Pruspron
Del “Pruspron” uscirono duecentodiciotto numeri, dal 7 settembre 1877, n. 1, anno I, al l° ottobre 1882, n. 218, anno VI.
Nella testata si leggeva questo sottotitolo: “Giurnel seinza preteis”, che scomparve dal 14 aprile 1882, sostituito dalla scritta: “Al selta fora quand agh pèr: al rest al savl”. Nel n. 1, anno III, 7 settembre 1879 appaiono questi motti: a sinistra, “Ai matti il manicomio”. A destra: “Ai briganti della penna il disprezzo degli onesti”. I motti scompaiono dopo cinque numeri.
Il ritmo d’uscita del “Pruspron” era generalmente settimanale, ma a volte, per certi periodi, aveva uscite saltuarie. Costava 5 centesimi la copia; solo dal 30 novembre 1879 fu ammesso l’abbonamento semestrale a L. 2. Il “Pruspron” era stampato dalla tip. Torreggiani. Una copia conteneva quattro pagine, divise in tre colonne e della misura di cm 39×29. L’ufficio della direzione era in via Migliorati, n. 7. Gerente responsabile del “Pruspron” era Paolo Bonazzi; direttore l’ingegner Giovanni Ramusani.
Gli articoli sono firmati solo da pseudonimi: Scarabocc, Anzel, Bertold, Marchin, L’Amig Zresa, Briscola, ecc.
Il giornale era scritto per intero in dialetto. Conteneva poesie e articoli di argomento politico, il più delle volte firmati con lo pseudonimo di “Pruspron”, dietro al quale si celava il direttore Ramusani. Il tono degli articoli era sempre umoristico, ma spesso trattavano argomenti seri e importanti. Il 18 gennaio 1878 uscì listato a lutto, per la morte del re Vittorio Emanuele II. Il 4, 6 e 11giugno uscì ancora a lutto per la morte di Garibaldi.
Nel n. 1, anno I, in prima pagina compare il programma del giornale, scritto in versi: “[. .. ] Una quelch volta av parlerò dla guerra / Che a assicurèr la pès fan in Turchia: / Av parlerò dla Franza e dl’Inghilterra, / E brancarò pri coren l’Ungheria / E sconvolzend l’Europa come am piès / Vuveter via bevri in santa pès / Ev farò la rivista del commedi / Tant s’incontren del public al favor, / Quant se pri fisc, cambiandes in tragedi, / E finissen in tna fersa dal pretor. / Av parlarò del i-oper, se ghe sran, / Av parlarò d’cantant, oppur di can. / Per ferev stèr in gamba av parlarò / Dla cort d’assis, oppur di tribuné; / Una succinta cronaca av farò / D’col che succed in campagna e in tla zittè: / E s’al meritaran con vos aserba / A provinza e comun farò la berba”. […]
Nell’ultimo numero, in prima pagina, compare un articolo intitolato: “Testameint”, in cui “Pruspron” stende le sue ultime volontà, in quarantasei punti, perché: “[…] em son decis ed dèr un po’ d’ordin al me faccend, perchè, all’occoreinza, em in posa andèr a cl’eter mond seinza dmandèr un minut ed dilazion”. Lascia, fra l’altro ”la me lingua ai giornalista, divisa in tanti parti uguali, sicur ch’ag in srà per tutt” e poi “E lass la presunzion d’salveres seinza merit al Reggianello”, ecc. Evidentemente questo “Testamento” segna la previsione della sua morte; tuttavia non c’è nessun altro articolo che annunci più esplicitamente la cessazione delle pubblicazioni.
(da Laura Trentini, I giornali reggiani dal 1836 al 1915, Reggio Emilia, Poligrafici, S.p.a., 1971, pp. 157 -159)