. Cucitura su tre nervi. Tagli rustici. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore in parte assente. Volume restaurato. I fregi, non caratterizzanti, e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita Italia.
INC. E 26
Hermes Trismegistus. De potestate et sapientia Dei [in latino], tr. Marsilio Ficino. Treviso, Geraert van der Leye, 18 dicembre 1471. 8°.Legatura su assi alla quale sono stati applicati i piatti in cuoio di capra marrone decorato a secco. Cornice caratterizzata da rosette tetralobate e da fregi stilizzati Tre ampi mazzi di losanghe nello specchio. Un fermaglio di restauro. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Volume restaurato. Gli infrequenti fregi1 e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. Cuoio di buona qualità.
• note di dettaglio 8 D 77
Quaglia, Giovanni Genesio. Liber de civitate Christi. Regii, per Ugonem de Rugeriis, 22 ian. 1501. 4° [198] c.Lembo in pergamena su assi lignee. Tracce di un fermaglio costituito dall’impronta di una contrograffa a trapezio e lanceolata, rispettivamente collocate sul piatto anteriore e posteriore. Cucitura su due nervi. Stato di conservazione: mediocre. Dorso rifatto, in fase di distacco in testa. L’impronta della contrograffa a trapezio sul piatto anteriore e le note tipografiche sembrano assegnare la legatura al secolo XVI eseguita in Italia. I supporti apparentemente muniti della traccia di una contrograffa1 sembrano indicare il riutilizzo di uno dei due supporti se non di entrambi in occasione del restauro, e comunque la loro inversione considerato il verso di aggancio sul quadrante posteriore per le legature italiane.
• note di dettaglio Corali 17 A 134
Antifonario del Tempo dalla Pasqua all’ultima domenica di ottobre, in latino. [1460-1470 ca.]. Membr. (cart. le c. I e II); 530 x 385 mm; c. I + 165 c. + c. II; copiato da Giovanni da Perugia, grafia gotica corale a inchiostro bruno, 6 righe di testo a piena pagina, indicazioni liturgiche a inchiostro rosso.Cuoio bruno su assi in noce. Cantonali, caratterizzati al piede da piedi di sostegno, e umboni in ottone provvisti di bottone centrale vuoto e chiodo di fissaggio pure in ottone. Fermaglio di restauro. Stato di conservazione: mediocre. Dorso rifatto. Volume restaurato1. Il periodo di redazione assegna la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguito in Italia. Questo genere di cantonali e umboni2 con bottone centrale vuoto era tra i più utilizzati nei secoli XV – XVI, prodotti da importanti manifatture e commerciate nell’intera Europa. Per realizzare il bottone centrale veniva utilizzato il martello da sbalzo con l’aiuto di un punzone dalla testa arrotondata per modellare conseguentemente dal retro il metallo ancora incandescente. Per conferire stabilità al bottone, poteva anche essere colmato con dello stagno. Per proteggere i labbri di pesanti volumi sono stati introdotti dei piedi di sostegno in ferro oppure in ottone. In questo modo è stato ricavato uno spazio lungo il labbro di piede: sfogliando i fogli essi non avevano così alcun punto di contatto con il tavolo di lettura.
Corali 17 A 141
Graduale del Tempo dalla Pasqua all’Avvento, in latino. [1458-1460 ca.]. Membr. (cart. la c. I); 540 x 395 mm; c. I + 128 c.; copiato da Giovanni da Perugia, grafia corale a inchiostro bruno, grafia moderna palinsesta in stampatello a inchiostro nero alle c. 34v-35r, 6 righe di testo a piena pagina, indicazioni liturgiche a inchiostro rosso.
Cuoio nocciola chiaro su assi lignee in corrispondenza dei tagli. Ampie lamine in ottone lungo il margine dei piatti a formare fogliami stilizzati negli angoli, assicurati tramite chiodi e bottone centrale vuoto. Quadrangolo centrale dal bottone centrale pure vuoto. Tracce di un fermaglio costituito dal lacerto di anima in pelle allumata agganciato alla contrograffa di foggia latamente circolare dal margine ad archetti assicurata con quattro chiodi metallici a quello posteriore in prossimità del labbro di gola. Al piede del piatto posteriore, l’etichetta cartacea connotata con la lettera “F”. Quattro punte stabilizzatrici in ottone nella porzione inferiore dei labbri. Cucitura su sei nervi. Tagli spugnati in rosso e blu. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Volume restaurato1. Il periodo di redazione suggerisce di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XV. Per commenti sulle ferramenta cfr. Corali 17 A 134. Particolarmente robusta la contrograffa2 fissata in quattro punti al supporto posteriore.
