area tedesca
le antiche legature di pregio . il cinquecento
AREA TEDESCA
13 C 217 | 13 L 461 | 15 I 301/1-2 | 15 I 459 | 15 I 586 | 15 I 834 | 16 A 58 | 16 E 119/1-2 | 16 E 480 | 16 F 589 | 16 F 590 | 16 H 106 | 16 H 628 | 16 I 356 | 16 I 412 | 16 I 926 | 17 G 389 | 17 H 100/1-2 | 17 H 512 | 17 I 721
13 C 217
Pagnini, Sante. Isagogae ad sacras literas liber unicus. Isagogae ad mysticos sacrae scripturae sensus, libri XVIII. Coloniae, excudebat Iohannes Kempensis. Impensis Petri Quentel, 1543. fol., [20], 902 p.
Cuoio di vitello su assi lignee decorato a secco. Fasci di filetti bruniti. Cornice caratterizzata da fregi fitomorfi alternati a vasi, fregi ripetuti nelle tre bande centrali. Tracce di due fermagli costituiti da una coppia di lacerti di bindella assicurati al piatto anteriore tramite una staffa in ottone e due chiodi metallici e altrettante contrograffe in ottone dall’estremità svasata a quattro punte fissate a quello posteriore con due chiodi. Dorso arrotondato rivestito da un lembo cartaceo. Cucitura su quattro nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso in testa del dorso. Angoli parzialmente sbrecciati.
La cornice accavallata negli angoli1, il genere di contrograffe2 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura alla metà del secolo XVI, verosimilmente eseguita nella Renania settentrionale3. Fregi4 non individuati nella banca dati tedesca EBDB.
• note di dettaglio
13 L 461
Gesuiti. Bulla super forma iuramenti professionis fidei; cum institutionibus, in usum Sodalitatis B. Mariae Virginis [Collegij Societatis Iesu Coloniensis]. Coloniae, apud Lodovicum Alectorium, & haeredes Iacobi Soteris, 1578. 12°, [20], 276 p.
Cuoio di vitello bruno su cartone decorato in lega d’oro. Cornice caratterizzata da due filetti. Fregio fitomorfo negli angoli interni dello specchio. Al centro del piatto anteriore la placca ovale fiammata raffigura la Madonna e il Bambino su un crescente, la Crocifissione su quello posteriore. Capitelli in fili écrus e verdi. Cucitura su quattro doppi nervi. Tagli dorati e incisi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura parzialmente scomparso lungo il dorso. Spellature ai piatti. Le placche, assenti nella banca dati tedesca EBDB, e le note tipografiche assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XVI eseguita in area tedesca. Infrequente la Madonna e il Bambino sul piatto anteriore, la Crocifissione su quello posteriore: le impressioni compaiono più frequentemente invertite.
15 I 301/1-2
Sedes materiarum universi iuris. Ambergae, ex officina typographica Michaelis Forsteri, 1598. 8°, [8], 189, [5] p.; Kaufferus, Johannes. Regulae Brocardicae iuris. Basileae, ex officina Pernea, per Conr. Waldkirch, 1584. 8°, [8], 122, [2] p.
Pergamena con accenno di falda decorata in lega d’oro. Cornice costituita da due filetti. Ampio giglio negli angoli esterni del riquadro. Ampia cartella centrale impressa a placca dai motivi fitomorfi azzurrati caratterizzata da un quadrangolo interno. Tracce di due coppie di lacci in pelle allumata. Cucitura su quattro nervi passanti in pelle allumata o in pergamena. tagli colorati in rosso, al piede iscrizione ms. di mano antica: “Sedes mater. iuris”. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Cerniere indebolite. Angoli ricurvi.
Il decoro in lega oro1 oggi ossidata e le note tipografiche assegnano la legatura all’ultimo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. Placca non individuata nella banca dati germanica EBDB.
15 I 459
Sedes materiarum universi iuris. Ambergae, ex officina typographica Michaelis Forsteri, 1598. 8°, [8], 189, [5] p.; Kaufferus, Johannes. Regulae Brocardicae iuris. Basileae, ex officina Pernea, per Conr. Waldkirch, 1584. 8°, [8], 122, [2] p.
