Il punto nero
Dal 1 gennaio al 15 aprile 1894 si pubblicava a Reggio Emilia “II punto nero”, giornale quotidiano socialista. Il gerente responsabile era Rodolfo Incerti Armani sostituito, dal 7 marzo, da Guglielmo Simonazzi; non si trova, invece, il nome del direttore; gli articoli non sono firmati o sono firmati con pseudonimi. Il giornale aveva i suoi uffici in via San Pietro Martire n. 6 e veniva stampato dalla Tipografia Economica. Era un foglio di 4 pagine, formato cm 36×50.
Nell’ottobre precedente, “La Giustizia”, organo della Lega socialista di Reggio Emilia, illustrava il programma e le finalità del nuovo giornale, rispondendo alle obiezioni che da altri fogli socialisti erano state fatte alla notizia della nuova pubblicazione ed alla richiesta di aiuto avanzata presso le sezioni del Partito, perché la diffondessero e raccogliessero un certo numero di abbonamenti, che sarebbero stati la sola risorsa su cui si sarebbe potuto contare per dar vita al quotidiano. […] Molto più ampiamente si discuteva sul perché si volesse fondare un giornale quotidiano. L’opinione del gruppo promotore dell’iniziativa era che nell’Emilia-Romagna c’erano delle provincie, nelle quali il movimento socialista aveva vita intensissima e la lotta economica e politica richiedeva una presenza attiva continua, anche attraverso la stampa, nel dibattito con gli avversari. Ma questi avevano quotidiani di peso rilevante a livello nazionale ai quali, finora, si erano contrapposti giornaletti locali, a periodicità settimanale o anche intermittente, che mal reggevano il confronto.
Si era tenuto conto, inoltre, della presenza di un potenziale pubblico di lettori in un paese che aveva eletto cinque o sei deputati e che era costretto a leggere i quotidiani borghesi in mancanza di quello che più avrebbe risposto alle sue esigenze. Il nuovo giornale sarebbe, quindi, servito a tutta la regione, dove non si pubblicavano grandi organi borghesi che l’avrebbero soffocato.
All’obiezione che il quotidiano socialista avrebbe dovuto avere la sua sede in una grande città, da dove avrebbe avuto maggiore diffusione, si rispondeva che se questo era l’ideale, mancava però un grande centro socialista dal quale esso sarebbe potuto sorgere naturalmente e non con forzature e sacrifici, poi sterili, di tutti. Questa possibilità c’era in Emilia e a Reggio: perché trascurarla? […] Molti altri compagni, invece, da Torino, dal Veneto, dalla Liguria, fin dalla Sicilia, avevano manifestato la loro approvazione ed avevano assicurato il loro appoggio. L’opposizione degli amici di Milano, che – si lasciava intendere – si sarebbero sentiti punti nel loro orgoglio, era ingiustificata e dava adito agli avversar! di compiacersi del “leggendario dualismo tra milanesi ed emiliani”.
Dopo questi chiarimenti, la polemica si era esaurita e, all’inizio del nuovo anno “Il Punto nero” cominciava ad uscire regolarmente. Il n. 1 del 1° gennaio 1894 apriva con la pubblicazione del Programma: “Nel novembre del ’92, quando si seppe il risultato delle elezioni generali Costanze Cauvet, (sic) allora pedagogo dell’infante presidente del ministro Giolitti additava nella valle del Po il punto nero dell’orizzonte politico dell’Italia borghese […] È il punto nero che ha scoppiato, e ha sviluppato le sue volute tempestose ravvolgendo delle sue minaccie tutta una vecchia società barbogia e inebetita. […] Noi faremo un nuovo giornale: il giornale per il lavoratore che vuole diventare uomo, che vuoi diventare cittadino. Il nostro programma politico è quello del partito socialista dei lavoratori; di cui noi svolgeremo la tattica indefessamente, contro tutti gli agguati e i camuffamenti più o meno rivoluzionari della borghesia decrepita e malata”.
Centrali, tra tutti gli altri argomenti, sui quali il giornale discuteva ogni giorno, erano, naturalmente, il socialismo, il suo programma, i suoi problemi.
(da Maria Savoca, Tre mesi e mezzo di cronaca politica nelle pagine de “Il punto nero”, in “L’Almanacco”, n. 14, giugno 1989, pp. 25-37)