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le antiche legature di pregio . il settecento
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10 C 1310 C 5013 A 477-47813 B 25013 C 22113 C 26013 H 41713 L 50615 F 19216 A 31316 A 451-45216 E 113016 G 20717 E 14217 G 470

10 C 50

Eilenburg, Christian Heinrich. Description du Cabinet roial de Dresde touchant l’histoire naturelle. A Dresde et a Leipsic, ches George Conrad Walther, libraire du roi, 1755. fol., [2], 101, [1] p., [2] c. di tav. ripieg.

Cuoio rosso su cartone decorato in oro. Cornici esterna costituita da un filetto filigranato e continuo e interna caratterizzata da fregi stilizzati affiancate da motivi fitomorfi e filigranati. Corona reale negli angoli esterni del riquadro interno. Un fiorone centrale affiancato da fiorami negli scompartimenti del dorso. Cucitura su sette nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto – buono. Marginali spellature e bruniture. Angoli ricurvi.
L’impianto ornamentale di gusto rococò, le ampie dimensioni dei motivi fioriti e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in area tedesca da primaria bottega come attesta l’impeccabile realizzazione.
Le corone reali accantonate costituiscono un mero fregio ornamentale, non essendo fondatamente riferibile al regnante di turno, Friedrich August II (1696 – 1763).
L’espressione “rococò” è una connotazione scherzosa derivata dal francese rocaille che significa roccia, di cui lo stile rococò imita gli aspetti bizzarri e imprevedibili, sotto forma di modelli mossi e sinuosi. Stile alla moda dagli inizi e lungo gran parte del XVIII secolo in tutta Europa, caratterizzato da una decorazione ricca e multiforme: motivi curvi lavorati a forma di C o di S, ovvero ispirati dalla flora (foglie di acanto stilizzate), dal mondo degli uccelli, dal ferro battuto d’arte, dalle cineserie con soggetti di gusto orientale. La decorazione rococò venne utilizzata soprattutto nei motivi delle cornici, o sotto forma di elementi isolati, talvolta a mosaico, variamente disposti nello specchio dei piatti.


13 A 477-478

Castell, Edmund. Lexicon heptaglotton, Hebraicum, Chaldaicum, Syriacum, Samaritanum, Aethiopicum, Arabicum, conjunctim; et Persicum, separatim. Opus non tantum ad Biblia polyglotta Londinensia, … Cui accessit brevis, & harmonica … grammaticae, omnium praecedentium linguarum delineatio. Londini, imprimebat Thomas Roycroft, LL. orientalium typographus regius; prostant apud Gulielmum Wells, & Robertum Scott, ad insignia Principis, in vico Little Britain dicto, 1669. fol., [8] p., 44 col., [2] p., 573, 1656 col. [2] p., 1657-4008 col., [1] c. di tav.; ritr. calcogr.

Cuoio di vitello marrone su cartone decorato in oro. Coppia di cornici munite di un filetto e di un decoro a dente di topo. Un fiorone negli angoli esterni del riquadro interno. Specchio muto. Cucitura su sei nervi. Stato di conservazione: mediocre. Cerniere fortemente indebolite. Angoli sbrecciati.
L’impianto ornamentale del genere rectangular style1, il fiorone accantonato 2 e le note tipografiche inducono ad assegnare la coppia di legature alla seconda metà del secolo XVII eseguite in Inghilterra. Le cerniere molto indebolite3 attestano l’utilizzo del vitello.
note di dettaglio


13 B 250

Marmorum, Arundellianorum, Seldenianorum, aliorumque, Academiæ Oxoniensis donatorum; cum variis commentariis & indice. Secunda editio, Londini, Typis Gulielmi Bowyer, 1732. fol., [2], IV, [10], 667 [i.e. 653], [1] p., ill. [A cura di Michael Mittaire, che firma la dedica a Thomas Howard, VIII duca di Norfolk].