Cuoio marrone su cartone decorato a secco e in lega d’oro. Cornice costituita da un filetto grasso. Giglio negli angoli dell’ampia placca centrale (130×72 mm) caratterizzata dal margine filigranato a delimitare l’Arca dell’Alleanza provvista di due teste di cherubino alate sormontate dalla Crocifissione entro ampi motivi fogliati e cuoriformi. Rosetta pentalobata negli scompartimenti del dorso. Capitelli in fili écrus e nocciola su anima circolare. Cucitura su quattro doppi nervi. Tagli incisi provvisti di candelabre, cerchielli filigranati vuoti e crocette. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura stanco parzialmente scomparso in testa del dorso. Cerniere indebolite. Angoli sbrecciati.
La placca1 incisa in negativo dall’origine ignota alla banca dati germanica EBDB, i tagli muniti di candelabre2 e le note tipografiche assegnano la legatura alla seconda metà del secolo XVI, eseguita in area tedesca.
15 I 586
Giovio, Paolo. Ragionamento sopra i motti, et disegni d’arme, et d’amore con un discorso di Girolamo Ruscelli intorno allo stesso soggetto.Venetia, appresso Giordano Ziletti, 1560. 8°, [16], 216 p.; Giovio, Paolo. Lettere volgari. Raccolte per Lodovico Domenichi. Venetia, appresso Gio. Battista et Marchion Sessa, 1560. 8°, 122, [2] c.
Pelle di porco su cartone decorata a secco. Cornice caratterizzata da personaggi biblici (re Davide – DE FRVCTV/VENTRS TV; Salvatore – DATA EST MI/HI OMNES; S. Paulus – APPARVIT/BENIGNITAS; S. Giovanni Evangelista – ECCE ANGNVS DEI QVI TO). Due bande di palmette nello specchio del piatto anteriore, coppia di filetti incrociati con fogliame cuoriforme in quello posteriore. Dorso arrotondato. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature.
I motivi, non individuati nella banca dati tedesca EBDB, e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. Rotella abilmente incisa considerata la qualità dell’impressione sul materiale di copertura.
15 I 834
Corpus Iuris Civilis. Institutiones. Institutiones imperiales, cum adnotationibus Ioachimi Hopperi. (Enchiridion titulorum aliquot iuris). Coloniae, apud haeredes Iohannis Quentelij & Geruuinum Calenium, 1565. 8°, 511, [1], 253, [2] p.
Pelle di porco su cartone decorato a secco. Cornice caratterizzata da volute fogliate. La placca sul piatto anteriore raffigura la Giustizia munita al piede della scritta “IVSTICIA QVIS QVIS / PICTVR LVMINE CER/NIS DIC DEVS /EST IV”, Lucrezia su quello posteriore “CASTA TVLIT MAGN/A FORMAE LVCRE LA/VDE ACTAT MAGEST” sormontata dalla dicitura “CASTA TVLIT MAGNAE” entro una copia di rettangoli muti. Tracce di due lacci. Dorso arrotondato munito degli estremi inchiostrati dell’opera. Cucitura su tre nervi. Tagli colorati in viola. Stato di conservazione: discreto. Marginale assenza del materiale di copertura sul piatto anteriore. Angoli ricurvi.
I motivi, assenti nella banca tedesca EBDB, e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca.
16 A 58
Gesner, Conrad. Historiae animalium lib. I [-IIII]. Tiguri, apud Christ. Froschoverum, 1551-1558 (2° v.: 1554; 3° v.: 1555). fol., 4 v. in 3 ill.
Legatura alla quale è stata applicata una coperta in cuoio di vitello su cartone decorato in oro. Cornice caratterizzata da coppie di archi stilizzati addossati. Angolari pieni e ampia placca centrale azzurrata di foggia orientaleggiante. Tre fregi pieni negli scompartimenti del dorso. Cucitura su sette nervi. Tagli dorati e incisi a raffigurare motivi vermiformi entro filetti ondivaghi. Stato di conservazione. mediocre – discreto. Materiale di copertura parzialmente scomparso ai piatti e lungo il dorso. Angoli ricurvi. Volume restaurato.
Il genere di cantonali1 e le note tipografiche suggeriscono di attribuire la legatura alla seconda metà del secolo XVI, verosimilmente eseguita in Anversa. Apparentemente infrequenti il decoro della cornice3 e la foggia della placca centrale4. In evidenza i tagli dorati e incisi5.
