Lo scamiciato
Con la pubblicazione del settimanale “Lo Scamiciato”, apparso nel gennaio 1882 con il sottotitolo “Voce del popolo”, Reggio saluta l’uscita del primo vero giornale socialista reggiano e l’ingresso in campo giornalistico di una personalità come quella di Camillo Prampolini. Il nuovo foglio già nel titolo preannuncia esplicitamente il messaggio politico di cui è portatore: il termine “scamiciato” è ripreso dal nome di un gruppo internazionalista spagnolo, “Los descamisados”, che dieci anni prima aveva pubblicato un giornale dal titolo omonimo. “Lo Scamiciato” viene così ad inserirsi nella folta schiera di quei giornali che, come “La Plebe”, “Il Miserabile”, “L’Ilota”, “Lo Schiavo bianco”, “La Fame” esprimono fin dalla testata la protesta di un sottoproletariato ridotto a condizioni di vita ai limiti della sopravvivenza. “Esso sarà l’eco fedele – è scritto nella circolare-programma – dei lamenti di quanti infelici stentano nelle campagne, e nelle officine […] sarà il grido degli straccioni e dei diseredati, la voce dei miseri, condannati dal più sordido egoismo a marcire nelle caserme, negli ergastoli e nei ricoveri che la paura camuffata a carità e da filantropia innalza pei nullatenenti”.
La necessità di una rivoluzione che sovverta violentemente l’ordine costituito, i princìpi fondamentali del socialismo, la divisione classista della società in sfruttatori e sfruttati, la denuncia delle ingiustizie e dei privilegi e la difesa delle masse oppresse sono i temi conduttori di una propaganda che fa proprie le teorie del positivismo e del razionalismo, ma che, oscillando tra anarchia e evoluzionismo, rispecchia l’eterogeneità del gruppo raccolto attorno al giornale.
Al giovane Camillo Prampolini va fatta risalire la maggior parte degli scritti teorici apparsi sul giornale, anche se gli articoli sono anonimi o firmati con pseudonimi come Spartaco, Ursus, La sferza, Gracco e Inflessibile .
Quando, nel febbraio 1884, “Lo Scamiciato” è costretto dalla repressione poliziesca e dalle difficoltà economiche a sospendere le pubblicazioni, le contraddizioni interne al gruppo redazionale esplodono per non ricomporsi più. Anarchici e socialisti legalitari dividono le loro strade. I primi fondano nel dicembre dello stesso anno il periodico “Il Ribelle. Organo del lavoratore” che, tra ripetuti sequestri, sopravvive fino al luglio 1885; in seguito richiamano in vita lo stesso “Scamiciato” che, con il nuovo sottotitolo “Organo comunista anarchico”, uscirà per una decina di numeri. Questa nuova edizione uscì dal 23 agosto 1885 al 4 luglio 1886. Il sottotitolo cambiò in “Tribuna degli oppressi” e venne più volte sequestrato dalla Procura di Reggio Emilia. Due numeri unici sono poi usciti il 18 marzo 1891 e il 10 settembre 1893.
I secondi si raccolgono attorno a Prampolini che ormai assume sempre più la statura di leader politico e che, dopo l’esperienza del quotidiano “Reggio Nova”, pubblicato tra il dicembre 1884 e il gennaio 1886 come organo del nascente movimento cooperativo, fonda il settimanale “La giustizia”, il cui primo numero appare il 29 gennaio 1886.
(da Maurizio Festanti, Le origini del giornalismo reggiano, in: Storia illustrata di Reggio Emilia, San Marino, AIEP, 1987, pp. 1217 -1232)