archivi di architettura
Il progetto degli archivi di Architettura prevede la ricerca, la raccolta, lo studio e la catalogazione dei “fondi locali” degli architetti ed ingegneri che hanno operato a Reggio Emilia dall’Unità d’Italia alla ricostruzione del secondo dopoguerra, fino ad arrivare agli anni Settanta.
In particolare le opere degli architetti e degli ingegneri “del pubblico” a partire dal periodo post-unitario rappresentano un importante campo di indagine per lo studio della nascita e sviluppo della città moderna, una storia in buona parte perduta e mai del tutto conosciuta. Obiettivi generali del progetto sono, in primo luogo, l’acquisizione e conservazione dei documenti per rendere accessibili le informazioni; inoltre, attraverso pubblicazioni, iniziative e attività di divulgazione, la valorizzazione del patrimonio.
cooperativa architetti e ingegneri - osvaldo piacentini
Nasce nel 1947 come “Studio cooperativo di costruzioni civili” da un’idea di architetti e ingegneri reggiani studenti del Politecnico di Milano, tra i quali ricordiamo in particolare: Antonio Pastorini, Osvaldo Piacentini, Aldo Ligabue, Eugenio Salvarani, Athos Porta, Silvano Gasparini, Franco Valli, Ennio Barbieri, Antonio Rossi a cui si sono aggiunti nel 1961 in forma continuativa Ermanno Grasselli e Paolo Voltolini.
Dal 1952 prese il nome attuale di “Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia”, divenendo la più antica esperienza europea di società di professionisti in forma cooperativa.
La Cooperativa Architetti e Ingegneri è ricordata per alcuni progetti realizzati tra il 1954 e il 1970, pubblicati sulle più importanti riviste specializzate nazionali ed estere come il concorso per la stazione di Napoli del 1954, il concorso nazionale per il quartiere S. Gobain di Pisa che ebbe il 1° premio urbanistico ed architettonico, la sede della Camera di Commercio a Reggio Emilia in Palazzo Scaruffi nel 1955, la progettazione dei quartieri residenziali INA-CASA a Modena (S. Agnese, 1957-1965) e a Bologna (S. Donato, 1963), e il progetto della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattami a Roma. La Cooperativa Architetti e Ingegneri riceve il premio Emilia Romagna dell’Istituto Nazionale di Architettura per il nucleo residenziale “Nebbiara” a Reggio Emilia (oggi Villaggio Architetti) nel 1961. Nel 1962 riceve la medaglia d’oro della Provincia di Reggio Emilia per l’architettura.
Sono da ricordare, inoltre, i progetti delle strutture alberghiere previste per l’indipendenza della Repubblica Somala nel 1960, le affermazioni nei concorsi internazionali per gli ospedali di Mogadiscio (1960), S. Cruz de Tenerife (1966, primo classificato) Dakar (1983).
Tra i lavori più significativi svolti fino a tutti gli anni ’80 sono da ricordare la partecipazione ai concorsi per il quartiere P.E.E.P. di Pieve Modolena a Reggio Emilia (1983-89) e per il Parco dei Teatri a Reggio Emilia (1985), l’affermazione ottenuta nel 1983 al Concorso Internazionale per il nodo ferroviario e la nuova stazione di Bologna, i progetti per infrastrutture ferroviarie e portuali degli ultimi anni, il progetto per la new-town di Halkaly presso Istanbul (1986), i molteplici incarichi svolti per industrie di livello nazionale come la Barilla, la Lombardini, l’Unicem, le Reggiane, Max Mara, la Gilmar, ecc.
Del settore urbanistico, nato nei primi anni Sessanta in forza della consapevolezza della fondamentale importanza della pianificazione urbanistica nella amministrazione della città, Osvaldo Piacentini è stato il responsabile e l’elemento propulsore per quasi 25 anni. Una sessantina di piani regolatori, a volte in collaborazione con altri professionisti, fra cui quelli delle città di Reggio Emilia, Modena, Parma, Rimini; piani di sviluppo di Comunità montane, piani comprensoriali in Emilia-Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Piemonte, piani territoriali a scala regionale o nazionale, piani per la viabilità e i trasporti, progetti di ricerca su normative, metodologie, studi ed analisi demografiche. Negli anni dal 1975 al 1985 si sviluppano studi sul territorio come “risorsa finita”, pianificazione territoriale a scala allargata, piani di sviluppo, grandi piani di infrastrutture fino al 1983-1984, il concorso internazionale per la ristrutturazione del nodo ferroviario bolognese e per la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Bologna. Al concorso, a cui parteciparono circa 800 tecnici raggruppati in 110 gruppi provenienti da tutta Europa, il gruppo guidato da Piacentini costituito da tecnici della Cooperativa e da alcuni professionisti esterni fu incluso fra i cinque progetti vincitori ed ammesso al concorso – mai svolto – di 2°grado.
carlo lucci
Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) si laurea nel 1935 alla Scuola Superiore di Architettura di Firenze e ottiene a Roma l’abilitazione alla professione. Dopo il servizio militare in Africa come Ingegnere Capo, torna in Italia nel 1937 e ottiene un incarico nello studio romano di Concezio Petrucci. Qui conosce e lavora con Adalberto Libera, Tufaroli, Paolini, Silenti e Luccichenti.