• note di dettaglio Corali 17 A 150
Antifonario del Tempo dal sabato post octavam Epiphaniae al sabato Santo, in latino. [1460-1470 ca.]. Membr. (cart. le c. I e II); 545 x 385 mm; c. I + 177 c. + c. II; copiato da: Giovanni Coppo, grafia gotica corale a inchiostro bruno, grafia palinsesta antica, probabilmente XVIII sec., a stampatello a inchiostro nero alla c. 177v e in altre singole righe di carte sparse, 6 righe di testo a piena pagina, indicazioni liturgiche a inchiostro rosso.
Cuoio marrone su assi lignee in corrispondenza dei tagli. Ampie lamine in ottone lungo il margine dei piatti, dorso escluso, assicurate tramite chiodi e cinque borchie dal bottone centrale vuoto. Tracce di un fermaglio. Al piede del piatto anteriore, l’etichetta cartacea connotata con la lettera “N”. Due punte stabilizzatrici in ottone nella porzione inferiore dei labbri. Cucitura su sei nervi in pelle allumata fendue. Stato di conservazione: discreto. Apprezzabili spellature.
Volume restaurato1. Il periodo di redazione suggerisce di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. Per commenti sulle ferramenta cfr. Corali 17 A 134.
Mss. Turri D 4
Plautus, Titus Maccius. Comoediae. Sec. 15. Cart.; 295 x 207 mm; 107 + I c. n. n.; grafia umanistica corsiva, iniziali in inchiostro rosso; note marginali, titoli e correzioni interlineari del sec. 16.
Legatura alla quale sono stati applicati i piatti di una coperta in cuoio di capra rosso su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici. Cornice del genere moresco costituita da barrette cordonate diritte e ricurve e occhi di dado. Ampia losanga costituita da quattro composizioni interne di analogo genere, munita di piastrelle raffiguranti motivi a elica e stilizzati su base rettangolare. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso, in parte ai piatti. Volume restaurato. L’impianto ornamentale del genere geometrico, il decoro non caratterizzante del genere moresco, gli inediti punzoni1 e il periodo di redazione assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. Cuoio di buona qualità.
Mss. Turri F 31
Bruni, Leonardo. De bello italico adversus Gothos. Sec. 15. Membr.; 227 x 156 mm.; I + 79 c. n. n.; grafia umanistica corsiva in inchiostro nero e rosso.
Legatura alla quale sono stati applicati i lacerti di un manufatto in cuoio di capra bruno su cartone decorato a secco. Cornice caratterizzata da barrette cordonate, diritte e ricurve, e occhi di dado, motivi ripresi nello specchio ottagonale. Scompartimenti del dorso ornati con losanghe dai margini concavi. Cucitura su due nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Volume restaurato.
I punzoni del genere moresco, lo specchio ottagonale1 (non caratterizzanti), e le note manoscritte consentono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia.
Mss. Vari E 28
Martinus Polonus. Chronicon pontificum et imperatorum. [1401-1500 ca.]. Membr.; 228 x 168 mm; 72 c. n.n.; grafia gotica.
Legatura alla quale sono stati applicati i lacerti di un manufatto in cuoio bruno su assi lignee. Tracce di un fermaglio con contrograffa quadrangolare al piatto posteriore munita di tre fori ornamentali e ancorata tramite quattro chiodi. Tracce di lunetta e di base di aggancio di catena. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura in parte scomparso ai piatti, totalmente lungo il dorso. Apprezzabili bruniture. Il genere di contrograffa1 e le note manoscritte suggeriscono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia. In evidenza la lunetta2 in testa al piatto posteriore e la staffa di aggancio della catena3.
Mss. Vari F 6
Libellus auctoritatum. 1487. Cart.; 200 x 141 mm; 114 c.
Banda in carta marmorizzata bruna e in tela blu violacea su assi lignee (faggio). Tracce di un fermaglio costituito da bindella in pelle allumata assicurata al piatto anteriore con tre chiodi metallici a testa piatta e dall’impronta di contrograffa in foggia triangolare ancorata a quello posteriore tramite tre chiodi. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre. Supporti in parte scomparsi, provvisti di residui cartacei. Cerniere indebolite. I supporti in legno di faggio, il genere di fermagli1 assicurati al piatto posteriore e le note manoscritte consigliano di assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia.
Mss. Vari G 6
Trattato di teologia morale. [1401-1500 ca.]. Membr.; 130 x 90 mm; 135 c. n.n.
Legatura alla quale sono stati applicati i lacerti dei piatti di un manufatto in cuoio marrone su assi lignee decorato a secco. Filetti concentrici collegati negli angoli. Cornice caratterizzata da fregi fitomorfi. Tre mazzi di cinque crocette cordonate. Tracce di una coppia di lacci. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura in parte scomparso ai piatti, totalmente lungo il dorso. Gli inediti fregi fitomorfi1 e le crocette non caratterizzanti consigliano di ritenere la legatura propria dell’ultimo quarto del secolo XV, eseguita in Italia.