Legatura in cuoio marrone alla quale sono stati applicati i piatti di una coperta in corame bruno decorato a secco e in oro. Cornice esterna costituita da due filetti, interna da un riquadro dentellato affiancato da una cornice a palmette. Cucitura su sei nervi. Tagli spruzzati di rosso e marrone. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore del cuoio parzialmente scomparso.
Il decoro del genere rectangular style (per la nozione cfr. 13 A 477-478, i fioroni accantonati1 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII eseguita in Inghilterra.
note di dettaglio


13 C 221

Duellius, Raymundus. Excerptorum genealogico – historicum libri duo. Lipsiae, apud Petrum Conradum Monath, 1725. fol., [14], 354, [62] p., ill.

Cuoio marmorizzato marrone e nero su cartone decorato in oro. Cornice costituita da serpentine. Nel secondo scompartimento del dorso entro un tassello in cuoio rosso la scritta “DUELLII EXCERPTA/GENEALOG./HISTOR.”; un fiorone centrale entro un serto di stelline a cinque punte e di cerchielli con fogliami accantonati in quelli residui. Cucitura su cinque nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Spellature ai piatti. Angoli ricurvi.
Gli inediti fregi e le note tipografiche sembrano assegnare la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in area tedesca. Contrasto cromatico realizzato tramite tamponatura. 


13 C 260

Hody, Humphrey. De bibliorum textibus originalibus, versionibus graecis, & latina vulgata: libri 4. Oxonii, e theatro Sheldoniano, 1705. fol., [12], XXXVI, 664 p.

Cuoio marrone e nocciola su cartone decorato a secco. Tre cornici munite di due filetti. Un fiorone negli angoli esterni del riquadro interno. Specchio muto. Dorso rivestito con un lembo in cuoio nocciola. Cucitura su cinque nervi. Tagli spruzzati di rosso. Stato di conservazione: mediocre. Diffuse spellature. Angoli ricurvi.
L’impianto ornamentale del genere rectangular style (per la nozione cfr. 13 A 477-478), il fiorone accantonato1 e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura al primo quarto del secolo XVIII, eseguita in Inghilterra. 
note di dettaglio


13 H 417

Beveridge, William. Private thougths upon religion, digested into twelve articles; with practical resolutions form’d thereupon. The sixth edition. London, G. James, 1713. 8°, XXIII, [16], 296 p.

Cuoio di vitello marrone e cuoio marmorizzato bruno su cartone decorato a secco. Tre cornici munite di un filetto filigranato collegate negli angoli interni. Un fiorone negli angoli esterni del riquadro mediano. Specchio marmorizzato. Cucitura su cinque nervi. Tagli spruzzati di rosso. Stato di conservazione: mediocre. Cerniere fortemente indebolite. Angoli ricurvi.
L’impianto ornamentale del genere rectangular style (per la nozione cfr. 13 A 477-478), il fiorone accantonato1 e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura al primo quarto del secolo XVIII eseguita in Inghilterra. Le cerniere molto indebolite attestano l’utilizzo del vitello. 

note di dettaglio


13 L 506

Coret, Jacques. L’ Ange conducteur dans la dévotion Chrétienne, réduite en pratique en faveur des âmes dévotes; avec l’instruction des riches avantages dont jouissent les personnes associés dans la Confrérie de l’Ange Gardien. A Liege, chez J. F. Bassompierre fils, Imprimeur-libraire, aux trois Rois, en Neuvice, [1681]. 8°, 427, [5] p., 1 carta di tav., ill.