16 E 119/1-2
Johannes Hispalensis. Epitome totius astrologiae. Cum praefatione Ioachimi Helleri. Noribergae, in officina Ioannis Montani, & Ulrici Neuber, 1548. 4°, [88] c. Virdung von Hassfurt, Johann. Tabulae resolutae de supputandis siderum motibus. Norimbergae, apud Iohan. Petreium, 1542. 4°, 61, [1] c. ill.
Legatura alla quale sono stati applicati i piatti in vitello su cartone decorato a secco e in lega d’oro. Filetti bruniti concentrici. Fregio di gusto aldino alle estremità esterne delle cornici e al centro dello specchio sotto forma di quattro esemplari addossati. Cucitura su cinque nervi. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso lungo il dorso. Fiore in parte assente. Bruniture specie sul piatto posteriore. Volume restaurato.
Il vitello, il decoro in lega d’oro oggi ossidata1 (cfr. 16 E 480) e le note tipografiche inducono ad ritenere la legatura propria della metà del secolo XVI, eseguita in area tedesca.
16 E 480
Epictetus. Enchiridion [et alia]. Basileae, ex officina Ioannis Oporini, mar. 1563. 8°, [12], 160, 421, 440 p.
Cuoio di capra marrone su assi lignee decorato a secco e in lega d’oro. Coppia di filetti concentrici bruniti. Fregio fitomorfo negli angoli esterni del riquadro interno. Placca a rombo centrale di gusto moresco. Tracce di due coppie di lacci in seta verde. Dorso arrotondato. Coppia di gigli addossati negli scompartimenti. Capitello di piede in fili écrus su anima circolare. Cucitura su quattro nervi. Tagli con tracce di colorazione in azzurro. Stato di conservazione: mediocre. Materiale di copertura scomparso in testa del dorso. Marginali spellature. Cerniere indebolite. Angoli sbrecciati.
Il genere di placca1 in foggia di rombo, non particolarmente diffusa in quanto presente in 7 esemplari nella banca dati tedesca EBDB, il decoro in lega d’oro (cfr. 16 E 119/1-2) parzialmente ossidato e le note tipografiche propongono di ritenere la legatura propria del terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca2. Lacci in tessuto di colore squillante3 a contrastare il colore monocromo del materiale di copertura.
16 F 589
Herodotus. Historiae libri IX [et alia]. Francofurti, apud haeredes Andreae Wecheli, 1584. 8°, 592, [88] p.
Pelle di porco su assi smussate sui piatti e sui contropiatti decorata a secco. Cornici caratterizzate da testine antropomorfe entro medaglioni alternate a coppie di fregi fitomorfi su sfondo cuoriforme e da candelabre. Placche centrali dal motivo biblico. Coppia di fermagli costituiti da altrettante contrograffe lanceolate in ottone munite di un cerchiello e di finestrella laterale di aggancio, collocate entro apposita sede, assicurate al piatto anteriore con due chiodi metallici e da due bindelle (parzialmente scomparso l’esemplare di piede) in pelle di porco, collegate al puntale metallico con graffa, inserite in apposita sede, ancorate a quello posteriore tramite una laminetta in ottone e due chiodi pure in ottone. Cucitura su tre nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: mediocre – discreto. Marginali spellature. Fiore diffusamente scomparso. Apprezzabili bruniture ai piatti.
Il decoro e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura all’ultimo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. Il fiore diffusamente scomparso non ha consentito l’identificazione della bottega nella banca dati tedesca EBDB.
16 F 590
Aristoteles. Ethicorum ad Nicomachum libri decem. Ioanne Argyropylo interprete. Cum Donati Acciaioli commentarijs. Lugduni, excudebat Petrus Fradin (apud Ioan. Frellonium), 1554. 8°, [24], 919, [1] p.
Pelle di porco su cartone decorata a secco. Cornice caratterizzata da Virtù (Prudenza, Giustizia, Lucrezia). Specchio munito di due bande verticale raffiguranti motivi fitomorfi e due figure antropomorfe a piena figura collocate su di un piedestallo. Coppia di fermagli costituiti da altrettante contrograffe lanceolate in ottone munite di serpentine sormontate da una corolla entro un paio di fogliami svasati e di finestrella laterale di aggancio, assicurate al piatto anteriore con due chiodi metallici e da due bindelle (residua quella di testa con puntale metallico) in pelle di porco collocate in apposita sede, ancorate a quello posteriore tramite una laminetta in ottone e due chiodi pure in ottone. Cucitura su tre nervi evidenziati da due filetti orizzontali in testa e al piede. Iscrizione longitudinale inchiostrata “Arist ethic”. Cerniere rivestite da un lembo cartaceo spugnato blu. Tagli rustici muniti al piede della scritta “Arist. Eth. Argyrop”. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature. Fiore parzialmente scomparso.