Nel 1940 entra in contatto con la ditta Fantoni di Gemona del Friuli, il cui proprietario diventerà da quel momento in avanti uno dei suoi principali committenti.
Dal 1943 al 1945 viene tenuto prigioniero in Ucraina e a Witzendorf. Dopo la liberazione si trasferisce a Reggio Emilia per realizzare la villa di Arcisate per l’ingegner Borri.
Nel 1947 progetta con successo un sistema di prefabbricazione applicato al quartiere sperimentale QT8 di Milano. In questa occasione conosce Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti. Conosce inoltre a Milano Mario Asnago e Claudio Vender, considerati tra i più interessanti e raffinati interpreti della cultura razionalista in Italia, che influenzeranno profondamente il suo modo di concepire l’architettura, rendendolo sensibile ai temi tecnologici e strutturali. Nel 1963 ottiene l’incarico di addetto alle esercitazioni alla Cattedra di “Caratteri degli edifici” dell’Università di Firenze. Nel 1982 figura tra i fondatori dell’Ordine degli Architetti a Reggio Emilia
Nel 1986, terminata per raggiunti limiti di età la carriera di docente universitario, si dedica alle pubblicazioni su varie riviste. La sua ultima opera architettonica, la Chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, cominciata nel 1993, è il suo testamento spirituale.
L’archivio di Carlo Lucci, donato dei figli Franco, Bruno e Stefano alla Biblioteca Panizzi è costituito dal corpus dei progetti, dall’emeroteca, dalla biblioteca professionale e dalla fototeca.
La mostra tenutasi in biblioteca nel 2012 si è proposta di indagare, attraverso i materiali dell’archivio (disegni, progetti, fotografie, riviste e pubblicazioni), il legame tra l’architetto fiorentino e Reggio Emilia, illustrando cronologicamente l’intenso lavoro di ricerca, l’attività professionale e i numerosi interessi culturali di Carlo Lucci che hanno caratterizzato la sua produzione svolta non solamente a Reggio Emilia, ma anche a livello nazionale.
Nel 2012, è stata realizzata una mostra dedicata a Carlo Lucci il cui catalogo è disponibile qui.
antonio pastorini
Antonio Pastorini si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1951 e nel 1952 ufficializza la fondazione della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia, ideata con alcuni colleghi universitari nel 1947. Tra di loro ricordiamo: Osvaldo Piacentini, Aldo Ligabue, Eugenio Salvarani, Athos Porta, Silvano Gasparini, Franco Valli, Ennio Barbieri, Antonio Rossi a cui si sono aggiunti nel 1961 in forma continuativa Ermanno Grasselli e Paolo Voltolini.
Lavora al CAIRE per nove anni, partecipando al progetto per il concorso del quartiere Saint Gobain di Pisa (1952), alla realizzazione della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattani a Roma e al dibattito per la costruzione dell’isolato San Rocco a Reggio Emilia fra il 1953 e il 1954.
Nel 1956 esce dalla Cooperativa Architetti e Ingegneri e, dopo essersi classificato primo per il concorso del piano regolatore di Venezia in quello stesso anno, comincia una collaborazione con Eugenio Salvarani che lo porta alla costruzione di alcuni edifici del centro storico tra il 1956 e il 1958, dello stabilimento Max Mara nel 1960, di edilizia scolastica per Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Sassuolo dal 1962 al 1966, fino a diventare Assessore all’Urbanistica di Reggio Emilia.
Dal 1969 al 1970 progetta il piano regolatore di Piacenza ed è incaricato dal Ministero dei lavori Pubblici di studiare il Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Emilia-Romagna.
Fino al 1972 collabora con Maria Cristina Costa nella progettazione di edifici popolari tra Reggio e provincia.
Dal 1973 al 2000 collabora con le figlie nella realizzazione del quartiere PEEP Canalina (1976-1977), del polo scolastico di Montecchio Emilia nel 1987 circa e del Dipartimento di igiene dell’AUSL di Reggio Emilia al San Lazzaro nel 1994 circa.
Nel 2013, è stata realizzata una mostra dedicata a Antonio Pastorini il cui catalogo è disponibile qui.
prospero sorgato
Prospero Sorgato è stato insegnante, progettista e titolare dell’Ufficio tecnico del Comune di Reggio fino agli anni Cinquanta e ha ideato edifici privati, allestimenti temporanei e monumenti.