Cuoio rosso di capra su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da due filetti. Bordo esterno munito di monticelli. Stella a cinque punte negli angoli esterni del riquadro interno. Negli angoli interni dello specchio, sfondo scaccato sormontato da nastri e da un fiorone; margine residuo provvisto di fregi fitomorfi e nastri. Cartella centrale costituita da una coppia di corolle entro rami fronzuti arcuati. Un ampio fiorone entro due coppie di volute accantonate negli scompartimenti del dorso. Cucitura su quattro nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura parzialmente scomparso lungo il dorso. Cerniere indebolite. Angoli ricurvi.
Se le palmette filigranate svasate1 potrebbero orientare verso l’origine romana, l’inedito fregio2 e le note tipografiche suggeriscono di attribuire la legatura al secolo XVIII, verosimilmente eseguita in area nordica.
note di dettaglio


15 F 192

Mandey, Venterus – Moxon, James. Mechanick-powers or, the Mistery of Nature and Art Unvail’d. London, printed for the Autors Mandey and James Moxon, s. a., 8°, 315 p., ill.

Cuoio di vitello marmorizzato marrone su cartone decorato a secco. Cornice caratterizzata da fregi a culla. Specchio muto. Cucitura su quattro nervi. Tagli spruzzati di rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Spellature ai piatti. Cerniere indebolite.
Il decoro del genere rectangular style (per la nozione cfr. 13 A 477-478), la cornice caratterizzata da fregi a culla1 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al secolo XVIII, eseguita in Inghilterra. Le cerniere particolarmente indebolite testimoniano l’adozione del vitello.
note di dettaglio


16 A 313

Ritratti de’ prepositi generali della Compagnia di Gesù delineati, ed incisi. Da Arnoldo van Westherhout aggiuntivi i brevi ragguagli delle loro vite dal padre Nicolò Galeotti .. Edizione seconda, accresciuta e corretta. In Roma, a spese di Venantio Monaldini mercante-libraro al corso nella stamperia del Bernabò, e Lazzarini, 1751. fol., [38] c, [6] c. di tav. calcogr., 5 ritr.

Cuoio di bazzana marrone su cartone decorata a secco. Cornice esterna caratterizzata da una doppia serie di archetti incrociati e da palmette, interna da rosette esalobate (pure presenti negli scompartimenti del dorso) e rami fioriti e fogliati. Specchio sormontato da due rettangoli muniti di fregi fitomorfi, rosette su base circolare e fregi a culla, ornamenti ripetuti nel campo circostante la cartella centrale costituita da quattro motivi addossati dal margine inferiore convergente, superiore a doppi filetti rettilinei spezzati. Cucitura su cinque nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Impressioni parzialmente scomparse. Angoli ricurvi.
Le doppie serie di archetti incrociati e di palmette1 congiuntamente alle note tipografiche consentono di attribuire la legatura al terzo quarto del secolo XVIII, eseguita in area tedesca. Le bruniture delle impressioni sul materiale di copertura ricordano l’impegnativa esecuzione del decoro a secco. Secondo le aspettative per le legature del periodo, la cartella dal margine superiore caratterizzato da doppi filetti rettilinei spezzati, propri del decoro del genere post-fanfare.
La decorazione post-fanfare utilizzata nel XVII e nel XVIII secolo in Francia e in tutta Europa, riguarda genericamente un tipo di ornamento dei secoli XVII e XVIII caratterizzato dalla suddivisione della coperta in numerosi compartimenti completamente e riccamente decorati, secondo uno schema vario nelle differenti nazioni, ma fondamentalmente derivato dallo stile francese à la fanfare. In Francia è caratterizzata da nastri intrecciati, alcuni dei quali a forma di 8, talvolta rilevati con pasta colorata, che delimitano numerosi scompartimenti colati da volute, volute e fregi filigranati, volute a coda. La decorazione ricopre l’intera coperta ed è talvolta delineata da una rotella ornata, secondo uno schema utilizzato nella prima metà del XVIII secolo anche sotto forma di placche grossolane, non sempre di adeguata fattura, su libri da messa e su almanacchi stampati fra il 1725 e il 1755. Le caratteristiche volute caudate che compaiono su queste placche del XVIII secolo si riallacciano ai loro più lontani modelli: niente altro, tra i restanti motivi, ricorda i ferri del XVI secolo. Con questo grossolano tipo di decorazione a placca, si spegne in Francia in modo miserevole la fanfare, iniziata quasi due secoli prima.
In Italia nelle legature post-fanfare prevale uno schema di tipo geometrico con ampi compartimenti e larghi inquadramenti delineati da filetti diritti e curvi. Una fitta decorazione affolla tutte le coperte con volute, volute fogliate, spirali, stelle, palmette. A Roma in particolare, compaiono i tipici ferri di gusto locale: grottesche, perle digradanti, il fiore di arum. Esempi di questo genere sono numerosi tra le legature eseguite nella bottega vaticana dei Rospigliosi. 
note di dettaglio