Il genere di manufatto, l’analogo decoro non individuato nella banca dati germanica EBDB e le note tipografiche inducono ad assegnare la legatura al terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. I fermagli1 prodotti in Norimberga2 per la vasta diffusione non consentono la fondata attribuzione della rilegatura ad un atelier in particolare. La scritta inchiostrata lungo il taglio di piede suggerisce la collocazione del volume a piatto nella teca.
16 H 106
Cadesreuter, Christoph. Quaestiones praeceptorum grammaticae Graecae. Lipsiae, imprimebat Andreas Schneider, typis Voegelianis, 1573. 8°, 297, [5] p., 3 tav. f. t.
Pelle di porco su cartone decorato a secco. Cornice caratterizzata da testine di guerrieri rivolte a destra e a sinistra entro medaglioni ovali, alternati a scudi sassoni su sfondo di fogliami. In testa e al piede del piatto anteriore, entro una coppia di rettangoli, le scritte in pasta nera rispettivamente “H C V T” e “Z S” sul piatto anteriore, “15” “89” su quello posteriore. Specchio munito di tre bande verticali alternate, ornate con coppie di archetti incrociati sormontati da palmette e di candelabre. Tracce di due lacci. Cucitura su tre nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Apprezzabili bruniture al piatto posteriore. Fiore parzialmente scomparso.
Gli stemmi sassoni1, le scritte in pasta nera2 ai piatti e le note tipografiche evidenziano la produzione della legatura nel 1589, verosimilmente eseguita in Sassonia. Materiale di copertura scolorito lungo il dorso. Inusuale l’anno di produzione impresso sul piatto posteriore: compare solitamente su quello anteriore.
16 H 628
Philostratus. Historiae de vita Apollonij libri VII. Alemano Rhinuccino interprete. Eusebij Caesariensis adversus Hieroclem confutatio, sive apologia. Zenobio Acciolo interprete. Omnia haec castigata, & restituta per Gybertum Longolium. Coloniae, excudebat Ioannes Gymnicus, 1532. 8°, [20], 460, [3] p.
Pelle di porco su assi lignee smussate sui piatti e contropiatti decorata a secco. Cornici concentriche: esterna caratterizzate da figure femminili a mezzo busto alternate a globi e a fogliami, interna da rosette tetra- ed esalobate, congiuntamente a vasi fioriti Specchio ornato da tre filetti verticali. Tracce di due fermagli di restauro. Cucitura su tre nervi. Nel secondo scompartimento del dorso il tassello in carta nocciola recita “PHILOSTR/DE VITA/APOLLONII”. Nome inchiostrato dell’autore pure presente longitudinalmente lungo il dorso. Stato di conservazione: mediocre. Diffuse bruniture ai piatti.
Le figure femminili1, notate in foggia non dissimile nella banca dati tedesca EBDB2 che non propone tuttavia alcuna fondata area di produzione, e le note tipografiche inducono ad attribuire la legatura al secondo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. L’aggancio dei fermagli sul piatto posteriore in area nordica, inverso rispetto alla locale costumanza, evidenzia il restauro del volume.
16 I 356
Godefroy, Denis. Antiquae historiae ex XXVII autoribus contextae libri VI. Lugduni, s.t., 1590-1591. 16°, 2 v. (Esemp. mutilo)
Pergamena semifloscia con falda decorata in oro. Cornice caratterizzata da serpentine grasse. Placca ovale centrale di foggia orientaleggiante. Traccia di due coppie di lacci. Cucitura su tre nervi passanti in pelle allumata o in pergamena. In testa al dorso la scritta inchiostrata riporta gli estremi dell’opera. Capitelli dall’anima passante in pelle allumata o in pergamena. Tagli dorati e incisi a raffigurare archetti filigranati incrociati alternati a mazzi di quattro cerchielli vuoti. Stato di conservazione: discreto. Alcune bruniture ai piatti.
Le ampie dimensioni delle serpentine, il decoro corrente delle placche1, i tagli caratterizzati da archetti filigranati incrociati2 e le note tipografiche autorizzano ad attribuire la legatura alla fine del secolo XVI, eseguita in area tedesca.
