Gazzetta di Reggio
La nascita della prima “Gazzetta di Reggio” coincide con la nascita dell’Italia unita. Nel fervore della riconquistata libertà, si apre a livello nazionale una nuova stagione del giornalismo italiano ed anche la nostra città offre il proprio contributo. Nel luglio 1859 esce infatti un nuovo giornale, “Il Crostolo”, che rompe un decennio di silenzio della stampa locale, ma che già nel settembre dell’anno successivo annuncia la propria chiusura per far posto ad un nuovo giornale che avrebbe iniziato le pubblicazioni il 2 ottobre “con nuovo titolo, con più ampio formato, con caratteri nuovi”.
Nasce così la “Gazzetta di Reggio nell’Emilia”, con il sottotitolo “Giornale ufficiale per gli atti governativi e per le inserzioni degli atti giudiziali ed amministrativi della provincia reggiana” e con periodicità trisettimanaIe: esce nei giorni di martedì, giovedì e sabato non festivi, a mezzogiorno. Espressione della borghesia liberale, la “Gazzetta” è portavoce dei moderati che si riconoscono nella politica di Cavour. Unità nazionale, monarchia costituzionale, rispetto “nelle cose che spettino alla Religione”, necessità dell’istruzione del popolo, piena libertà di commercio, attenzione agli interessi municipali e provinciali nel quadro degli interessi generali della patria: sono questi i princìpi ai quali il giornale dichiara di volersi ispirare. Ma le difficoltà incontrate, di carattere sia politico che economico, costringono il giornale ad una vita stentata, tanto che dopo quattro anni è costretto alla chiusura.
Quasi un secolo dopo, negli anni che salutano un’altra alba di libertà, un nuovo giornale farà rivivere l’antica testata. Nello stesso giorno della Liberazione, il 25 aprile 1945, esce infatti il quotidiano “Reggio Democratica. Organo del Comitato provinciale di Liberazione Nazionale” che, dal dicembre dello stesso anno, cambierà proprietà per diventare un giornale indipendente e per assumere da 1° dicembre 1950 il titolo di “Gazzetta di Reggio” e il sottotitolo “Quotidiano indipendente d’informazioni”.
Nella presentazione del primo numero, il giornale dichiara di proporsi come “un informatore indipendente della pubblica opinione”, estraneo “all’influenza di qualsiasi ideologia o partito” e favorevole alla collaborazione fra le varie classi sociali e a una politica economica “il più largamente possibile basata sull’iniziativa individuale e quindi sull’iniziativa privata”.
La “Gazzetta” esce tutti i giorni tranne il lunedì con quattro pagine dedicate nell’ordine all’attualità politica nazionale, alla cronaca cittadina, alla cultura e infine alle “altre di cronaca”: sport e notizie dalla provincia. A differenza del predecessore, il nuovo giornale ha una vita duratura: cesserà infatti le pubblicazioni nel gennaio 1977, dopo aver mutato il titolo per quasi un ventennio, dal dicembre 1951 al maggio 1970, in “Nuova Gazzetta di Reggio” ed aver portato a dieci il numero di pagine. Come spiega nell’ultimo numero Danilo Canovi, presidente della “Poligrafici spa”, la cessazione delle pubblicazioni si inquadra nella “crisi che colpisce l’editoria dei quotidiani italiani” e che porta alla chiusura anche delle altre due gazzette di Modena e di Ferrara.
Occorrerà attendere altri quattro anni per assistere ad una nuova rinascita del quotidiano: nel marzo 1981 il gruppo Mondadori inaugura la sua prima iniziativa nel campo dell’informazione locale con la pubblicazione di due quotidiani: la “Gazzetta di Reggio” e la “Gazzetta di Modena”. A dirigere la prima è chiamato Umberto Bonafini, una delle figure storiche del giornalismo reggiano, che rimarrà direttore del quotidiano per ben 17 anni. La “Gazzetta” si presenta ora con 24 pagine in formato tabloid, di cui 10 nazionali e 12 locali, ed è tra i periodici locali tra i più longevi, essendo tuttora in edicola.