Dei suoi primi anni sono da ricordare: il progetto per l’Esposizione agricola del 1922 e lo chalet Bottazzi-Diana del 1926, che sorgeva in stile Liberty nei Giardini Pubblici e abbattuto nel secondo dopoguerra.
In quello stesso anno presenta la propria domanda per iscriversi all’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti della provincia di Parma, che allora amministrava anche l’area reggiana, e per un decennio risulta l’unico reggiano iscritto all’albo.
Della fine degli anni Venti sono il Mercato coperto del 1927, in stile neoclassico e monumentale, e la Casa di riposo per i mutilati di guerra sempre del 1927, caratterizzato da una miscellanea eclettica di elementi architettonici e materiali, la Casa per gli impiegati in via Nobili del 1928 e la facciata di San Zenone del 1929.
Negli anni Trenta si segnalano la sistemazione del palazzo del Tribunale, la facciata verso il Crostolo del cimitero monumentale del 1935, e alcune scuole della zona quali la scuola professionale nel quartiere Gardenia (IPSIA) e le scuole di viale Isonzo.
Uno degli ultimi progetti è l’edificio comunale su piazza Scapinelli del 1947.
Durante la sua carriera attraversa i vari stili architettonici che caratterizzarono l’inizio del Novecento: il Liberty, l’Eclettismo, il nascente Razionalismo e qualche tratto di Monumentalismo.
Muore a Reggio Emilia nel 1959, dopo aver dato lustro alla vita culturale della città, insegnando nelle scuole a fianco di Guido Tirelli e Giuseppe Valli.
L’archivio dei disegni e delle fotografie è stato donato dagli eredi alla Biblioteca Panizzi nel 2012.
La mostra tenutasi in Biblioteca Panizzi nel 2013, Prospero Sorgato (1891-1959) Un architetto del pubblico intendeva presentare l’intensa attività di Sorgato progettista dal periodo dell’Eclettismo fino al Razionalismo, in epoca del Fascismo, attraverso il suo archivio personale.
Nel 2012, è stata realizzata una mostra dedicata a Prospero Sorgato il cui catalogo è disponibile qui.
guido tirelli
Guido Tirelli (Reggio Emilia, 1883 – Barcellona, 1940), frequenta il Regio Istituto Tecnico A. Secchi, dove conosce Giuseppe Ferrari, Naborre Campanini, Luigi Castagnari e Antonio Prandi.
Consegue la laurea in Ingegneria Meccanica al Regio Istituto Tecnico Superiore (il futuro Politecnco) di Milano nel 1906. Nel 1907 è responsabile dell’ufficio tecnico della Provincia di Reggio Emilia, dall’anno successivo, comincia in parallelo la libera professione.
Attraversa l’eclettismo realizzando, dal 1908 e al 1912, Casa Ricchetti in via Farini e in via Emilia San Pietro (1909-1910), Casa Franzini in via Cavallotti (via Crispi, 1910), Casa Bedogni tra via del Liceo (via Malta) e via Farini (1910), il Villino Rovesti presso il sobborgo di Porta Santo Stefano (1911) e di particolare rilievo la sistemazione dell’Albergo Posta in pieno stile liberty (19010-1913; 1926). Progetta la nuova sistemazione del quartiere dei giardini, tra Piazza Cavour, Largo Cairoli e il Teatro Municipale (1912).
Vince nel 1913 il concorso di ingegnere capo del Comune di Salsomaggiore, inaugurando un fruttuoso periodo lavorativo e di crescita professionale. Tra le opere di questo periodo è l’Ospedale di Isolamento (1915) che dà Salsomaggiore l’aspetto di una “città-giardino”, organizzata intorno a piazze ed edifici pubblici, e nel 1924 progetta il Cinema Teatro Centrale di Sanremo. Realizza Palazzo Verderi (1925), Palazzo Barani-Marzaroli (1925) e Palazzo Fanfoni (1925 ca.). Tornato a Reggio Emilia negli anni ’20 progetta, lungo la circonvallazione, Villa Marconi (1925), Villa Zironi (1925), Villa Borzacchi (1928), Palazzina Crotti (1931) e il Villino Chilloni (1931), tutte in stile “Grande Cinquecento”. L’ultimo lavoro è la facciata di Casa Menozzi del 1933. Si dedica all’attività sindacale e alla stesura della storia della Rocca di Rossena, per la sua sistemazione e restauro. Muore tragicamente per un incidente aereo nel cielo di Barcellona nel 1940.
L’archivio di Guido Tirelli è costituito dal corpus dei disegni e da una ricca raccolta fotografica consultabile nel catalogo della fototeca della Biblioteca Panizzi.
Archivi di architettura
Biblioteca Panizzi via Farini, 3
42121 Reggio Emilia
per il materiale grafico
Chiara Panizzi
tel. 0522 456071
chiara.panizzic@comune.re.it
per il materiale fotografico
Monica Leoni
tel. o522 456089
monica.leoni@comune.re.it