16 I 412
Vergilius Maro, Publius. Opera. Theodori Pulmanni studio correcta & illustrata. Antuerpiae, excudebat Christophorus Plantinus, 1564. 16°, CXX, 448, [48] p.
Cuoio di vitello marrone su cartone decorato a secco e in oro. Cornice costituita da un filetto. Ampia placca ovale azzurrata di foggia orientaleggiante. Fogliame quadrilobato negli scompartimenti del dorso delimitati da bande orizzontali fogliate. Cucitura su tre nervi in canapa. Tagli dorati. Stato di conservazione: molto mediocre. Materiale di copertura parzialmente scomparso ai piatti e al dorso. Fiore in parte assente. Cerniere particolarmente indebolite.
Il genere di placca1 e le note tipografiche consentono di assegnare la legatura al terzo quarto del secolo XVI, verosimilmente eseguita in Anversa2.
16 I 926
Eber, Paul. Calendarium historicum. Vvitebergae, ex officina typographica haeredum Georgij Rhauu, 1559. 8°, [32], 432, [52] p.
Pelle di porco su assi lignee smussate sui piatti e sui contropiatti decorata a secco. Cornice caratterizzata da Cristo salvatore – DATA EST MIHI; Davide; DE FRVCTV V; Isaia; SUP SOLIVM DAVI – Giovanni Evangelista; ECCE AGN DEI. Coppia di bande verticali nello specchio rappresentate da due coppie di archetti dentati incrociati sormontati da palmette. Coppia di fermagli costituiti da due contrograffe lanceolate in ottone provviste di un fregio in foggia di piramide, assicurate al piatto anteriore con due chiodi metallici e da due bindelle in pelle di porco con puntale in ottone ancorate a quello posteriore tramite due chiodi metallici. Dorso arrotondato. Cucitura su tre nervi. Tagli rossi muniti della scritta inchiostrata recante gli estremi dell’opera. Stato di conservazione: discreto. Angoli parzialmente sbrecciati.
Il genere di manufatto e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca: i fregi, non individuati nella banca dati germanica EBDB, non hanno consentito di identificarne l’artefice. Secondo la costumanza nordica, il titolo collocato in testa al taglio di gola1.
17 G 389
Homerus. Ilias. [Odusseia et alia].Vuormatiae, apud Vuolffgangi Cephalaei haeredem Philippum, & Sigismundum Feierabent, 1563. 8°, 2 v. in 1.
Pelle di porco su assi lignee smussate sui piatti e sui contropiatti decorata a secco. Cornice caratterizzata da Cristo salvatore – DATA EST MIHI; Davide; DE FRVCTV V; Isaia; SUP SOLIVM DAVI – Giovanni Evangelista; ECCE AGN DEI. Coppia di bande verticali nello specchio rappresentate da due coppie di archetti dentati incrociati sormontati da palmette. Coppia di fermagli costituiti da due contrograffe lanceolate in ottone provviste di un fregio in foggia di piramide, assicurate al piatto anteriore con due chiodi metallici e da due bindelle in pelle di porco con puntale in ottone ancorate a quello posteriore tramite due chiodi metallici. Dorso arrotondato. Cucitura su tre nervi. Tagli rossi muniti della scritta inchiostrata recante gli estremi dell’opera. Stato di conservazione: discreto. Angoli parzialmente sbrecciati.
Il genere di manufatto e le note tipografiche assegnano la legatura al terzo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca: i fregi, non individuati nella banca dati germanica EBDB, non hanno consentito di identificarne l’artefice. Secondo la costumanza nordica, il titolo collocato in testa al taglio di gola1.
17 H 100/1-2
Golius, Theophilus. Educationis puerilis linguae Graecae pars prima pro Schola Argentinensi. Fabellae quaedam Aesopi. Argentinae, excudebat Iosias Rihelius, 1580. 8°, [48] c.; Golius, Theophilus Grammaticae sive Educationis puerilis linguae Graecae pars altera, pro schola Argentinensi conscripta. [Strasbourg], excudebat Iosias Rihelius, 1582. 8°, 379, [60] p.
