La Giustizia
Il primo numero de “La Giustizia”, diretta da Camillo Prampolini (sottotitolo: Difesa degli sfruttati), uscì a Reggio Emilia, in edizione settimanale, il 29 gennaio 1886. Il giornale sarà l’espressione del nascente movimento socialista della provincia reggiana che, all’epoca era considerata la “provincia cooperativa” per eccellenza. Il movimento operaio reggiano, infatti, unitamente a quello delle limitrofe province emiliane e delle romagnole, si apprestava a diventare un faro per il proletariato progressista dell’Italia intera.
Inaugurando, il 1° gennaio 1904, in qualità di direttore, il neonato quotidiano “La Giustizia”, Giovanni Zibordi scriveva che Reggio rappresentava “il principale laboratorio di sperimentazione” del Socialismo. E che questa città punta di diamante di un’intera regione “rossa” fosse già, all’inizio di questo secolo, “il principale laboratorio di vita socialista” e la capitale del socialismo riformista è pure testimoniato, tra l’altro, da un articolo di Meuccio Ruini (tit.: Il Socialismo Reggiano) apparso su “Critica Sociale” del 1-16 luglio 1907.
Reggio comunque non era un’oasi nel deserto: sia l’Emilia che la Romagna ribollivano contro lo sfruttamento dei proprietari, per la conquista delle otto ore e “La Giustizia” se ne faceva interprete. I sottotitoli del foglio reggiano sono significativi al riguardo. Oltre al tradizionale (Difesa degli sfruttati) ed all’altro adottato il 15 novembre 1891 (Difesa degli sfruttati. Organo della Lega socialista), “La Giustizia” assunse, alcuni anni più tardi anche un carattere regionale. Il 15 dicembre 1895 divenne infatti Organo regionale dei socialisti emiliani, il 23 luglio 1899 sarà Organo settimanale dei socialisti emiliani, per riassumere poi nuovamente caratteristiche provinciali il 25 gennaio 1903 (Organo dei socialisti di Reggio Emilia).
Mentre “La Giustizia” settimanale, quella prampoliniana, incurante delle travagliate vicende che contrassegnarono l’inizio degli anni Venti, col loro corollario di intimidazioni e violenze squadristiche, continuò ad uscire regolarmente a Reggio Emilia fino alla emanazione delle “Leggi eccezionali” ad opera del fascismo (tardo autunno 1925), l’edizione quotidiana si trasferì a Milano il 2 luglio 1922. Entrata a far parte della stampa nazionale, “La Giustizia” milanese assunse il sottotitolo di Quotidiano del partito socialista unitario italiano. Soppresso nel novembre 1925 anche il foglio dei socialisti unitari, da marzo ad ottobre dell’anno successivo (1926) venne fatto risorgere a Roma, col semplice titolo di “Giustizia” (continuazione del vecchio quotidiano socialista riformista), un nuovo foglio settimanale. “Giustizia”, che ebbe tra i collaboratori anche Giovanni Zibordi, pubblicava “pericolosamente”, dati i mutati tempi, gli atti del Partito socialista dei lavoratori italiani, in una fase storica e politica profondamente cambiata, nel corso della quale tutta la stampa socialista era stata soppressa e sciolto il PSI. Ma anche “Giustizia” non poté uscire a lungo. Cadrà anch’essa nel ventennale oblio cupamente imposto dal regime mussoliniano.
(da Giorgio Boccolari. “La Giustizia”, patrimonio storico del giornalismo socialista emiliano, esce dal 1886, in: “La Giustizia”, a. V, nn. 1-2, aprile 1994)