16 A 451-452

Banduri, Anselmo. Numi­smata imperatorum Roma­norum a Trajano Decio ad Palaeologos Augustos. Accessit bibliotheca num­maria, sive auctorum qui de re nummaria scripserunt. Tomus primus [-secundus], Lutetiae Parisiorum, sumptibus Montalant, bibliopolae, ad Ripam PP. Augustinianorum, prope pontem sancti Michae­lis, 1718. fol., 2 v., ill.

Pelle di porco su cartone decorata a secco e in oro. Cornici concentriche e rettangoli muniti di fregi fitomorfi. Stemma ovale riferibile a Carlo VI d’Asburgo – Austria, caratterizzato dall’aquila bicipite coronata ad ali patenti provvista del monogramma “C VI” al centro, sormontata dalla corona chiusa entro serto d’alloro; in testa e al piede le diciture rispettivamente “E. A. B. C. V.” e “17. I. B. G. A. E. B. 21.”. Dorso arrotondato. Cucitura su sei nervi. Coppia di tassello in cuoio indicanti gli estremi dell’opera. Tagli spruzzati di rosso. Stato di conservazione: discreto. Alcune spellature e bruniture ai piatti. Angoli ricurvi.
Il genere di manufatto e le scritte suggeriscono di assegnare le legature al 1721, eseguite in area tedesca. La depressione dello stemma1 rispetto alla superficie circostante ne indica l’impressione realizzata con il torchio.
Carlo VI d’Asburgo2 (Vienna, 1º ottobre 1685 – Vienna, 20 ottobre 1740) fu imperatore del Sacro Romano Impero dal 1711 al 1740. Apparentemente consolidata almeno sin dal secolo precedente, la presenza del destinatario sotto forma di acronimi qui nella coppia di rettangoli, l’anno di esecuzione del manufatto e il monarca di turno rappresentato dallo stemma provvisto del nome abbreviato e dal numero in cifre romane ad indicarne la successione nella dinastia3
note di dettaglio


16 E 1130

Ferrari, Guido. De vita austriacorum quinque imperatorum, qui floruerunt Secundo Bello Borussico commentarius, Viennae, typis Josephi Kurzbock, caes. reg. aulae Illyr. Orient. typogr. et bibliopolae, 1775. 8°,173, [3] p.

Cuoio di capra rosso cupo su cartone decorato in oro. Cornice costituita da due coppie di filetti ornati con fogliami. Margine interno dello specchio caratterizzato da coppie di rami fronzuti addossati entro stelle a sei punte e motivi fitomorfi. Nel secondo scompartimento del dorso gli estremi dell’opera; fronde accantonate in quelli residui. Cucitura su cinque nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: buono. Marginale velo biancastro ai piatti.
Le note tipografiche e il decoro di gusto rococò (per la nozione cfr. 10 C 50) sperimentato in molteplici varianti1 a Vienna, inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, verosimilmente eseguita in quella città. Come per le legature nostrane del tempo, un’ampia porzione dello specchio si presenta libera da decoro.
note di dettaglio


16 G 207

Collignon, Claude-Boniface. Essai de bien-public ou Mémoire raisonné pour lever à coup sûr, tous les obstacles qui s’opposent à l’exécution des defrichements et desséchements; faire mettre en valeur, par des moyens simples &​ avantageux à tout le monde, toutes les terres et fonds incultes quelconques et pour perfectionner l’art de l’agriculture. Neuchatel, Société Typographique, 1776. 8°, 108 p.