Pelle di porco su assi lignee smussate sui piatti e contropiatti in corrispondenza dei tagli, decorata a secco. Cornice caratterizzata dai busti dei Riformatori (IOHAN [Hus]; MART [Lutero]; ERAS [da Rotterdam]; PHILI [Melantone]) entro ovali fogliati. Un paio di bande verticali di ornate con coppie di archetti incrociati sormontati da palmette nello specchio. Due fermagli costituiti da altrettante contrograffe lanceolate in ottone munite di fregi a piramide e finestrella laterale di aggancio, assicurate al piatto anteriore tramite due chiodi metallici e dalle impronte di un paio di bindelle in pelle di porco, ancorate a quello posteriore con tre chiodi e lamine rettangolari metalliche. Dorso arrotondato. Cucitura su tre nervi. Stato di conservazione: discreto. Marginali spellature Alcune bruniture al piatto posteriore. Angoli sbrecciati.
Il genere di manufatto, i motivi correnti e le note tipografiche consentono di attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XVI, eseguita in area tedesca. Conformi alle aspettative le contrograffe lanceolate1 munite di una piramide2, dalla foggia segnalata tra il 1550 e il 1630 circa.
17 H 512
Gretser, Jacob. Institutionum de octo partibus orationis, syntaxi et prosodia Graecorum, libri tres. Ingolstadii, excudebat David Sartorius, 1593. 8°, [16], 629, [24] p.
Pelle di porco su assi lignee smussate sui piatti e contropiatti decorate a secco. Cornice caratterizzata da quattro testine antropomorfe rivolte a destra e a sinistra entro medaglione su sfondo fogliato (182×12 mm). Al centro del piatto anteriore la placca (82×49 mm) raffigura Davide a figura intera, chinato, provvisto di arpa e scettro al cui piede campeggia l’iscrizione “VERITAS DE TERRA ORTA ES/T VERITAS DE TERRA ORTA E”, mentre su quello posteriore spiccano le virtù Fides e Spes (82×49 mm) dalla scritta sottostante “IMPETRAT ALMA FIDES CRI/STO QVAM DANTE SALVTE:/M EXPECTARE SOROR SPES”. Due fermagli costituiti da altrettante contrograffe lanceolate in ottone munite di fregio a piramide e finestrella laterale di aggancio, assicurate al piatto anteriore tramite due chiodi metallici e dai lacerti di un paio di bindelle in pelle di porco, ancorate a quello posteriore con due chiodi e un paio di lamine pure in ottone. Dorso arrotondato, rivestito da un lembo in cartoncino grigio. Cucitura su quattro nervi. Tagli colorati in rosso. Stato di conservazione: discreto. Apprezzabili spellature sul piatto posteriore. Angoli sbrecciati.
Il decoro1 e le note tipografiche assegnano la legatura alla fine del secolo XVI eseguita in area tedesca dall’ignota bottega München ESIg/A.gr.a.1054-1*. Conformi alle aspettative i follicoli del pellame raggruppati a tre a tre2 e le contrograffe lanceolate3 munite di una piramide4, dalla foggia segnalata tra il 1550 e il 1630 circa.
17 I 721
Schorus, Antonius. Phrases linguae Latinae. Dialogus de ratione populariter tractandarum quaestionum. Coloniae Agrippinae, apud Petrum Horst, 1578. 8°, [334] c.
Pelle di scrofa su assi lignee smussate sui piatti e contropiatti decorata a secco. Cornice caratterizzata da fregi fitomorfi entro archi azzurrati. Coppia di bande ornate con archi incrociati sormontati da palmette. Coppia di fermagli costituita da due contrograffe lanceolate in ottone, munite del fregio a piramide, assicurate al piatto anteriore tramite due chiodi metallici e da altrettanti lacerti di bindella in pelle di porco, ancorati a quello posteriore con un paio di lamine e di chiodi, pure in ottone. Dorso arrotondato. Cucitura su tre nervi. Tagli rossi, muniti della scritta inchiostrata “Sc(h)oro phras L. Latin.”. Stato di conservazione: discreto. Fiore parzialmente scomparso.
I fregi fitomorfi entro archi azzurrati1 del genere pure utilizzato dal legatore Hans Waiblinger2 attivo in Augusta tra il 1589 e il 1595, e le note tipografiche orientano ad attribuire la legatura all’ultimo quarto del secolo XVI, verosimilmente eseguita in Baviera. Conformi alle aspettative le contrograffe lanceolate3 munite di una piramide, dalla foggia segnalata tra il 1550 e il 1630 circa. I tagli nella tonalità rossa4, la cui scritta al piede suggerisce la collocazione a piatto del volume nella teca, contrastano il colore monocromo del materiale di copertura avoriato.