Cuoio di bazzana marmorizzata marrone e bruna decorata a secco. Stemma centrale caratterizzato da scudo ovale inquartato munito di aquila bicefala coronata ad ali patenti, alce rampante, coppia di bande azzurrate, cavallo rampante, circondato da fregi a culla e sormontato da corona reale o imperiale entro un drappo a due nodi in testa. Cucitura su tre nervi. Nel secondo scompartimento tassello in cuoio rosso con gli estremi dell’opera. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Fiore parzialmente assente. Cerniere indebolite. Angoli parzialmente sbrecciati.
L’argomento di interesse locale e le note tipografiche sembrano assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVIII, eseguita in Svizzera (?). 


17 E 142

Kirsch, Adam Friedrick. Abundantissimum cornucopiae linguae Latinae et Germanicae selectum, in quo continentur vocabula latina omnis aevi… Similiter Deorum Dearum, Gentium… cui adjunguntur in fine Calendarium Romanum… tum specimen scripturae veteris & ad postremum appendix regionum, urbium, montium, 6 fluviorum. Editio novissima, praeter apologeticam praefationem a capite usque ad calcem insigniter aucta, emendata, exornata. Ratisbonae, Sumptibus Peezii & Baderi, 1735. 8°, 2 pt. [44], 1274 p.; 416 p. 1 c. di tav. ripieg., 94 p.

Pelle di porco su assi lignee smussate ai piatti decorata a secco. Filetti concentrici bruniti. Coppie di archetti cordonati sormontati da palmette. Fregio circolare fogliato a due filetti concentrici nei rettangoli. Fiorone negli angoli interni dello specchio, ripetuto sotto forma di quattro esemplari addossati a formare la cartella centrale. Coppia di fermagli costituiti da altrettanti tenoni metallici assicurati con un chiodo metallico al piatto anteriore e dalle tracce di un paio di bindelle assicurate a quello posteriore a mezzo di due chiodi. Cucitura su quattro nervi evidenziati ai piatti tramite due filetti convergenti dentellati. Stato di conservazione: discreto. Fiore della pelle diffusamente scomparso. Angoli parzialmente sbrecciati.
Il genere di manufatto e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura al secondo quarto del secolo XVIII, eseguita in area tedesca ad opera di ignota bottega, stante l’assenza di sistematici studi in merito alle produzioni di questo periodo.


17 G 470

Meyerus, Livinus. Poematum lib. XII. Monachii, typis Francisci Josephi Thuille, 1760. 8°, 343 p.

Cuoio di capra marrone su cartone decorato in lega d’oro. Cornice esterna caratterizzata da archi incrociati sormontati da fregi fitomorfi, interna da tendaggi. Coppia di grottesche ornate con ghiande e fogliami entro il margine costituito da due filetti appaiati spezzati negli angoli interni dello specchio. Cartella centrale munita di tre volute fogliate sormontate da un piedestallo con due aquile affrontate e altrettante corolle. Cucitura su tre nervi. Tagli dorati. Stato di conservazione: discreto. Apprezzabili spellature ai piatti, specie a quello posteriore. Doratura parzialmente ossidata. Cerniere indebolite.
Il genere di decoro, le ampie dimensioni dei ferri e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo, XVIII, verosimilmente eseguita in area tedesca, in Baviera in particolare, regione dall’apprezzabile produzione di coperte settecentesche. Di gusto post-fanfare (per la nozione cfr. 16 A 313i margini1 del decoro accantonato nello specchio.

note di dettaglio

 

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